È il suo undicesimo anno di vita e il Festival della Fotografia Etica di Lodi cambia e si rinnova.
E lo fa in un anno, il 2020, in cui molto è cambiato e sta cambiando a livello globale, come raramente è capitato nei tempi moderni.
Sguardi sul nuovo mondo è infatti, e non a caso, la lente attraverso la quale pensare a questa nuova edizione in cui saremo come esploratori appena giunti su terre sconosciute.
Il programma è ricchissimo: 80 fotografi da tutto il mondo per 22 mostre sparse tra Lodi, principalmente, e Codogno. Importante novità di quest’anno, infatti, è il coinvolgimento e il sostegno del Comune della prima città della zona rossa. Attraverso la collaborazione con Roma Fotografia e il magazine Il Fotografo, nel Cortile del Comune di Codogno sarà raccontato per immagini l’impatto del virus che ha cambiato il pianeta, attraverso storie che offriranno una visione planetaria e una locale del periodo storico che stiamo vivendo.
Grande attenzione alla sicurezza, con sedi all’aperto in parchi pubblici, chiostri e cortili, oltre all’introduzione del numero massimo di visitatori per giornata, estensione di un weekend a settembre e possibilità di visite infrasettimanali il giovedì.
Cuore del Festival rimane il World Report Award. Sei le sezioni che lo compongono, con i relativi vincitori scelti dalla Giuria composta da Alberto Prina – Festival della Fotografia Etica, Aldo Mendichi – Festival della Fotografia Etica, Sarah Leen- Ex Photo Editor del National Geographic, Peter Bitzer – Direttore dell’agenzia Laif.
A partire dalla categoria MASTER, vinta dal russo Nikita Teryoshin con Nothing Personal – the Back Office of War, viaggio nel dietro le quinte del business mondiale della difesa e il back office della guerra; la categoria SPOTLIGHT va alla britannica Mary Turner e alla sua Dispossessed, racconto dei problemi sociali del nord-est dell’Inghilterra a causa della crisi dell’industria carbone; la sezione SINGLE SHOT con lo scatto singolo di Francesca Mangiatordi sull’infermiera di Cremona; la categoria SHORT STORY è stata vinta dall’italiana Rosa Mariniello con Vitiligo, racconto intimo nel mondo della vitiligine; il tedesco Ingmar Björn Nolting si è aggiudicato la categoria STUDENT con il lavoro “Measure and Middle” – a Journey Through Germany during the COVID-19 Pandemic, un viaggio che racconta la Germania durante il lockdown; infine la categoria MADRE TERRA, che è anche lo spazio tematico del Festival, vinta dall’italiano Dario De Dominicis con To the Left of Christ, che ci porta nella baia di Guanabara, il porto naturale di Rio de Janeiro, dove lo sviluppo industriale si sta accaparrando il territorio a discapito della pesca tradizionale.
Tutte le mostre del World Report Award sono raccolte e visitabili in Palazzo Barni.
Tra le belle novità di quest’anno c’è sicuramente Madre Terra, ossia lo spazio del festival che racchiude tre reportage su temi relativi l’ambiente e la natura: Pablo Ernesto Piovano con l’intensa Mapuches: The awakening of ancient voices, in cui storia racconta la lotta per la propria sopravvivenza della comunità Mapuche in Sudamerica; il pluripremiato fotografo canadese Aaron Vincent Elkaim con A State of Erosion:, che racconta le difficoltà delle comunità dei nativi nella provincia di Manitoba, in Canada, a seguito della crisi del settore idroelettrico; infine l’olandese Jasper Doest con Flamingo Bob, bellissima storia di un fenicottero rosso divenuto testimonial ufficiale FDOC. Queste mostre saranno gratuite e all’aperto, nel Parco dell’Isola Carolina. La fotografia esce dai palazzi e dalle sedi espositive per incontrare il pubblico a cielo aperto.
Ma tornando al sottotitolo dell’edizione di quest’anno, grande attenzione sarà per la sezione Uno Sguardo sul Nuovo Mondo, visitabili presso il Palazzo della Provincia, che propone cinque percorsi: due sono proposti da AFP che attraverso lo sguardo di diversi fotografi andrà a raccontare La pandemia che ha cambiato il mondo e le proteste ad Hong Kong; il britannico Andrew Testa, invece, con la sua A nation divided racconterà, tra il 2015 e il 2020, l’Inghilterra al tempo della Brexit; l’australiano Matthew Abbott ci porta nella Black Summer, ossia la stagione degli incendi che ogni anno devasta violentemente l’entroterra della sua isola; infine Antonio Faccilongo, che con la sua Amore Mio (a Palazzo Modignani) racconta in modo singolarissimo le conseguenze della crisi palestinese sulle famiglie attraverso la storia delle mogli dei prigionieri.
