Grande successo dell’Accademia musicale Stabat Mater per lo spettacolo “Io suonavo il violino ad Auschwitz”, realizzato il 3 febbraio al Teatro De Silva di Rho.
In poche ore, il M° Donato Bruno , gli allievi della scuola di musica, i giovani talenti e i loro
straordinari docenti, anche in questo teatro hanno fatto registrare il sold-out.
Il concerto ha simulato una giornata in un campo di concentramento, con la musica utilizzata per coprire l’urlo della morte. Ma, oltre alla musica, l’evento è stato ricco anche di poesie e racconti, come la commovente storia di Maïti Girtanner, giovane promessa della musica che riuscì a perdonare il suo carceriere che con le sue torture le impedì di suonare per il resto della sua vita.
Oltre al direttore della scuola di musica rhodense, che ha suonato la chitarra e il clarinetto, il docente Alessandro Savinetti , primo violino dell’Accademia del Teatro alla Scala e da poco violinista anche nella principale Filarmonica del teatro milanese, si è distinto con brani di Schubert, Paganini, Beethoven e la celebre Czarda di Vittorio Monti. Si è esibita brillantemente anche la sua giovane allieva Olivia B. con alcune melodie della tradizione ebraica.
Aurora Scarpolini, docente di arpa, canto e propedeutica ha cantato, accompagnandosi con l’arpa celtica, bellissime melodie irlandesi facendo risaltare il contrasto tra la dolcezza di alcune canzoni con l’orrore quotidiano della guerra. Molto emozionante il brano “Il mio volto”.
Nicola Nido ha cantato il brano che ha dato il nome allo spettacolo, ma anche “La guerra” e “Amare ancora”, canzoni di grande significato, che raccontano come il cambiamento di ogni singola persona e la speranza siano le risposte più vere di fronte ad ogni conflitto.
Gianluca Poldi matematico, fisico, poeta e voce narrante di questo spettacolo, ha letto diverse poesie e commentato i celebri brani di Edith Piaf e Marlene Dietrich.
E’ stato molto apprezzato e applaudito anche il momento in cui i ragazzi dell’Istituto E. Mattei hanno rappresentato i nove deportati rhodensi ai quali la Città ha dedicato recentemente le pietre di inciampo; alcuni alunni scuola media T. Grossi hanno letto le testimonianze di Venanzio Gibillini, deportato milanese. Grande soddisfazione espressa anche da Clelia La Palomenta, Presidente della Commissione Legalità della Città di Rho, impegnata molto attivamente nelle scuole a far conoscere agli studenti le storie dei deportati rhodensi.
Oltre alle numerose autorità locali, tra i quali il Sindaco Andrea Orlandi; per Anpi Mario Anzani e Carmen Meloni.
La serata si è conclusa con una sorpresa molto gradita: l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini ha salutato i numerosi presenti e si è congratulato per il bellissimo concerto che oltre a trattare il tema drammatico della guerra ha messo in luce come risposta il perdono e la speranza.