Presentato stamane a Milano il rapporto sul mercato del lavoro artigiano, promosso dalla Città Metropolitana di Milano con il contributo dell’Unione Artigiani di Milano e Monza-Brianza e della Cna-Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola Impresa Milano, che focalizza l’attenzione sull’occupazione dipendente generata nel settore artigiano negli ultimi cinque anni.
Il numero delle imprese artigiane attive registrate nel quinquennio 2014 – 2018 ha avuto una crescita contenuta pari al +1,3%, passando dalle 69.740 a 70.651 ditte.
Nello stesso arco di tempo, invece, le imprese artigiane che hanno comunicato avviamenti al lavoro hanno avuto un tasso di incremento a due cifre (+13,9%) passando dalle 4.171 unità del 2014 alle 5.546 del 2018. Questa crescita è stata particolarmente significativa tra le aziende che hanno comunicato più di 5 avviamenti in un anno, cresciute nel medesimo periodo del +36,8 (da 541 a 740 imprese).
I lavoratori interessati da questi avviamenti, nei 5 anni, sono aumentati del 24,9%. Particolarmente forte è stata la crescita tra le lavoratrici: le donne avviate nell’artigianato sono aumentate del 32,5%. Ciononostante, il rapporto di genere è rimasto invariato, con la prevalenza degli avviati uomini pari al 71%.
L’analisi di quest’anno evidenzia un’altra interessante tendenza, legata alla nazionalità dei lavoratori avviati. Negli ultimi dieci anni, i lavoratori stranieri hanno spesso trovato impiego alle dipendenze delle imprese artigiane milanesi. Tra gli avviati si riscontrava, infatti, una prevalenza di lavoratori extracomunitari stranieri: nel 2014 il 63% degli avviati era di nazionalità estera e solo il 37% italiana. Nello scorso anno 2018, si è giunti ad un significativo riequilibrio: gli avviati stranieri hanno rappresentato il 56%, mentre gli italiani sono cresciuti fino a toccare quota 44% del totale, con una crescita del 46,9% nel quinquennio considerato.
La crescita del numero dei lavoratori italiani avviati, è in larga misura da attribuirsi alla fascia di età più giovane.
I ragazzi fino a 29 anni, cresciuti tra il 2014 e il 2018 del 51,8%, nel 2017 hanno superato la quota degli avviati stranieri giovani, attestandosi quindi nel 2018 al 52% degli avviati complessivi nella fascia di età giovanile.
Non è un caso che la performance migliore tra le forme contrattuali nel quinquennio è da attribuirsi all’apprendistato che mostra una crescita costante negli anni soprattutto a partire dal 2016 con la prevalenza di avviamenti in favore di lavoratori italiani pari al 67% nel 2018.
Questi dati mostrano l’importanza che potrebbe avere la formazione professionale indirizzata in modo mirato al comparto dell’apprendistato che riveste un ruolo strategico per l’occupazione, oggi più che mai “porta di accesso” all’impiego dei giovani nelle ditte artigiane milanesi.
“La capacità dimostrata in questi anni dal comparto artigiano nell’attrarre manodopera giovane – sottolinea Elena Buscemi, consigliere delegato di Città Metropolitana a Lavoro e Politiche sociali -, conferma gli indirizzi che Città Metropolitana di Milano ha dato alle proprie politiche attive per il lavoro, che oltre alla formazione, stanno valorizzando il ruolo dell’auto imprenditorialità. In questa direzione, Città Metropolitana di Milano, congiuntamente ai componenti del Tavolo, intende promuovere scelte operative legate al Reddito di Cittadinanza, affinché, là dove il beneficiario appaia averne le competenze, siano previsti nel Patto per il Lavoro, anche percorsi personalizzati di accompagnamento alla auto imprenditorialità, con il supporto delle organizzazioni di rappresentanza degli artigiani. Affinché questa misura possa offrire ai cittadini un’occasione di uscita dalla disoccupazione aggiuntiva al lavoro dipendete, creando nuove realtà d’impresa.”
“L’analisi condotta – precisa Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani di Milano e Monza-Brianza – mette in luce un andamento positivo del mercato del lavoro legato all’artigianato, sotto il profilo dell’occupazione, dei giovani e degli italiani. Tre elementi che segnano una inversione di rotta netta e confortante rispetto al recente passato e che confermano il ruolo ancora centrale delle micro-piccole imprese che hanno fatto di Milano la capitale della piccola imprenditoria artigiana italiana e del suo hinterland un esempio studiato a livello europeo e mondiale. In particolare, si segnala la crescita di avviamenti attraverso l’apprendistato, contratto “naturalmente” legato all’artigianato e alla trasmissione del “saper fare” tra maestro e, appunto, apprendista, che richiama l’attenzione al fondamentale capitolo della formazione. Appare pertanto sempre più necessaria una collaborazione sussidiaria tra istruzione e mondo delle imprese, per una effettiva realizzazione di politiche attive per il lavoro. Sulla base di questi dati, l’auspicio è che il nostro territorio torni ad essere locomotore trainante dell’economia del Paese.”
“I dati dell’ultimo quinquennio 2014-2018 – conclude Laura Buscarini, direttore di CNA città Metropolitana – ridando valore al concetto di “piccolo è bello”, rilanciano il tema di come questa peculiarità italiana ed anche milanese abbia un significano, se inserita in un contesto di filiera. Filiera a cui l’impresa artigiana, partecipa attivamente, con la propria creatività e mantenendosi unica nel proprio genere e con i propri prodotti, generando quel perno da cui la media e grande impresa non possono prescindere. Un ultimo aspetto che va richiamato, leggendo come ha reagito l’occupazione artigiana milanese agli sgravi fiscali del 2015 ed all’applicazione delle varie forme contrattuali del lavoro, è la forte relazione tra l’incremento occupazionale ed il cuneo fiscale. Di rilievo, infine, il riequilibrio fra le assunzioni di giovani italiani e giovani stranieri e il costante aumento degli avviamenti al lavoro di figure femminili, benchè nell’artigianato resti predominante l’avviamento al lavoro maschile.”