Uno spazio del tutto nuovo è Storie di Coraggio, ad ingresso libero presso l’ex Chiesa dell’Angelo, che ospita una mostra di grande impatto emotivo: la fotografa americana Maggie Steber con La storia di un volto, in cui ha documentato il primo trapianto facciale negli Stati Uniti alla più giovane paziente della storia: Katie Stubblefield.
Presso il Palazzo della Prefettura sarà visibile, gratuitamente, il lavoro che il fotografo Alessio Romenzi ha realizzato seguendo Medici Senza Frontiere in azione proprio nel Lodigiano durante l’emergenza Covid. Si intitola Don’t Leave Me Alone, una intensissima sequenza di scatti in bianco e nero che colgono lo sforzo sanitario di quei giorni interminabili.
Nel Chiostro dell’Ospedale Vecchio di Lodi, invece, troverà spazio la sezione No-Profit Lodigiano. Saranno tre mostre che raccontano altrettanti progetti: quello della sede lodigiana della Croce Rossa italiana, con il racconto Il tempo della gentilezza del fotografo Michele Porcelluzzi; per Ce.svi.p Lombardia, il lavoro di Giovanni Mereghetti Oltre il muro, sulla vita dei detenuti dopo il carcere;
La mostra a Codogno, insieme alla Prefettura con la mostra di MSF e il Chiostro dell’Ospedale Vecchio con la mostra della Croce Rossa, formano un percorso di mostre gratuite legate ai luoghi simbolo della pandemia del territorio Lodigiano.
E possibile sostenere questo particolare progetto di mostre gratuite con una donazione dedicata a supportare la cultura fotografica come motore di memoria e di sviluppo turistico di un territorio particolarmente colpito.
Quest’anno si è scelto, nello spazio No Profit, di raccontare il progetto One day, I will promosso dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, l’OCHA. Il fotografo francese Vincent Tremeau ha realizzato una serie di bellissimi scatti a bambine di etnie diverse, ritratte nei panni di cosa sognano di diventare da grandi: medico, insegnante, poliziotta… per evidenziare il ruolo cruciale dell’istruzione per le bambine e per le ragazze nelle crisi umanitarie, con l’obiettivo di garantire la loro sicurezza e le opportunità future. Questa mostra si articolerà, gratuitamente per il pubblico, presso il cortile della Fondazione Banca Popolare di Lodi, nel complesso ideato da Renzo Piano.
Immancabile l’appuntamento con il Premio Voglino che quest’anno è stato assegnato al torinese Giorgio Negro e al suo Pathos, racconta la dualità Bene e Male, sempre affilata durante il tempo di guerra e che il fotografo ha sperimentato in prima persona. Lo spazio espositivo sarà quello della Banca Centropadana, tra gli sponsor del Festival.
Contemporaneamente al Festival si svolgerà FFE – OFF, un circuito di mostre fotografiche, esposte in negozi, bar, ristoranti, gallerie, circoli culturali e aree pubbliche della città.
Lo scopo di FFE – OFF è quello di valorizzare e diffondere le opere di chiunque voglia proporre le proprie realizzazioni. Per questo motivo non ci sono vincoli tematici o di genere, in quanto FFE – OFF non è un’estensione del programma principale del Festival della Fotografia Etica.
Un’edizione decisamente “potente” che oltre per la qualità delle mostre si connoterà per il livello degli incontri, le visite guidate con i fotografi, le letture portfolio, le presentazioni di libri e per le attività educational destinate agli studenti delle scuole medie e superiori, che quest’anno verranno organizzate come di consueto in presenza, ma anche online.
Tramite una APP scaricabile gratuitamente sarà possibile accedere a contenuti multimediali, visite guidate e didascalie. Appositi QR code indicheranno nelle mostre come accedere a questa diversa esperienza del Festival.
Infine, sarà possibile: incontrare alcuni degli autori dei reportage proposti, farsi autografare il libro dell’autore preferito acquistato presso il bookshop del Festival.
Il Festival della Fotografia Etica di Lodi quest’anno conterà anche sul sostegno del Comune di Lodi.
Per rispettare le norme sull’assembramento, si suggerisce il più possibile l’uso della prenotazione tramite la biglietteria online, onde evitare code e situazioni di disagio.
Lodi, una città che si amplia nel tempo e nello spazio per raccontare il nuovo mondo.
Info: www.festivaldellafotografiaetica.it