La Galleria Ponte Rosso, da mezzo secolo in via Brera.

L’arte  italiana, del 900 e contemporanea, selezionata, ma alla portata di tutti e, in alcuni casi, su cui investire; l’arte che arreda o ideale da regalare.

Galleria Ponte Rosso a Milano, in via Brera 2, con mezzo secolo di storia, è tra i negozi della città che continuano a dialogare con il pubblico, di generazione in generazione, in un rapporto storico, eppure sempre vivo e nuovo.

Orlando Consonni la fondò con la moglie Nanda Gatti nel 1973, nei locali della Mondial Gallery di Gaetano Sperati, per proporre l’arte figurativa allora contemporanea, che  aveva iniziato a divulgare dal 1958 con una intensa attività editoriale, tramite le sue Edizioni Ponte Rosso (dal ponte sul Naviglio del dipinto di Paolo Schiavocampo); la formula si impose proprio per l’originale  idea ‘democratica’ di far scendere dall’empireo certi autori portandoli alla conoscenza della più vasta platea con vocabolario e strumenti di comunicazione universali.

Un approccio che  porta avanti il figlio Alessandro Consonni, attuale titolare (con la sorella) e Direttore della Galleria, affiancato dalla moglie Laura.

Alessandro, 63 anni, è fotografo, è appassionato oltre che di arte, di musica e geografia, e ha sempre collaborato con il papà fin da ragazzo.

 

La  Galleria Ponte Rosso divenne famosa per alcune specializzazioni

Aveva i Chiaristi, come Umberto Lilloni, i Baguttiani, circolo che gravitava attorno al ristorante di via Bagutta, chiuso da qualche anno, capitanati dallo scrittore Riccardo Bacchelli e che crearono anche il Premio letterario Bagutta; tra loro c’erano, per esempio, Mario Vellani Marchi, dal 1924 presente alla Biennale di Venezia per ben 12 edizioni e tra i fondatori del ‘cenacolo’ di via Bagutta, autore pure di costumi e allestimenti scenografici per il Teatro alla Scala; poi Giuseppe Novello, grande disegnatore umorista del ‘900, autore negli Anni 30 con Paolo Monelli di una delle prime guide ai ristoranti e trattorie italiani,’Il ghiottone errante’.

La Ponte Rosso era il riferimento inoltre per le firme della Scuola di Burano, artisti frequentemente invitati a esporre a Venezia. “Amavano dipingere in laguna perché era splendida – racconta Alessandro Consonni -, con le casette colorate, le merlettaie… e lì ci si manteneva con poco!”.

Infine, in via Brera al 2, si trovavano i maestri di Brera dal ’40 al ’70, a cominciare da Aldo Carpi, “amato Direttore dell’Accademia nel Dopoguerra, quando tornò dai campi di concentramento nazisti, dove era finito per aver difeso degli studenti ebrei“.

 

Tutt’oggi, tanti di questi nomi sono il fulcro dell’offerta della Galleria.

“Oltre ai già citati, abbiamo per esempio Adriano Spilimbergo, Carlo Dalla Zorza, Giuseppe Motti e Gino Moro, dei quali l’incarico di curare la catalogazione e l’autentica ci è stato riconfermato dalle famiglie. E siamo esperti di riferimento per diversi altri autori del 900. Poi  abbiamo aggiunto una selezione di  giovani, come Paolo Paradiso,  nostra scoperta, con le sue vedute americane degli Anni 50 e 60; Letizia Fornasieri, Vittorio Emanuele, Vittorio Carradore e Carlo A. Galimberti, fratello del filosofo Umberto Galimberti“.

 

Gli autori proposti sono dunque circa 75, dei quali 50 nati da fine ‘800 agli Anni 30, tutti personaggi importanti per la Milano del tempo, e poi altri nati dopo il 1950, perlopiù approdati alla Galleria grazie al Premio nazionale di pittura Carlo Dalla Zorza, creato da Orlando Consonni nel 1995 e portato avanti per 8 edizioni. L’elenco completo è sul sito www.ponterosso.com.

 

I nomi più giovani sono comunque di provata professionalità, sui quali vale la pena investire, consiglia Alessandro Consonni:Noi commercializziamo opere, ma proponiamo sempre veri artisti. Suggeriamo ai clienti di scegliere ciò che piace, ma adesso è  il momento ideale anche per puntare su qualche emergente o riscoprire maestri del 900, se si hanno lungimiranza e disponibilità.“.

