Alessandro Gerull, classe 98, studente milanese, frequenta il liceo scientifico ma da sempre è attratto dal mondo dell’arte che frequenta fin da bambino, il padre è scultore e la madre pittrice.
Da autodidatta si dedica allo sviluppo di uno stile individuale.
Ha alle sue spalle diverse esposizioni, tra le più recenti quella collettiva a palazzo Reale nell’ambito del concorso “Premio Arte” Cairo Editore.
Espone qui elaborati frutto della sua più recente produzione e alcune opere già esposte in altre personali.
I lavori sono caratterizzati da un forte dinamismo e dal particolare rapporto che si crea tra colori e forme.
Oltre alla Bidimensionalità della tela si svelano luoghi infiniti e profondi.
lo spazio pittorico-animico si manifesta in modo deciso e si relaziona con lo spazio esteriore, euclideo, con naturale, quasi ovvia continuità. Mondo interiore e spazio esteriore dialogano con disinvoltura, a volte in modo garbato e con tatto, a volte in modo fastoso, quasi con ostentazione. L’esigenza espressiva viene ribadita con forza da gesti volitivi sicuri e determinati.
L’effetto è quello di una presenza salda, intensa, coinvolgente. L’incontro è vivo e ineludibile.
Le opere realizzate in plexiglass – RONDINI – esprimono il volo appassionato verso migrazioni estesissime in un continuum inscindibile.
Tempo e spazio danzano con passione e vigore, instancabili nei loro incessanti mutamenti.
Le tonalità scure, ferrigne e i forti contrasti evocano ataviche inquietudini.
L’elegante movimento delle forme, pur in questo contesto muscoloso e volitivo, genera immagini lievi, sinuose
Metamorfosi di strutture leggere eppure dense nella loro dinamica implacabile.
Infinita passione che con grazia coinvolge, impossibile tenersi fuori.
Intervista di Gabriella Chiarappa
foto Alessandro Lorenzzelli
L’arte di Alessandro Gerull tra bellezza e dinamismo
Presso “La Cucina dei Frigoriferi Milanesi”
Giovedì 20 Giugno presso La Cucina dei Frigoriferi Milanesi, il ristorante di via Piranesi 10 a Milano, si è tenuto un incontro speciale con il giovane artista Alessandro Gerull, una amabile sinergia tra arte e food fortemente voluta dallo Chef Marco Tranconi. Alessandro è una promettente speranza del mondo artistico italiano, nelle sue tele esplora a 360 gradi la dimensione temporale della realtà e il rapporto fra colore e forma. Un appuntamento nel moderno bistrot, minimalista e informale, dove si è scelto di unire l’amore per la tavola con l’arte di Alessandro Gerull . In quest’occasione l’abbiamo incontrato per scoprire qualcosa in più di lui.
Alessandro raccontaci un pò di te?
A.: Ho sempre vissuto il mondo dell’arte da vicino da quando sono piccolo, grazie all’aria che ho respirato da sempre in famiglia con un padre scultore e una madre pittrice. Personalmente ho attraversato varie fasi, sono passato dalla cultura dei graffiti, una cultura che amo ma a cui non partecipo più attivamente per svariati motivi a quello che faccio ora. La cultura dei graffiti, mi ha influenzato molto nella mentalità, in verità quello che viene identificato come un atto di vandalismo rivela molto altro. Poi mi ha influenzato la street art come Banksy, in questo caso mi sono dedicato a fare dei poster, come la pubblicità fino a quando nel 2016 ho provato a fare una tela, un quadro a cui ho dato il nome “Il Primo”, mi è piaciuto molto e ha riscosso molti consensi , da qui ho preso la mia strada.
Come ti definisci?
A:Io mi definisco un creativo, mi piace creare amo le forme e sicuramente andrò a berlino a fare design. Sicuramente devo fare ancora tanto lavoro prima di definirmi artista, ci vuole un percorso fatto di esperienze, molti oggi si definisco artisti e credo che ci sia troppa leggerezza nell’usare questo termine. Per me gli artisti sono: un Pablo Picasso, Salvador Dalí , sono persone che hanno trascorso la loro vita a rincorrere qualcosa che poi hanno disegnato. I veri artisti non hanno l’obiettivo di fare i soldi, anzi solitamente sono immersi nei problemi più svariati.
Qual è il tuo obiettivo?
A.:Il mio obiettivo oggi è in primis di riuscire a trovare la mia strada e trovare il mio percorso, cercando di capire cosa voglio realmente e se il mio futuro è entrare nel mondo dell’arte. Una cosa è certa voglio vivere facendo cose “che voglio fare e che mi piace fare”.
Che cosa non vorresti?
A.:Non vorrei dipendere da nessuno, non voglio vivere con timer di controllo, come su “amazon” , voglio essere libero, voglio fare un lavoro che mi piace e che sono in grado di gestire autonomamente, rischi compresi.
Che cosa non ti piace di questa società ?
A.:Il fatto è che in ogni cosa, come nell’arte, nella musica ecc. non basta essere bravi devi essere raccomandato in modo spudorato, spesso non viene premiata la bravura ma la conoscenza, o meglio la “ raccomandazione” , se si segnala qualcuno bravo ci può anche stare ma spesso sono i meno bravi andare avanti, questa è una cosa che non approvo e non trovo giusto. Comunque un dato di fatto è che chi non ha contatti fatica il doppio se non di più, probabilmente le soddisfazioni saranno maggiori.
Su cosa si orientano le tue creazioni?
A.:Il vernissage rimarrà per tutto il periodo estivo, qui ho esposto una serie di lavori che appartengono alla mia produzione più recente e una selezione di lavori del 2016 l’anno in cui ho iniziato il mio percorso. La produzione più recente in assoluto, sono le rondini è una tematica che sto affrontando da un anno, è strettamente relativa al dinamismo del volo delle rondini, riprende il tema delle migrazioni, in questo caso ho lavorato molto sul plexiglass per dare meglio l’idea dell’aria.
La tua forma di espressione attraverso le tue produzioni su cosa si orienta?
A.:Io amo l’arte del bello quindi prediligo la bellezza, come: Michelangelo, Raffaello, Tiziano,l’arte concettuale l’apprezzo ma non mi ci sto dedicando, le mie produzioni esprimono e si concentrano sulla bellezza, il rapporto tra forma, colore e il dinamismo. Le rondini mi hanno sempre attratto, fin da bambino mi è sempre piaciuta l’idea di volare , la storia di Icaro mi aveva particolarmente affascinato, oggi, posso semplicemente dire che sono “me” Alessandro Gerrul.
La Cucina dei Frigoriferi Milanesi – Via Piranesi, 10, Milano