Scuola, la protesta degli insegnanti “idonei”davanti l’Ufficio Scolastico Regionale

Il presidio davanti all'Ufficio scolastico regionale in via Polesine (Foto Mianews)

Recentemente, un piccolo gruppo di insegnanti precari è stato accolto presso l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia.

Questi insegnanti fanno parte degli idonei dei concorsi per docenti del 2020 e questa mattina hanno organizzato un presidio davanti alla sede situata in via Polesine, nella zona Corvetto di Milano. Gli insegnanti che hanno partecipato al presidio sono i vincitori dei concorsi banditi nel 2020, precisamente i D.D. n. 498/2020 e D.D. n. 499/2020.

Nonostante abbiano superato i concorsi, gli insegnanti denunciano che non otterranno una cattedra di ruolo per il prossimo anno scolastico.

Infatti, saranno superati dai candidati dei nuovi concorsi, come quelli previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il prossimo dei quali si terrà a novembre. Manifestazioni simili a quella milanese si sono svolte anche in altre città italiane. La frustrazione degli insegnanti è evidente dagli slogan sui cartelli che portavano, dove si leggevano parole come “merito”, “idonei” e “scorrimento”.

In particolare, su un cartello si rivolgeva una richiesta al Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: “Ministro, gli idonei 2020 meritano.” Gli insegnanti riferiscono che, mentre l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte ha comunicato che procederà allo scorrimento delle graduatorie dei concorsi del 2020 a partire da settembre 2024, “nel limite delle disponibilità ancora residue per specifica classe di concorso”, nessuna risposta simile è ancora giunta dall’Ufficio Scolastico Lombardo.

I manifestanti lamentano che l’ultimo decreto sulle assunzioni del Ministero dell’Istruzione autorizza l’assunzione di soli 45.124 insegnanti a fronte di 64.156 posti vacanti e disponibili. Questa discrepanza significa che circa 18.000 posti disponibili quest’anno saranno invece riservati per concorsi futuri, di cui non c’è ancora traccia concreta. Questi posti verranno dunque affidati a supplenze, privando migliaia di studenti di una continuità didattica e costringendo migliaia di insegnanti a ulteriori anni di precariato. Il rischio evidenziato dagli insegnanti è che la frammentazione dei concorsi provoca una mancata scorrimento delle graduatorie, impedendo così di coprire tutti i posti disponibili per l’insegnamento.