 

Alla Galleria Ponte Rosso si possono ammirare non solo quadri (con prezzi a partire da 500 euro), ma pure disegni, opere di grafica e scultura. Ideali da regalo, magari a Natale: litografie, stampe, incisioni, libri anche sotto i 100 euro, e poi graziosi piccoli cataloghi da 2 euro e perfino cartoline d’autore da appena 1 euro.

 

Il negozio dei Consonni continua insomma ad essere una presenza originale sul mercato meneghino dell’arte non solo perché, nella tradizione ‘democratica’ avviata dal fondatore, propone i contemporanei al netto delle speculazioni finanziarie, ma anche perché, continuando a esporre gran parte degli autori di fine ‘800 e primi ‘900, insiste sul concetto tradizionale di bellezza,  in antitesi  con le nuove tendenze destrutturanti dei canoni classici e orientate alla provocazione, più che alla definizione di parametri condivisibili.

 

“Quello che suscita clamore non è detto che poi alla gente interessi davvero – spiega Alessandro Consonni -. Ciò che mettiamo nelle nostre case o nel nostro ufficio ci deve risultare emozionante, coinvolgente e dopo tutto, gradevole. Da rivedere ogni giorno con piacere“.

 

Heritage è dunque la parola d’ordine. Un valore sempre più apprezzato all’estero, specie quando è collegato allo stile italiano. Infatti i clienti sono in numero sempre crescente, stranieri.

 

Potrei chiudere tutto e vendere solo alle fiere o sul web, perché non è facile portare avanti un negozio grande in pieno centro nella metropoli lombardadice Consonni,- ma per noi l’arte è passione. Poi c’è il rapporto con i visitatori che in una sede come la nostra, dà grande soddisfazione“.

 

Dell’attività editoriale di Orlando Consonni resta un monumentale archivio di documenti, pubblicazioni e foto – oltre 250 cataloghi, libri e un attivo di oltre 400 mostre. “Ci piacerebbe potesse interessare qualche tesista dell’Accademia di Brera, a due passi da noi, almeno per la digitalizzazione, perché rappresenta un patrimonio unico di testimonianze dirette di un periodo culturale italiano e milanese. Abbiamo conservato i mezzi analogici dell’epoca, il torchio, la macchina fotografica a soffietto, le progressive di stampa…“.

 

Le mostre

 

Ogni mese, la Galleria Ponte Rosso propone un tema attraverso personali, antologiche, retrospettive o collettive.

 

A parte gli autori che appartengono alla ricca collezione della Galleria, le opere  possono avere diversa provenienza: da collezionisti o clienti o dagli stessi autori, se viventi.

 

L’ambito è ancora principalmente quello del figurativo, dagli iper realisti ai realisti e post impressionisti fino all’informale e quasi astratto.

 

Gli argomenti sono quanto mai di attualità. “Durante il lockdown abbiamo organizzato una rassegna dal titolo ‘La natura in fiore’; subito dopo ne abbiamo dedicata un’altra alle opere realizzate durante il lockdown, ‘L’arte riparte'”.

 

In Settembre, l’attività è ripresa con “Viaggio in Italia”, fino al 26. Artisti contemporanei e del ‘900. Fil rouge è il paesaggio italiano naturale e antropizzato, ma anche elementi della italianità quali fiori, giardini, luoghi della cultura e oggetti per il viaggio come le valigie di Giulia Federico. Campeggia protagonista con l’ intenso messaggio evocativo dell’orgoglio lombardo post Covid, se non altro per le misure 140×90 “Milano, Piazza Duomo”, olio su tela di Giancarlo Perelli Cippo, milanese, classe 1923, famoso per i suoi cavalli. Il  quadro è del 1969 e proviene da una collezione privata,

 

Grande attesa dall’1 al 24 Ottobre 2020, per la mostra di  Carlo Adelio Galimberti  dal titolo “Pittura 4.0” con un contributo dell’altrettanto celebre fratello, il filosofo Umberto Galimberti.

A seguire un fitto calendario di iniziative e proposte anche come idee regalo per Natale. (Misure anti Covid secondo le norme).