Le mille vite di una donna, le foto di Malena Mazza da sabato 7

Viana Conti_critico d’arte_giornalista

Sabato 7 ottobre dalle 13.00 alle 18.00

MALENA MAZZA_Le mille vite di una donna-Una modalità del Postfemminismo
di Viana Conti

Un’icona del femminile che è soggetto e oggetto del desiderio, un corpo che non cessa di frammentarsi.

I dettagli spostano il centro dell’erotismo su un oggetto periferico, su un corpo in frammenti, raramente integro o senza una deprivazione sensoriale, seppur minima.

Nel ventaglio di queste modalità di rappresentazione, ora esplicite ora subliminali, sono leggibili, sottotraccia, ma non per questo meno incisivamente, la violenza, la de-stabilizzazione, la de-soggettivizzazione, la de-territorializzazione, esercitate, ancor oggi, sulla donna, sia pure di diversa appartenenza etnica, culturale, confessionale, da un modello maschile di una società consumistica in cui ha preso forma la cosiddetta figura del prosumer (neologismo introdotto nel 1972 da Marshall McLuhan e Barrington Nevitt) contrazione tra producer e consumer.

Il soggetto femminile si mostra nascondendosi, operando sui dispositivi della modalità del guardare e dell’essere guardati, sulle metafore del legame da cui liberarsi o a cui, consegnarsi. Tra corde e mascherine, bavagli e corsetti, bondage e tacchi a spillo, velature e trasparenze, stanze da letto, del palazzo di fronte, che si accendono indiscretamente nell’intimità della notte, un ulteriore espediente di attrazione voyeuristica è il ribaltamento del colore della passione in quello gotico del lutto.

Gli strumenti di attivazione del desiderio sono usati consapevolmente alla luce della destinazione delle immagini glamour e neo-pop, all’immaginario di genere e transgender contemporaneo. Via via che il corpo della donna tende a diventare un’icona, un’astrazione, un desiderio reificato, il luogo del Mercato diventa sempre più fisico e personificato.

La dimensione naturale e sociale della figura femminile, emblema della Bellezza, cede a quella simulacrale. Con un linguaggio fotografico tendente all’astrazione formale e alla desaturazione cromatica, la fotografa delimita un particolare del corpo che, inequivocabilmente, rappresenta condizioni e situazioni del femminile che quanto più suscitano fascino e turbamento tanto più diventano esteticamente algide e irraggiungibili.

Declinatrice delle trasparenze Malena Mazza restituisce, con il suo filtrato linguaggio femminile, una visione critica dello sguardo maschile portato a temperatura sottozero, ibernato intenzionalmente, praticando il significato profondo, inquietante come un oggetto d’abbigliamento o di una parte del corpo, in versione reificata e mercificata da una società iperconsumistica occidentale.