Domenica 10 marzo al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci, si inaugura la nuova stagione de La Risonanza.
E si inaugura con un concerto bellissimo e un po’ particolare. Bellissimo perché ci propone un viaggio nella musica tedesca del Seicento, sintesi affascinante di “follia” italiana e di contrappunto e razionalità; particolare perché accosta, alla musica, alcune letture. Affidate a un giovane attore – Lorenzo Gatto – esse ci aiuteranno a contestualizzare i brani di Biber. Questi, infatti, sono tratti dalla raccolta delle cosiddette “Sonate del Rosario”, un ciclo di composizioni ciascuna dedicata a uno dei tradizionali misteri devozionali cattolici.
Un invito da parte di Fabio Bonizzoni: «Venite, e scoprirete come l’immaginazione di Biber abbia saputo cogliere, nelle Scritture, i lati più umani degli avvenimenti che vi si narrano».
Domenica 10 marzo
Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Sala del Cenacolo
ore 17.30
Heinrich Ignaz Franz von Biber (1644-1704)
Sonata n. 1 in re minore, “L‘Annunciazione” dalle Sonate del Rosario
Johann Jacob Walther (1650-1717)
Sonata n.1 in re minore da Hortulus Chelicus
Dietrich Buxtehude (1637-1707)
Preludio in sol minore BuxWV 163
Heinrich Ignaz Franz von Biber
Passacaglia dell’Angelo Custode
Johann Heinrich Schmelzer (1620 ca.-1680)
Sonata Quarta in re maggiore
Heinrich Ignaz Franz von Biber
Sonata n. 10 in sol minore, “La Crocifissione” dalle Sonate del Rosario
Lorenzo Gatto voce recitante
Ryo Terakado violino
Caterina Dell’Agnello violoncello
Gabriele Palomba tiorba
Fabio Bonizzoni clavicembalo e organo
Nel presentare il programma, scrive ancora Fabio Bonizzoni: «Una cosa mi spiace, di Heinrich Ignaz Franz Biber: che non abbia scritto musica per tastiera. Per tutto il resto lo adoro. La forza della sua musica, lo stupore che mi suscita, me lo fanno istintivamente accostare a Purcell. Non voglio dire che il suo stile si avvicini a quello di Purcell, tutt’altro. Ma la sua forza espressiva, la cifra visionaria che si ritrova nelle sue composizioni, il coraggio di adottare soluzioni a dir poco azzardate, questi si, mi sembrano tratti comuni e affascinanti. Lo stile, invece, è una magnifica sintesi tra la “follia” italiana di primo Seicento e la razionalità, il senso di danza e il contrappunto della scuola tedesca. Accanto a Biber, abbiamo dunque aggiunto brani di compositori che appartengono a quella stessa area e che ne condividono la medesima estetica. Buxtehude, anzitutto, ma anche Walther e Schmelzer. Vi segnalo il brano di Schmelzer, in particolare, una lunga passacaglia, quasi ipnotica che sarebbe forse da ascoltare ad occhi chiusi per lasciarsi meglio trasportare dall’ineluttabile movimento del basso sul quale si libra il volo del violino, sempre differente…
Ma c’è un elemento in più in questo concerto: delle letture. Affidate a un giovane attore – Lorenzo Gatto – esse ci aiuteranno a contestualizzare i brani di Biber. Si, perché ho dimenticato di dirvi, all’inizio, che i tre suoi capolavori in programma sono tratti dalla raccolta delle cosiddette “Sonate del Rosario”, un ciclo di composizioni ciascuna dedicata a uno dei tradizionali “misteri” devozionali cattolici».
Ingresso al concerto di domenica 10 marzo
con biglietto in vendita al costo di euro 7.50
Acquisto a questo link:
https://oooh.events/evento/tra-sacro-e-profano-biglietti/
oppure direttamente al Museo il pomeriggio del concerto.
La sera precedente il concerto, sabato 9 marzo alle ore 19.00, al Salone Don Giulio della Chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa incontro con gli artisti: «vi racconteremo – continua Fabio Bonizzoni – un po’ del “dietro alle quinte” di questo programma e della musica di Biber, e ve ne suoneremo anche un po’!».
Sabato 9 marzo
Chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa
Salone Don Giulio
ore 19.00
NON CHIAMIAMOLO CONCERTO!
TRA SACRO E PROFANO, incontro e chiacchiere con gli artisti
Musiche di
Heinrich Ignaz Franz von Biber, Dietrich Buxtehude,
Johann Heinrich Schmelzer, Johann Jacob Walther
Ryo Terakado violino
Caterina Dell’Agnello violoncello
Gabriele Palombatiorba
Fabio Bonizzoni clavicembalo
Conclude Fabio Bonizzoni: «Non chiamiamolo concerto! È un momento di incontro per parlare di musica e per soddisfare ogni vostra curiosità. Certo, suoneremo anche. Ma vi daremo solo un assaggio delle musiche che andremo invece ad eseguire, nella loro forma completa, il giorno dopo al Museo della Scienza e della Tecnica. I due appuntamenti, insomma, si completano a vicenda. Se potete, venite a entrambi!».
Ingresso all’incontro libero con prenotazione a questo link:
https://oooh.events/evento/non-chiamiamolo-concerto-biglietti/