Natale in Casa Cupiello di Nello Serao, da mercoledì 2 a domenica 5 al Teatro Menotti, premiato dai critici

Assegnato a “Natale in Casa Cupiello” che sarà in scena dal 2 al 5 novembre 2023 al Teatro Menotti di Milano,  il premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro per la stagione 2023.

Lo spettacolo per attore cum figuris, messa in scena del capolavoro di Eduardo De Filippo,  nasce da un’idea di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia, per la regia di Lello Serao. Una rappresentazione non convenzionale che vede un unico attore interagire con sette pupazzi realizzati dallo scenografo Tiziano Fario autore dell’intera scenografia e animati da un gruppo di manovratori costituito ad hoc per il progetto e coordinato da Irene Vecchia attraverso un laboratorio di formazione aperto ai giovani del territorio, svoltosi con il sostegno della Fondazione Campania dei Festival nell’ambito della rassegna “Quartieri di Vita” 2020.

 

Un originale allestimento, omaggio all’opera di Eduardo, in scena dal 2 al 5 novembre 2023 al Teatro Menotti di Milano. Lo spettacolo nasce da un’idea di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia, per la regia di Lello Serao. Una messinscena non convenzionale che vede un unico attore interagire con sette pupazzi realizzati dallo scenografo Tiziano Fario autore dell’intera scenografia e animati da un gruppo di manovratori costituito ad hoc per il progetto e coordinato da Irene Vecchia attraverso un laboratorio di formazione aperto ai giovani del territorio, svoltosi con il sostegno della Fondazione Campania dei Festival nell’ambito della rassegna “Quartieri di Vita” 2020.

Lo spettacolo, fedele al testo di Eduardo, evoca le vicende della famiglia Cupiello, aprendo uno squarcio dentro l’immaginario e la memoria di ogni spettatore. Un sogno che prende vita attraverso il teatro di figura nel quale l’attore Luca Saccoia s’immerge riemergendone come “Tommasino” che, dopo aver detto il fatidico “sì” a suo padre, rivive e fa rivivere quel “Natale” che ci accompagna da 90 anni. Eccolo, allora, farsi interprete a suo modo di una tradizione, testimone di un rito e di una rievocazione di fatti e accadimenti familiari comici e tragici che hanno segnato la sua vita e quella di quanti alla rappresentazione prendono parte. Per farlo e rendere ripetibile il rito, si serve di pupazzi, di figure che si rianimano dentro i suoi sogni/incubi, che continuano a riaffacciarsi ogni anno come il presepe e i suoi pastori.  Si lascia sorprendere ancora una volta dalle storie che questi raccontano, vi prende parte, gli fornisce le battute, raccapezza il sogno di Luca Cupiello di smussare i conflitti attraverso il rituale del presepe.

“Il presepe – così in una nota del regista – è l’orizzonte in cui si muove tutta l’opera, sia in senso reale che metaforico. È l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in un’umanità rinnovata e senza conflitti, ma anche la rappresentazione della nascita e della morte. È il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, la miscela tra passato e presente, un’iconografia consolidata e, al tempo stesso, da destrutturare di continuo. Il presepe si rinnova ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere o non piacere.