L’ultimo nastro di Krapp, l’opera di Beckett al Teatro Oscar giovedì 24 e venerdì 25.

Al Teatro Oscar di Milano continua il progetto speciale dei (Non) Compleanni dedicato al dialogo Beckett/Pasolini.

Nell’ambito del programma andrà in scena da giovedì 24 a venerdì 25 febbraio 2022 – ore 20.30

TEATRO OSCAR – Via Lattanzio 58/a, Milano

 

L’ultimo nastro di Krapp

di Samuel Beckett

traduzione di Carlo Fruttero

diretto e interpretato da Giancarlo Cauteruccio

assistente alla regia e costumi Massimo Bevilacqua

scene Andre’ Benaim

compagnia Teatro Studio Krypton

 

In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di The Estate of Samuel Beckett e Curtis Brown Group Limite

Raggiunti i 65 anni Giancarlo Cauteruccio, in perfetta coincidenza con l’età del protagonista della piéce, rientra nei panni del vecchio scrittore fallito Krapp ed esplora nuovamente quella drammaturgia del 1958, sublime e struggente, fatta di solitudine, silenzio, attesa e deriva, elementi che negli anni hanno invaso concretamente il suo corpo e la sua anima. Krapp, l’inesorabile mangiatore di banane rintanato nel buio della sua stanza, compie un viaggio nel passato, catalogato con cura su nastri registrati a ciascun compleanno, per recuperare quel se stesso giovane, un viaggio comunque destinato a fallire. Alla fine la creatura beckettiana rinuncia a registrare, rinuncia ad ascoltarsi: la voce diventa silenzio, il movimento si raggela in immobilità; consapevolmente si adegua alla disfatta.

Con L’ultimo nastro di Krapp, Giancarlo Cauteruccio torna a Samuel Beckett, il suo autore più amato, e al suo testo guida affrontato con successo in veste di attore e regista in due precedenti edizioni e riallestisce questo spettacolo cult nell’anno in cui la compagnia Krypton festeggia 40 anni di attivita’. Nel 2004, per l’interpretazione del monologo, Cauteruccio entra nella terna finale del Premio UBU come miglior attore protagonista e nel 2006, per il Trittico Beckettiano (Non io, L’ultimo nastro di Krapp, Atto senza Parole) riceve il Premio alla regia dell’Associazione Critici di Teatro al Teatro Argentina di Roma.

 

Il vecchio Krapp, rintanato nella sua stanza in compagnia di un registratore e un numero cospicuo di scatole ben ordinate, sperimenta un viaggio in un altrove temporale, il suo passato. E’ concentrato sul mezzo meccanico che può permettergli tale fuga a ritroso: ha infatti conservato e catalogato con cura e meticolosità tanti nastri da lui stesso registrati ogni compleanno, per tramandare brandelli significativi di vita e di esperienza, condensate in un racconto sintetico, benché “ispirato”. Ma nemmeno questo raffinato strumento della memoria può funzionare.

Il tentativo escogitato da Krapp per recuperare quella creatura di un tempo, il se stesso giovane, si fa sempre più inefficiente e non bastano ormai quegli ancoraggi e appigli che aveva inventato tanto tempo prima. Egli ascolta la sua stessa voce emergere dal passato, interrompendo proprio quella continuità, che rende la frase dotata di senso, con commenti derisori, oppure ripete segmenti di ciò che ascolta con ironia, rivelando tutta la sua disillusione. Il nastro rimanda infatti una voce che narra eventi ormai incomprensibili, mentre i relativi libri-indici-registri, risultano altrettanto privi di valore e di significato. La distanza tra il vecchio e il se stesso giovane è diventata definitiva. La continuità tra presente e passato è irrimediabilmente distrutta. Alla fine Krapp rinuncia ad ascoltare se stesso: la voce si scioglie in silenzio, il movimento si raggela in immobilità. Con Krapp Beckett ci offre uno dei suoi personaggi tipo, e una situazione a lui consueta.

Da sempre, in veste di raffinata, estenuata letterarietà figure tradizionalmente popolari come il comico del cinema muto e del cabaret, o il clown, con il gusto per lo spirito e le gags del circo: un personaggio triste e ridanciano insieme, ironico e autoironico, spesso con venature patetiche, sentimentali, struggenti. E insieme rappresenta la situazione di scacco, di disfatta alla quale il personaggio si adegua consapevole: un personaggio che man mano si svincola da gesti, azioni insensate dettate solo dall’abitudine. Ma nel quadro paradossale che Beckett riesce sempre a creare, la disfatta potrebbe anche rivelarsi come la rivincita del personaggio liberato dall’abitudine e dalla memoria volontaria, a favore forse della memoria involontaria, l’”illuminazione” di marca proustiana, l’unica che Beckett aveva definito degna di essere sperimentata. Lo scacco del personaggio è anche lo scacco e il fallimento al quale l’artista deve sottostare, come Beckett aveva teorizzato tanto tempo prima: l’arte è fallimento e l’unica possibilità per l’arte è la rappresentazione del fallimento “. Laura Visconti , dal programma di sala dello spettacolo .

 

INFORMAZIONI

deSidera Teatro Oscar

Via Lattanzio 58/A, Milano

 

www.oscar-desidera.it

info@oscar-desidera.it – 334 8541004

 

BIGLIETTERIA

biglietteria@oscar-desidera.it

 

Biglietti 18/15/10 euro

Abbonamento stagione 150 euro

Abbonamento seconda parte 60 euro

 

Abbonamenti speciali

(NON) COMPLEANNI, 3 conferenze spettacolo + 3 spettacoli 60 euro

Trilogia Beckett 40 euro

 

BIGLIETTERIA ONLINE: Vivaticket.it

BIGLIETTERIA DEL TEATRO: apre da 1 ora prima l’inizio dello spettacolo