Anche I Sogni Impossibili al Teatro Litta

MTM Teatro Litta –  dal 16 al 20 ottobre 2024

Anche I sogni impossibili

Il quindicesimo ottomila di Fausto De Stefani

di e con Jacopo Maria Bicocchi e Mattia Fabris

 

scene Lucia Rho
light designer Roberta Faiolo

 

produzione ATIR

in collaborazione con Montura

con il sostegno di NEXT ed. 2022/2023 Progetto di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo

 

 

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Fausto De Stefani è il secondo alpinista italiano e sesto al mondo ad aver scalato tutti i 14 Ottomila.

Quindi va da sé: Fausto De Stefani è un alpinista.

Meglio: uno dei più forti alpinisti al mondo. Ma sarebbe una risposta sbagliata. Fausto non si definirebbe mai così. Semmai l’alpinismo lo ha aiutato e spinto a domandarsi con più intensità e precisione la stessa domanda: chi sono io? Non sono tanto le imprese a definirlo, non è tanto cosa ha fatto in montagna, ma piuttosto il come lo ha fatto.

Fausto ha sempre guardato alle montagne come a un mezzo, mai come a un fine. Un tramite per conoscere il mondo e – questa sì un’impresa – conoscere se stessi. Le montagne sono state il coronamento di un sogno, ma solo uno dei tanti che popolano il suo animo.

Contadino, carrozziere, escursionista, alpinista, fotografo, ambientalista, attivista, Fausto è un sognatore da sempre. Fin da quando, bambino, ascoltava le storie di Mandelo, un vecchio vagabondo della Bassa Mantovana, che incantava i bambini delle cascine con i suoi racconti. “Salite sulla mia mongolfiera”, diceva loro, e quella voce capace di dialogare con il vento e con i fiori, li trasportava nei più remoti angoli del globo. Da quella mongolfiera, spinta dal vento della fantasia, Fausto non è mai sceso.

È da quella speciale prospettiva tra sogno e realtà che ha visto il mondo, le persone che lo abitano e le diverse culture che lo popolano. Ripercorrere la strada di Fausto dunque, significa non solo conoscere la storia di uno dei più forti e determinati alpinisti del mondo ma, soprattutto, immergersi in una visione del mondo.

 

Una visione che mette in cima alla scala delle priorità sempre l’uomo, le sue fragilità, le sue ambizioni, i suoi sogni e le sue contraddizioni. Ovunque Fausto sia andato ha sempre cercato di lasciare un segno, di comprendere la cultura del luogo, incontrare le persone, stringere relazioni, rispettare l’ambiente. Un percorso umano, molto prima che alpinistico, coronato dalla sua impresa più grande, forse l’unica di degna di portare quel nome, il suo XV Ottomila: la realizzazione della “Rarahil Memorial School”, una scuola in Nepal, nella valle di Katmandu.

 

Un gesto di senso, concreto, duraturo, al servizio dei bambini e dei ragazzi di quel Paese che tanto gli ha dato. Ma Fausto non si è fermato. Ha continuato a scalare le vette dei suoi sogni fino a vederne realizzato un altro: “La collina di Lorenzo”, la sua dimora incantata. Lì, su quella piccola altura tra Brescia e Mantova, giungono bambini da tutta Italia, per imparare a conoscere la natura e l’ambiente.

 

Tutti riuniti attorno a lui, mentre li porta in volo, sulla stessa mongolfiera che fu di Mandelo, ad esplorare il mondo. Bonatti, alla fine della sua carriera, si dedicò a quello che lui chiamava alpinismo orizzontale; nel caso di Fausto possiamo parlare senza sbagliare di “alpinismo umano”. La storia di Fausto supera di gran lunga i confini della montagna.

 

Parla alla fantasia e alla capacità di sognare del bambino che dimora in ognuno di noi. E parla agli adulti che siamo o che diventeremo, che si dibattono nel trovare un senso alle proprie azioni e alla propria vita.

Jacopo Maria Bicocchi e Mattia Fabris

Note di regia

La storia di Fausto De Stefani supera di gran lunga i confini della montagna. Ripercorrere la strada di Fausto dunque, significa non solo conoscere la storia di uno dei più forti e determinati alpinisti del mondo ma, soprattutto, immergersi in una visione del mondo. Una visione che mette in cima alla scala delle priorità l’uomo, le sue fragilità, le sue ambizioni, i suoi sogni e le sue contraddizioni.  Un punto di vista che ha la forza di indicare a tutti noi direzioni possibili pur non essendo per forza amanti della montagna.

Lo spettacolo è nato grazie al suggerimento e alla collaborazione con Montura, una delle più importanti aziende di abbigliamento nel campo dell’outdoor, che da sempre ci segue e ci sostiene.

Siamo stati con Fausto, abbiamo mangiato insieme a lui, passeggiato, chiacchierato, sorriso, abbracciati e dopo un lungo tempo ci siamo messi a scrivere. Un percorso che è durato circa due anni prima di presentare a tutti il nostro lavoro.

Uno dei commenti che più portiamo nel cuore è quello di Sara, sua figlia, che dopo aver visto lo spettacolo ci disse:

“Ho conosciuto più di mio padre in quest’ora e un quarto, che in quarant’anni di vita.”

Jacopo Maria Bicocchi e Mattia Fabris