Domenica 13 marzo
Milano, Fabbrica del Vapore
Lotto 9A
Sala Donatoni
ore 11.00
Due violoncelli per Martina Rudic, sul palco della Sala Donatoni alla Fabbrica del Vapore domenica 13 marzo
L’occasione è un concerto che la violoncellista di Divertimento Ensemble ha immaginato, desiderato e costruito nel primo anno di pandemia
IL SUONO DEL RESPIRO di e con Martina Rudic
Alla fine del 2020, ancora in piena pandemia, mi sono trovata immersa nella lettura del libro Il senso del respiro (a cura di Luciano Minerva e Ilaria Drago), una riflessione a più voci, in cui gli autori, provenienti da diversi ambienti, interrogano il proprio respiro e cercano di esprimerlo attraverso la scrittura.
Ho pensato che avrei avuto anch’io tante riflessioni da fare sul tema, ma che avrei desiderato esprimerle attraverso la musica. Così ho pensato da subito a un programma che avesse “il suono del respiro”.
Questa ricerca mi ha portato verso le origini del violoncello, nel meraviglioso Seicento italiano, all’interno della scuola strumentale bolognese, nella quale il violoncello inizia a respirare e si afferma come strumento solista. Ho voluto creare un ponte tra le antiche composizioni per strumento solo e quelle dei giorni nostri, mettendo in comunicazione il Barocco e la contemporaneità italiani attraverso i miei violoncelli e il mio corpo.
Credo che la conoscenza delle radici e l’importanza di conservare e curare la memoria culturale, la memoria della bellezza, siano fondamentali per avere uno sguardo più ampio verso il futuro e verso la musica del futuro.
Domenica 13 marzo
ore 11.00
I solisti di Divertimento Ensemble 2
MARTINA RUDIC
Claudio Ambrosini (1948)
Il suono e il suo doppio (2004)
Domenico Gabrielli (1659-1690)
Ricercar n. 5 in do maggiore
Ricercar n. 4 in mi bemolle maggiore
Salvatore Sciarrino (1947)
Due studi (1974)
Giovanni Battista degli Antonii (1636-1698)
Ricercata op. 1 n. 2
Manuela Guerra (1996)
Clamor (2021)
Joseph Marie Clément Dall’Abaco (1710-1805)
Capriccio n. 4
Capriccio n. 1
Martina Rudic violoncello e violoncello barocco
Secondo appuntamento con i solisti di Divertimento Ensemble: dopo il violino di Lorenzo Gorli, i violoncelli di Martina Rudic. I violoncelli perché, oltre allo strumento che siamo abituati a sentirle suonare, la ascolteremo cimentarsi anche con il violoncello barocco. Due strumenti per un programma bifronte, che lega pagine di musica d’oggi a pagine tratte dal repertorio barocco e classico per violoncello. Accostamenti non casuali, ma che passano attraverso riletture di forme o di modalità e tecniche esecutive. E anche nella scelta del repertorio storico Martina Rudic non si rivolge, con la curiosità intellettuale che la caratterizza, ad autori noti al grande pubblico, ma a compositori raramente eseguiti.
Claudio Ambrosini (1948)
Il suono e il suo doppio (2004)
In Il teatro e il suo doppio (1938) Antonin Artaud critica la tendenza a privilegiare l’opera teatrale come testo letterario, a scapito dell’esperienza sensoriale, rituale, magica connessa con la presenza dell’attore, della sua fisicità, il gesto, la voce, lo spazio, le luci… Artaud punta invece a una creazione totale.
Traducendo queste idee sul piano musicale: è possibile non privilegiare le “note” di una composizione, il modo in cui sono scritte sulla carta, le loro combinazioni, permutazioni ecc., ma accogliere con la massima attenzione anche l’esperienza percettiva del suono, la ricerca sullo strumento, la sua fisicità, la scoperta di nuovi modi espressivi, tra cui – in Il suono e il suo doppio – la possibilità anche di generare suoni che si sdoppiano.
Un suono può avere un suo “doppio”, una sorta di vibrazione secondaria, di ombra, di alter-ego? All’interno di un suono ce ne può cioè essere nascosto un altro, come nel verde sono contenuti il giallo e il blu, o nel grigio il bianco e il nero, o nell’arancione il rosso e il giallo? Possono nuove tecniche (dell’arco, delle dita) rendere l’esecuzione continuamente cangiante così da far emergere la filigrana delle note?
Domenico Gabrielli (Bologna 19 ottobre 1659 – 10 luglio 1690)
Ricercar n. 5 in do maggiore
Ricercar n. 4 in mi bemolle maggiore
Esponente di spicco della scuola strumentale bolognese del Seicento, è il primo violoncellista compositore che, nella seconda metà del secolo fa emergere il violoncello dalla mera funzione di basso continuo.
Con i suoi sette Ricercari per violoncello solo, il compositore inizia ad esplorare le capacità tecniche ed espressive dello strumento, che dal secolo successivo porteranno il violoncello ad avere un ruolo solistico nella letteratura strumentale.
Salvatore Sciarrino (1947)
Due studi (1974)
«La mia musica fa ascoltare la realtà in un modo nuovo. L’universo dei suoni è concepito come fosse vivente».
I Due studi per violoncello solo sono il brano meno recente tra i contemporanei di questo programma e creano un universo sonoro dal timbro etereo utilizzando quasi esclusivamente suoni armonici.
Giovanni Battista degli Antonii (1636-1698)
Ricercata op. 1 n. 2
Un altro grande rappresentante della scuola strumentale bolognese del Seicento.
Le sue 12 Ricercate sopra il violoncello o clavicembalo op. I (1687) sono un’importante testimonianza nell’evoluzione del repertorio per violoncello solo.
Manuela Guerra (1996)
Clamor (2021)
Clamor – grido, urlo – in latino come in italiano può avere un’ambivalenza di significato ed essere inteso come sostantivo oppure come verbo alla prima persona singolare.
La poetica del brano è caratterizzata dal passaggio dalla dimensione oggettiva a quella soggettiva: una prima parte rivela, attraverso gesti sonori aggressivi e violenti e una tessitura schizofrenica tra l’uno e l’altro, il grido nella sua accezione più comunemente intesa. Si sviluppa pian piano una tensione che, accentuata da gesti percussivi che rimandano a una drammaturgia dell’attesa, volge a un climax che risolve la propria tensione in un’implosione. Si disegna dunque un grido silenzioso: immerso in un’atmosfera intima e delicata, che porta a una trasfigurazione delle sonorità del violoncello, diviene esso stesso clamor.
Joseph Marie Clément Dall’Abaco (1710-1805)
Capriccio n. 4
Capriccio n. 1
Attivo e longevo violoncellista e direttore, nella prima metà della sua vita lavora in Germania presso la corte di Bonn, viaggiando anche in Inghilterra e in Francia.
Ritorna in Italia dopo essere stato accusato di una truffa ai danni della tesoreria militare di Colonia. Riesce a dimostrare la propria innocenza, deve dimettersi dal suo incarico.
È così che si ritira ad Arbizzano, vicino a Verona, dove risiede dal 1753 fino alla morte. I suoi Undici capricci per violoncello solo sono stati scritti qui, in questo piccolo paese della regione del Valpolicella. In questa raccolta si alternano momenti di malinconia e di serenità.
Ingresso al concerto con green pass rafforzato e mascherina FFP2.
Prenotazioni al link:
https://form.jotform.com/DivertimentoEnsemble/concerto-13-marzo-2022
BIGLIETTI
BIGLIETTI: – da 3 a 12 euro