Questa mattina Assomusica, l’Associazione degli Organizzatori e Produttori di Spettacoli di Musica dal Vivo, ha preso parte al ciclo di audizioni sui lavoratori dello spettacolo presso le Commissioni riunite Cultura e Lavoro della Camera dei Deputati.
Nel suo intervento il Presidente Vincenzo Spera ha manifestato chiaramente lo stato di sofferenza in cui versano gli operatori, l’intero comparto registra, infatti, un calo di fatturato del 97%: “Oggi siamo in audizione per discutere dei lavoratori dello spettacolo. Purtroppo l’analisi non può prescindere dal contesto in cui ci troviamo. Innanzitutto affinché ci siano dei lavori deve esserci chi offre del lavoro. Nello specifico ci troviamo di fronte a due categorie di lavoratori: quelli che lavorano con contratti a tempo determinato per strutture finanziate dallo Stato a vario titolo e tutti gli altri che – secondo i dati INPS 327.000 – non hanno alcun inquadramento. Pertanto il problema fondamentale è ancora una volta andare ad individuare e ad istituzionalizzare le varie figure professionali che ad oggi non sono mai state considerate. La crisi ci impone, invece, di salvaguardare tutti i lavoratori che si trovano, in questo momento, senza alcun tipo di lavoro. La preoccupazione, come testimoniano i dati inglesi (perdita lavoro per il 50% degli addetti a tempo determinato e ad oggi 26% degli addetti intermittenti), è che molti di questi lavoratori non avranno più un lavoro nel mondo dello spettacolo”.
Vincenzo Spera ha poi proseguito ricordando che la Commissaria Europea alla Cultura, Marya Gabriel, ha ribadito la centralità delle industrie culturali in Unione e che si stanno attivando per dare centralità alla musica popolare contemporanea nell’EU Next Generation. “Chiedo, dunque, al Governo Italiano – ha chiosato Spera – che venga rispettata l’indicazione del Parlamento Europeo del settembre 2020 di destinare almeno il 2% dell’EU Next Generation ai progetti per la cultura”.
Un altro aspetto centrale toccato dal Presidente Spera riguarda la programmazione: “Questo DPCM del 24 ottobre arriva come una stangata per il settore del live e potrebbe sancire un pericoloso scollamento con il nostro pubblico. Per questo, pur condividendo il principio di tutela della salute pubblica, chiedo che venga definita una concreta e seria programmazione per individuare le modalità di ripartenza. Lo chiesi fin da inizio pandemia e credo che già da oggi dobbiamo immaginare uno scenario di crisi almeno fino a maggio 2021: non possiamo aspettare il mese di dicembre o di gennaio per poi ritrovarci nella stessa attuale situazione, ma dobbiamo essere capaci di individuare fin da ora gli eventuali scenari di ripartenza, altrimenti ci troveremo impreparati e perderemo ulteriori mesi. Per assurdo questa pandemia può rappresentare una opportunità per accelerare quello che è il processo della legge sullo spettacolo dal vivo ma soprattutto per guardare ad un orizzonte in cui la rinascita veda maggiori sinergie tra le varie categorie e porti definitivamente ad una completa integrazione che superi gli attuali criteri di finanziamento pubblico. Per fare tutto questo si rende fondamentale l’istituzione di un Tavolo tecnico permanente che sappia recepire le istanze ed individuare i più opportuni provvedimenti. E laddove l’amministrazione pubblica non fosse in grado, perché oberata dall’attuale carico lavorativo, si dovrebbero ingaggiare istituzioni private che possano garantire questo lavoro, così come si è reso necessario pagare il trasporto privato per sostenere quello pubblico”.
Assomusica ha rinnovato alle Commissioni delle proposte che ieri aveva inviato al Presidente del Consiglio:
- richiesta al Governo di creazione di un tavolo permanente che dialoghi con le varie componenti del mondo dello spettacolo;
- immediato ristoro per il settore a tutte le categorie senza distinzione di fatturato: la crisi sta colpendo i piccoli ed i grandi senza distinzione;
- individuazione di tutti i soggetti cui in pratica è vietato di lavorare surrogando con misure economiche adeguate che abbiano come orizzonte minimo il mese di maggio 2021;
- elaborazione di modelli di apertura progressiva dei luoghi di spettacolo graduale ed in almeno 3 fasi;
- sinergia tra i vari soggetti e strutture finanziate con quelli non finanziati e messa a disposizione degli spazi pubblici a titolo gratuito per un periodo di almeno 18 mesi;
- progetti coordinati e finalizzati all’utilizzo del Recovery Next Generation, come da direttive del Parlamento Europeo che ha dato indicazioni agli Stati Membri di destinare almeno il 2% dei fondi alla Cultura;
- utilizzo dei fondi del nuovo programma Creative Europe che per la prima volta ha inserito il finanziamento anche alla musica dal vivo contemporanea.
Vincenzo Spera ha concluso ribadendo che la musica e la cultura sono beni inalienabili, sono l’infrastruttura dell’anima che nessuna potenza può comprare, come già avvenuto per le maggiori infrastrutture Europee, per i brevetti delle intelligenze artificiali e per la proprietà delle materie prime necessarie allo sviluppo green, e per questo va tutelata, sostenuta e finanziata con fondi strutturali, come obiettivo di lungo termine.