Il sondaggio di Unicef per il Safer Internet Day sull’esposizione dei bambini all’hate speech

In occasione del Safer Internet Day (oggi) l’UNICEF Italia lancia l’edizione italiana dell’indagine “L’esposizione dei bambini e degli adolescenti a messaggi di odio e immagini violente online” dell’UNICEF Global Office of Research and Foresight[1], basata su analisi svolte su 31.790 bambini e adolescenti di età compresa tra 12 e 16 anni di 36 paesi (anche l’Italia) che hanno partecipato a uno dei sondaggi Disrupting Harm, EU Kids Online o Global Kids Online tra il 2016 e il 2021. Si basa anche su dati secondari sull’accesso individuale a Internet provenienti dal database degli indicatori ICT dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (2022).

L’esposizione dei bambini e dei ragazzi a messaggi di odio varia, a seconda dei paesi, dall’8% al 58% risultando meno diffusa in Indonesia e Vietnam (8%) e più diffusa in Polonia (58%). L’esposizione a immagini violente ha mostrato una gamma simile, compresa tra il 15% e il 55%, risultando nuovamente meno diffusa in Indonesia (15%) e più diffusa in Polonia (55%). In Italia circa il 37% dei bambini e giovani sono esposti a messaggi di odio e oltre il 34% sono esposti a immagini cruente e violente.

Con questa pubblicazione l’UNICEF ricorda che l’ambiente digitale è in gran parte non regolamentato e potrebbe esporre bambini e adolescenti a contenuti inappropriati per l’età o potenzialmente dannosi, come messaggi di odio e immagini violente online e su come ciò influisca sul loro benessere e sui loro diritti.

I bambini più grandi sono più propensi a segnalare l’esposizione a messaggi di odio e immagini violente online in quasi tutti i paesi. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che gli adolescenti utilizzano Internet più spesso e in modi più vari, aumentando la probabilità di esposizione. Le differenze di genere sono ridotte.

In linea con altre ricerche sui rischi online, l’esposizione a messaggi di odio è associata all’esposizione a immagini violente in quasi tutti i paesi. I bambini che incontrano uno di questi rischi sono più inclini a sperimentare l’altro, determinando contesti nazionali a basso rischio e ad alto rischio. Alcuni paesi gestiscono meglio e con risultati incoraggianti la riduzione dell’esposizione dei minori a determinati rischi online.

Una considerevole proporzione di bambini e adolescenti in tutto il mondo è stata esposta a messaggi di odio o immagini violente online nell’anno precedente. Se circa la metà della popolazione ha accesso a Internet, ne consegue un forte aumento dell’esposizione dei minori a messaggi di odio e immagini violente online, rendendo quindi la questione di importanza prioritaria per le nazioni con un accesso e un utilizzo di Internet in espansione.

Una maggiore accessibilità a Internet è associata a un rischio più elevato di incontrare messaggi di odio e immagini violente online. Per l’Italia si nota un alto accesso ad Internet con alto rischio all’esposizione dei bambini/ragazzi a contenuti dannosi.

I rischi possono essere sostanziali anche in paesi in cui l’accesso a Internet è basso, suggerendo l’importanza di investire in mezzi di protezione online nella fase iniziale della trasformazione digitale di un paese. Laddove più della metà della popolazione ha accesso a Internet, si registra un forte aumento dell’esposizione dei minori a questi rischi, sottolineando la necessità di sviluppare sistemi di protezione online, politiche e regolamentazioni solide man mano che la connettività aumenta.

Alcuni paesi con un alto accesso a Internet sono riusciti a mantenere una bassa esposizione a messaggi di odio e immagini violente online. Ulteriori indagini sulle politiche e le pratiche di questi paesi, o sulle piattaforme da loro più utilizzate, potrebbero rivelare soluzioni politiche o legislative protettive come esempio da replicare altrove. Queste potrebbero includere leggi esistenti che regolano i contenuti odiosi e violenti online, o pratiche di moderazione dei contenuti che spesso differiscono per piattaforma o per lingua.

Gli sforzi per mitigare l’esposizione a tali contenuti si stanno intensificando, ma sono necessari ulteriori dati per incidere sulle politiche, la regolamentazione e le pratiche del mondo dell’industria.

I dati presentati mostrano che la diffusione dell’odio e della violenza online è una questione globale che coinvolge i bambini e i ragazzi di tutto il mondo, alcuni fin dalla più giovane età. Sono necessarie misure urgenti, soprattutto nei contesti in cui l’esposizione a contenuti potenzialmente dannosi è elevata.

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In occasione della giornata del Safer Internet Day, l’UNICEF ha lanciato un nuovo sondaggio sulla piattaforma U-Report, per approfondire quanto le dinamiche social mosse direttamente dagli influencer possano influenzare pareri, modi di utilizzare i social e stili di vita. U-Report è la piattaforma digitale di messaggistica dell’UNICEF, per la partecipazione di adolescenti, giovani e comunità. Con oltre 33,5 milioni di iscritti in 99 paesi in tutto il mondo, è uno strumento fondamentale per condividere informazioni, sensibilizzare e raccogliere dati quantificabili su aree specifiche che hanno un impatto sui bambini, compresi quelli più vulnerabili. Per partecipare al sondaggio: https://italia.ureport.in/opinion/3671/

L’UNICEF Italia lancia inoltre una nuova storia illustrata di Mangiasogni. Grazie alla collaborazione con l’artista, l’UNICEF vuole rimarcare il ruolo di internet, un “terzo luogo” in cui troppo spesso siamo sovraesposti a rabbia, violenza, polarizzazione delle idee e contenuti aggressivi e che invece dovremmo impegnarci a rendere un luogo più sicuro, pacifico e accogliente.

Leggi su: https://www.unicef.it/media/il-terzo-luogo-che-non-c-e-un-nuovo-fumetto-di-mangiasogni-per-il-safer-internet/