a cura di Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista
In occasione dei due anni dalla scomparsa della “star dal caschetto biondo più forte del mondo”, Raffaella Carrà, abbiamo fatto due chiacchiere con qualcuno che l’ha conosciuta bene: lui è Massimiliano Lanti – coreografo e ballerino – che è anche il fondatore del fan club ufficiale nazionale ed internazionale della indimenticabile soubrette.
Ilaria – Massimiliano, già due anni senza la nostra Raffaella. Raccontaci le tue sensazioni…
Massimiliano – Lei manca tantissimo a tutti, io ho avuto la fortuna di frequentarla ed era una anti diva. Le devo molto. La penso ogni giorno e spero che sia uno degli angeli più brillanti del Paradiso.
Ilaria – Il 18 giugno avrebbe spento 80 candeline. Avrebbe fatto festa grande a tuo avviso?
Massimiliano – Sicuramente si: all’Argentario con pochi amici e l’immancabile sacher torte.
Ilaria – Tanti gli omaggi arrivati tra cui un nuovo libro a firma di Adriana Pannitteri: ti va di parlarcene?
Massimiliano – l libro di Adriana è fatto davvero molto bene, ho collaborato anche io in parte a scriverlo. All’interno c’è un capitolo intero dedicato a me e al fan club. L’autrice è venuta a casa mia ed è rimasta affascinata dal materiale che ho su Raffaella: mi ha detto che le sembrava di stare in un mondo magico.
Ilaria – Si parlava di una fondazione a suo nome… Poi il silenzio. Cosa è successo?
Massimiliano – Proprio così. Nel testamento aveva lasciato scritto di una fondazione che si sarebbe dovuta chiamare “Casa Raffaella”, all’Argentario. Mi dicono anche che fosse tutto pronto ma che “qualcuno” abbia fatto in modo che questa fondazione non vedesse mai la luce, purtroppo.
Ilaria – Se fosse stata ancora tra noi cosa pensi avrebbe desiderato ricevere come regalo per i suoi 4volte20?
Massimiliano – Raffaella diceva sempre che non voleva regali e che il più bello era il nostro affetto. Ogni qualvolta sul fan club si raccoglievano soldi per donarle fiori o regali lei preferiva che il ricavato andasse in beneficenza. Un anno volle che destinassimo i fondi raccolti per i fiori ad Amatrice. Lo facemmo e l’anno seguente ci invitò proprio ad Amatrice a pranzo con lei. Faceva molta beneficienza in silenzio, senza proclami.
Ilaria – Quale insegnamento ti ha lasciato Raffaella Carrà?
Massimiliano – Valori come l’umiltà, l’essere sempre se stessi anche con il rischio di non poter piacere a tutti. Poi la professionalità e la cura del dettaglio, che metto anche nel mio lavoro. Sono perfezionista e spesso anche un po’ rompiscatole con chi lavora con me ma alla fine la differenza si vede.
Ilaria – Se lei ci stesse ascoltando cosa vorresti farle sapere?
Massimiliano – Lei ci ascolta; le dico sempre che ha lasciato delle cose fuori posto e che (lo dico con grande rispetto) ha fatto anche delle scelte sbagliate, specie nella cernita dei collaboratori,. Non tutti le sono stati vicino per amore e questo purtroppo si sta confermando con il tempo. Molti “scheletri” stanno uscendo fuori.