Immigrazione e pluralismo religioso, lunedì 16 in Statale.

IMMIGRAZIONE E PLURALISMO RELIGIOSO
Presentazione del volume a cura di Maurizio Ambrosini, Samuele D. Molli, Paolo Naso
Quando gli immigrati vogliono pregare“, ed. Il Mulino, 2022

Lunedì 16 gennaio, h. 17.00-19.00
Sala Napoleonica dell’Università degli Studi di Milano
via Sant’Antonio 12, Milano


SALUTI INTRODUTTIVI
Elio Franzini, Rettore dell’Università degli Studi di Milano
Giovanni Fosti, Presidente della Fondazione Cariplo

PRESIEDE E MODERA
Claudio Paravati, Direttore Centro studi Confronti, Roma

INTERVENTI PROGRAMMATI
Renato Saccone, Prefetto di Milano
mons. Franco Agnesi, Vescovo ausiliare di Milano
Milena Santerini, Centro di ricerca sulle relazioni interculturali, Università Cattolica del Sacro Cuore

REPLICHE DEI CURATORI E AUTORI DELLA RICERCA
Maurizio Ambrosini, Samuele Molli, Paolo Naso, Emanuele Campagna, Giulia Mezzetti, Vera Pozzi

Nello specifico, la ricerca approfondisce il composito panorama delle minoranze religiose con riferimento alla Lombardia, la regione italiana che accoglie il maggior numero d’immigrati e di comunità religiose di origine straniera. Si tratta con ogni probabilità della più ampia ricerca sul fenomeno in Europa,  essendo riuscita a mappare 347 luoghi di culto di religioni minoritarie: 70 parrocchie ortodosse, 127 centri islamici, 41 chiese evangeliche a carattere etnico, 85 comunità cattoliche, 17 templi Sikh, 6 centri buddisti.
I temi della ricerca, che saranno oggetto dell’incontro del 16 gennaio, con le proposte e i suggerimenti avanzati dagli autori per un compiuto pluralismo religioso nel nostro Paese, hanno, quindi, riguardato le forme di partecipazione, il profilo dei ministri di culto, la forme di solidarietà promosse dalle comunità, il ruolo delle donne, il rapporto con le giovani generazioni e con l’ambiente locale.
Il sistema politico italiano rispetto alle religioni degli immigrati oscilla tra indifferenza, diffidenza più o meno esplicita e ostilità dichiarata. Lo scoglio principale è ovviamente l’Islam, ma lo scarso interesse o un malcelato sfavore si allarga alla maggior parte delle altre confessioni, eccettuato forse il cristianesimo ortodosso. Il pluralismo delle fedi sta mettendo radici nel nostro paese senza ottenere molto di più che una stentata tolleranza, nel migliore dei casi.
Gli autori propongono suggerimenti per la valorizzazione del pluralismo religioso quali il riconoscimento giuridico, il superamento della normativa sui “culti ammessi”, la valorizzazione dei ministri di culto o guide religiose come mediatori tra le comunità e la società esterna. In una società frammentata, in periferie difficili, nella sfida di costruire una società coesa e solidale a partire da diversità culturali ormai radicate, l’alleanza con le comunità religiose degli immigrati rappresenterà una risorsa da non sprecare.