Scala, il Don Carlo di Verdi per una prima da record

“Sono molto contento che il Don Carlo torni per l’inaugurazione della Scala. É il titolo che in assoluto ha il primato dal 1951, essendo la quinta volta che inaugura il 7 dicembre”: lo ha ricordato il maestro Riccardo Chailly durante l’incontro “Un nuovo Don Carlo per Milano”, dedicato all’opera di Verdi che inaugurerà la stagione scaligera il 7 dicembre.

“È il titolo dei primati a Milano, torna la quinta volta, il titolo a fianco è il Macbeth con 4 volte”, ha detto. “Abbiamo un allestimento importante e un cast formidabile”, ha poi aggiunto parlando di un’opera “particolarmente complessa”.

“La difficoltà è musicale e interpretativa” e “non solo per il direttore d’orchestra che deve gestire la complessità della partitura, ma c’è la difficoltà individuale dei cantanti” dal punto di vista della scrittura del canto.

“Dal testo di Schiller, Verdi prende illuminazione e fa sua questa musica in maniera unica e straordinaria, creando però uno dei capolavori più difficili dal punto di vista dell’esecuzione”, ha spiegato Chailly. Quella in scena il 7 dicembre, come ha spiegato il maestro sarà “l’edizione integrale dell’edizione del 1884 , rielaborata da Verdi per il Teatro alla Scala”.

“Voleva una versione più sintetica, più compatta diceva Verdi… e questo è assolutamente vero. È comunque un’opera che prenderà con le pause, quattro ore di serata”, divisa in quattro atti. Il maestro ha poi riferito che non ci saranno ‘i ballabili’. “Ho tentato di introdurre i ballabili ma poi c’è stato un ‘incontro scontro’ tra me e il regista” quindi “ho tolto i ballabili”.

“La musica è semplicemente qualcosa che lenisce il dolore che stiamo vivendo. È un momento di astrazione. Grazie alla grandezza di Verdi, di Schiller e oggi di un cast formidabile come quello che abbiamo a Milano possiamo fare questo lavoro e che ci può dare un sollievo almeno temporale dalla tragedia che tutti noi stiamo vivendo anche a distanza”: lo ha detto il maestro Riccardo Chailly parlando del conflitto in Medio Oriente a margine dei un incontro dedicato all’opera Don Carlo che aprirà la stagione scaligera il 7 dicembre. “Non si può più pensare ogni sera quando si guarda il telegiornale si cominci sempre da esplosioni, da cannoni da forze che distruggono. È qualcosa di veramente sconvolgente”, ha aggiunto. Chailly ha ricordato il concerto della Scala dei mesi scorsi a sostegno dell’Ucraina.

“Per fare qualcosa di sensibile nei confronti di questa guerra folle in Ucraina. Adesso ci troviamo di fronte a una situazione analoga, con la striscia di Gaza, con quello che è successo, con il popolo palestinese… è molto difficile oggi trovare un senso, stiamo vedendo cose che non avremmo mai neanche pensato”.(MiaNews)