Surreali, a volte goffi, fortemente simbolici e portatori di una nuova prospettiva estetica, libera dai condizionamenti della società dei consumi, insistono nel coltivare nuovi territori del futuro.
Sono i protagonisti delle tele della personale “La terra di mezzo” di Vittorio Tapparini in esposizione presso lo spazio Bistruccio, in via Andrea Maffei 1 a Milano.
La mostra si chiuderà con un finissage alla presenza dell’artista il 16 gennaio alle ore 19:00.
L’artista salentino è stato ospite di Bistruccio a Milano con una delle ultime sue collezioni pop, costruita su tele ad olio di piccole dimensioni popolate da utopie colorate che ricalcano i sogni più profondi dell’uomo: in ogni didascalia infatti si spiega il pensiero positivo di cui il quadro si fa portatore.
In barba agli astrattismi e ai concettualismi verso i quali la pittura ha ormai da troppo tempo virato, Tapparini in queste tele torna al dipinto puro, surreale e figurativo, fatto di strati di olio e di pensiero, con il desiderio di riportare nelle nostre vite i colori perduti e l’emozione della speranza, quelle sfumature di sogni e felicità che, da qualche parte, albergano in ognuno di noi.
“La terra di mezzo” è per Tapparini il luogo che ospita la necessità di un cambiamento, espresso chiaramente nella voglia di movimento dei suoi personaggi che si spostano in vespa, in barca, in bicicletta, in auto, sul cavallo a dondolo, o che giocano con le emozioni più intime. Tutti esprimono l’esplicita ricerca di superare il presente e di andare avanti, verso una vita più colorata e aperta a larghe vedute. È questa terra la “zona franca” di Tapparini, la terra del coraggio in cui conoscere la parte più vera di noi, sgangherata e imperfetta, ma libera.