Ivan Turra, il nuovo esponente del cinema surreale

Maria Santovito, Producer di “Fashion & Wine Kermesse” e co-titolare di SK&MS Design presenta Ivan Turra, l’eclettico Regista dell’omonimo cortometraggio vincitore del Premio:”Miglior Cortometraggio Surreale 2023″ a il Corto.it di Roma.

 

Come hai cominciato a perseguire questa vocazione?

La mia è una vera e propria passione nata durante l’infanzia, parliamo degli anni 80, in quel periodo mi divertivo a registrare voci su di un nastro come fosse un film sonoro, coinvolgevo molti amici e davo ad ognuno di loro una parte prestabilita all’interno di una storia che inventavo.

Ho vissuto i tempi della sperimentazione sia in ambito musicale che cinematografico, assorbivo ogni forma d’arte restando affascinato dalle tecniche utilizzate, ricordo che guardavo programmi televisivi in cui mostravano i set in backstage di vari film, per capire come avevano girato certe scene, realizzato effetti visivi o figure animatroniche, questo mi ha fatto capire quale fosse per me la strada da seguire.

Un obiettivo che ho raggiunto nel tempo dopo varie esperienze di regia in emittenti radiofoniche, dirette in studi televisivi, riprese e montaggi di video per grandi eventi e spettacoli.

Quali sono i tuoi registi preferiti? E perché?

La mia preferenza è rivolta a registi come Guillermo del Toro, Stephen Spielberg e George Lucas per la grandezza delle loro produzioni e l’alta qualità degli effetti visivi utillizzati, ma trovo che Tim Burton sia il regista che più mi ha ha fatto sognare, per via del suo stile gotico e le profonde atmosfere a tratti cupe che caratterizzano i suoi film sempre valorizzati da colonne sonore perfettamente in linea con gli ambienti.

Quali sono i tuoi film preferiti?

Essendo un amante del genere fantahorror i miei gusti sono rivolti a film come “Crimson Peak”, l’ho amato principalmente per la scelta dei costumi e la realizzazione di ambienti gotici, un’atmosfera scura e romantica che mi ha catturato, ma questo è solo un esempio.
Naturalmente adoro tutti i film di Tim Burton, “Underworld” e i rispettivi seguiti realizzati, l’intera saga di “Harry Potter”, posso dire che siano tutti fra le mie preferenze ma anche molti altri.

Quali sono i tuoi attori preferiti?

In realtà ce ne sono diversi che trovo molto espressivi e naturali, Meryl Streep e Helen Mirren sono ad esempio due attrici di grande spessore in grado di interpretare ruoli particolarmente impegnativi, passando da uno stile comico al drammatico con la stessa medesima professionalità, entrambe hanno recitato in film che ho adorato, come “Death Becomes her” (La morte ti fa bella) e “Winchester” (La vedova Winchester), ma anche Sean Connery, Jack Nicholson, Russel Crowe, Anthony Hopkins per citarne altri.

Che tipologia di film gireresti?

Sicuramente un film horror o fantasy non contemporaneo, probabilmente ambientato in un’epoca passata e girato in ambienti suggestivi, con una storia di rilievo che sia in grado di appassionare lo spettatore o in alternativa un film che tratti temi legati all’inclusività, come una storia d’amore di genere omosessuale.

Hai sempre le idee chiare quando sei sul set? Quanto peso dai all’improvvisazione e quanto invece ne dai alla pianificazione?

Quando arrivo a trovarmi sul set significa che ho precedentemente pianificato ogni scena ed inquadratura, ogni oggetto o persona deve stare al suo posto, questo per non generare confusione con una conseguente perdita di tempo, per questo penso che la pianificazione sia fondamentale, ciò nonostante lascio sempre un pò di spazio all’improvvisazione, che a volte può regalare più spessore e credibilità ad una scena.

Nei film che giri ti limiti a dare la tua impronta stilistica oppure cerchi di comunicare delle verità a cui credi, o, ancora, degli stati d’animo che vorresti trasmettere?

Penso che ogni regista abbia il proprio stile che lo contraddistingue e caratterizza, ma oltre questo ci sono sicuramente le emozioni che vorrei trasmettere attraverso la profondità di un racconto ben strutturato e immagini d’impatto, sicuramente per mezzo di una pellicola si possono raccontare i propri pensieri, far giungere un messaggio importante, mettere in evidenza qualcosa a cui teniamo, il cinema è un potente mezzo di comunicazione ed io ho intenzione di utilizzarlo al meglio, per stupire ed intrattenere un pubblico regalando momenti piacevoli e spensierati, cosa di cui ognuno di noi ha quotidianamente bisogno.

In base a cosa stabilisci quale inquadratura utilizzare in una scena, o quale movimento macchina applicare per raggiungere il tuo scopo?

Spesso nelle scene in esterna la scelta dell’inquadratura è quasi sempre soggetta alla luce del sole, questo determina la posizione della macchina da presa rispetto ai soggetti da inquadrare, mentre in ambienti interni ci si può muovere più liberamente, la scelta delle angolazioni e dei campi stretti o lunghi può dipendere inoltre dal tipo di emozione che si vuole trasmettere, ad esempio se volessi generare suspence potrei creare un lento movimento laterale che in fase di spostamento andrebbe a rivelare un particolare che crea tensione nella storia.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sicuramente continuerò a lavorare in ambiente di spettacolo, il cinema è una passione che continuo ad inseguire e che mi regala grandi soddisfazioni, la mia ambizione mi porterà a spingermi sempre oltre cercando nuove collaborazioni per raggiungere importanti traguardi.