Martedì 10 maggio Ore 18.30Aula Magna, Università degli Studi di Milano, via Festa del Perdono 7
Terzo appuntamento gratuito del ciclo Rassegna La Statale Poesia dedicata alla Grande Poesia a Milano, ovvero alla voce di 4 grandi poeti che hanno trovato nella nostra città lo scenario ideale per la realizzazione della loro opera, con l’incontro dedicato a Giovanni Giudici dal titolo “Una vita in versi”.
Un’eccezionale abilità di artefice ha consentito a Giovanni Giudici di esprimersi su vari territori e generi poetici, realizzando una vasta opera che va dalla narrazione in versi alla tensione lirica, dall’attenzione sensibilissima al dettaglio del reale quotidiano fino al canto d’amore, allo stacco epigrammatico o alla ripresa di moduli della tradizione. Con La vita in versi, del 1965, Giudici si afferma come figura tra le maggiori del nostro secondo Novecento, coinvolgendo elementi della mutante realtà, anche sociale, dell’epoca con vivaci inserti tra emozione e ironia. Ma la sua opera si articola in seguito con la creazione di veri e propri personaggi, con il riaffiorare dalla memoria di tratti di una vicenda spesso sottilmente autobiografica, in cui si insinuano tracce di una sorta di irredimibile e pervasivo senso di colpa. Evidente questo aspetto un uno dei suoi momenti più alti – e già dal titolo, – Il male dei creditori, del ‘77, mentre nell’86 arriverà a cimentarsi, in Salutz, con i termini dell’antica lirica provenzale. Un autore dunque inquieto e di sorprendente estro, sempre inappagato e sempre in grado di cogliere con originalità nuove soluzioni per la nostra poesia.
Per prenotazioni cliccare qui Per info: lastatale.eventi@unimi.it
La cura artistica della Rassegna è di Maurizio Cucchi che animerà ogni incontro con il suo racconto dell’identità letteraria e umana dei poeti, regalando al pubblico in sala ricordi e aneddoti inediti. La sua narrazione si alternerà alla lettura dei testi poetici, affidata a Paolo Bessegato.
L’ultimo appuntamento in programma è per il 24 maggio con Giovanni Raboni e l’incontro “L’eleganza inclusiva”.