Mediterraneo Sacro, Toni Alfano espone al Rosliving di Bergamo.

“Mediterraneo sacro”, la personale di Toni Alfano, la cui ricerca pittorica esplora il rapporto tra memoria e identità: schegge di gesti, sguardi, profili, attimi recuperati e proposti in un continuo Attimo-Storia.
La mostra sarà aperta al pubblico da venerdì 11 novembre a domenica 4 dicembre 2022 negli spazi di Rossasa Pedrali, gallerista, inner designer, oltre che curatrice della mostra.
“Ho scelto di curare questa mostra e aprire i miei spazi a Toni Alfano per la seconda volta quest’anno – afferma Rossana Pedrali – perché, come me, nel lavoro, esprime la sua anima, partendo dall’ascolto del vissuto, dall’esplorazione profonda dell’animo umano per interpretare sensazioni e desideri e manifestare la propria anima.”
La poetica di Toni Alfano è intrisa di aspetti arcaici, onirici e sonori, da sempre trova espressione in una sperimentazione pittorica autentica e varia, approfondendo il rapporto tra memoria e identità: schegge di gesti, sguardi, profili, attimi recuperati.
“Volevo raccontare il senso, la memoria e il mistero del Mediterraneo, ovvero il più importante luogo di interazione tra società e individui su questo pianeta, nonché il grembo di miti e di riti dell’essere umano, ma non volevo farlo in modo folkloristico, limitandomi a dipingere donne in costumi nazionali, ho lavorato per creare soggetti originali, icone di un sincretismo tipico della storia e identità dell’area mediterranea, una mescolanza pulsante, trasversale e transculturale” così Toni Alfano si racconta, mostrando ed enfatizzando il cuore pulsante di questa mostra, perché capire il presente vuol dire essere capaci di navigare nel passato e pronti a farlo nel futuro.
Alcuni degli elementi pittorici insiti nel lavoro di Mediterraneo Sacro sono: “Pupille di seppia” e
“Merletto”.
Pupille di seppia, vuole evidenziare come la seppia, pur non vedendo i colori, riesce a vestire se stessa dei colori più saturi e cangianti che esistano, usando i cromatofori presenti sulla sua pelle per camuffarsi, così come fece Teti, la più bella ninfea dei mari, per scongiurare il matrimonio con Peleo, così come Alfano percepisce il contrasto tra luci e ombre.
Merletto, mette in luce l’arte del ricamo, che nel bacino mediterraneo era considerata una vera e propria arte magica che connetteva il sapere femminile al fato.
“Ricordo che da bambino vedevo sempre mia nonna fare i centrini ricamati. Mi sono sempre chiesto perché li facesse e dopo tanti anni l’ho capito: perché lo aveva imparato dalle donne del suo tempo, e col tempo non si scherza”, spiega Alfano.
E ricorda infatti il filo della vita, che si srotola, si taglia e si riavvolge, ma non si esaurisce mai!
I dipinti sono realizzati su telaio di legno e cartone, ricoperto da uno strato sottile di cemento, un lenta stratificazione di pittura a tempera bianca e colorata ricrea l’effetto di un muro ipoteticamente ritinteggiato nel corso di decenni. La figura viene realizzata a carboncino e velature di bitume, l’ultimo processo è quello del Descialbo: una tecnica del restauro antico che significa letteralmente “strappare via”, togliere lo strato pittorico dall’intonaco con un martello, una spatola o un bisturi… cosi facendo si va a rompere la superficie in modo tale da far emergere dei colori diversi, quasi a voler mostrare i segni del passaggio del tempo. Le figure sono disegnate a carboncino e velate con bitume.