“Ci sono luoghi magici e San Siro è uno di essi”: si apre così il volume San Siro Rock (Officine di Hank, pp560, 28 euro), che racconta alcune delle più grandi emozioni vissute allo stadio milanese, attraverso la cronaca 130 concerti che vi si sono svolti.
San Siro d’altronde “è un contenitore di emozioni” spiega l’autore, il giornalista Massimiliano Mingoia, ma queste non hanno a che fare solo con lo sport.
Centotrenta concerti dal primo, quello ormai leggendario di Bob Marley il 27 giugno 1980, al (per ora) ultimo, i Muse in doppia data il 12 e 13 luglio 2019.
A interrompere questa storia è arrivato il Covid, ma nell’attesa che le esibizioni riprendano (Bruce Springsteen ha già annunciato tre date per il 2022), gli appassionati possono ripercorrere un avventura lunga 39 anni, leggere interviste e scoprire sorprese, nel racconto di ogni singolo concerto. Una avventura che è piaciuta anche al re incontrastato di San Siro, Vasco Rossi, recordman con 29 concerti, che nelle sue stories di instagram ha citato proprio il libro.
San Siro agli artisti piace. Molti sono tornati più di una volta e infatti sono stati in 51 band e cantanti che si sono esibiti al Meazza. Nessuno certo come Vasco, che nel solo 2019 ha inanellato ben sei date consecutive, ma anche Ligabue è tornato 12 volte e sette Bruce Springsteen. Tornato nonostante tutto, nonostante i vincoli e le polemiche per il rumore e il processo che ha dovuto subire (poi assolto) l’organizzatore del suo concerto del 2008, Claudio Trotta, perché Bruce non ha rispettato l’orario di fine concerto, e ha continuato a suonare per altri 22 minuti.
Tanti gli artisti che hanno fatto la storia della musica e dello spettacolo: dai Depeche Mode, a Madonna, da Beyoncé a Michael Jackson e David Bowie, e band idolatrate come Take That, One Direction e nel 1987 Duran Duran, perché, come ha detto Mick Jagger, “San Siro è la Scala del rock”. (ANSA).