La bellezza dell’anima.

di Diana Rau
La bellezza dell’anima cos’è? Esiste davvero, o è solo un premio di consolazione per chi, purtroppo, non pensa di possedere quella esteriore?
La questione è di estrema attualità: primo, perché la bellezza è una categoria che riveste, nella nostra vita, un ruolo che sarebbe ben difficile ignorare e, secondo, perché viviamo in una società effettivamente ossessionata dal mito della bellezza.
Un bel paesaggio, una bella donna o un bel corpo: tutti sappiamo, o crediamo di sapere, che cosa significano simili espressioni. Però basta che dall’ambito dell’apparenza ci spostiamo su quello dell’interiorità, ed ecco che subito le cose diventano più complesse, sfumate, ambigue: la bellezza esteriore esiste per tutti, ma è più fragile e misteriosamente, ma inscindibilmente, legata alla presenza, o all’assenza, di quella interiore.
Se una persona dalla bellissima apparenza, dopo che l’abbiamo conosciuta, rivela dei gravi difetti d’intelligenza, dei valori e del comportamento morale, inevitabilmente ci apparirà meno bella, o meglio, la sua apparente bellezza esteriore ci si presenterà sotto una luce nuova e diversa, che non c’incanta più, non ci trascina, non ci fa sognare, anzi genera un senso di disarmonia. Il che non può dirsi nella situazione inversa: davanti a una persona interiormente bella, ma priva di bellezza esteriore, non proviamo la stessa sensazione: finiamo per mutare giudizio perché più si frequenta una persona moralmente e spiritualmente bella, più se ne apprezza il valore tutto di essa.
La bellezza, in definitiva, è contraddizione: fa esplodere ciò che in noi abbiamo risolto e non, fa emergere la nostra maturità o la nostra immaturità. Una persona irrisolta, immatura, superficiale, non avrà occhi che per la bellezza esteriore, e quanto più essa è vistosa, fosse anche volgare, tanto meglio: tale persona farà di tutto per “possedere” la bellezza ma tutto quel che riuscirebbe a possedere sarebbe una veste vuota, un simulacro privo di sostanza.
Soltanto la persona risolta e matura è capace di apprezzare sia la bellezza esteriore, sia quella interiore, ma senza lasciarsi prendere all’amo dalla prima, e senza disperarsi quando essa si sottrae, e, anzi, godendo sempre più della seconda, apprezzandola sempre più nel suo giusto valore.
Bellezza chiama bellezza; e soltanto la bellezza spirituale sa comprende quella fisica, non viceversa.