Nel 2020 le “top aziende” di Lodi sono riuscite a contenere le perdite: secondo la classifica “TOP200”, ben il 42% delle imprese ha registrato un fatturato in aumento e solo il 15% ha evidenziato, invece, perdite superiori al -20%. Nel 2021 la ripartenza è vigorosa: secondo la survey di Assolombarda il 74% delle imprese lodigiane prevede di chiudere l’anno sui livelli del 2019.
È questa la fotografia del tessuto produttivo della provincia di Lodi che emerge dalla quarta edizione di Top200, la ricerca realizzata dal Centro Studi Assolombarda in collaborazione con PwC Italia e Banco BPM.
L’analisi si basa sull’elaborazione dei bilanci 2020 delle prime 200 imprese ordinate per fatturato e sulla survey sulle prospettive delle imprese lodigiane. Nella classifica 2021 del “TOP 200”, le 200 migliori aziende attive con sede legale nella provincia di Lodi hanno ricavi riferiti al 2020 che vanno da un minimo di 5,7 milioni a un massimo di 975 milioni di euro. Complessivamente, i ricavi delle 200 aziende sono pari a 7,8 miliardi di euro e la somma algebrica dei loro risultati di esercizio (ossia degli utili e delle perdite) si attesta su 342 milioni di euro. In particolare, le aziende in utile sono l’82% del totale. “Le imprese stanno dando prova di una straordinaria capacità di reazione e stanno affrontando questa recessione pandemica più solide, più sane, più competitive, in discontinuità rispetto al passato – ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda -. Per consolidare e dare nuovo impulso allo sviluppo del nostro territorio, oltre che per cogliere appieno le opportunità offerte dal PNRR, è strategico il tema della formazione. Dobbiamo lavorare su due fronti: sulle competenze dei giovani in uscita dai percorsi formativi, affinché siano il più possibile allineate con quanto chiedono le nostre imprese e, contemporaneamente, dobbiamo intervenire sulle competenze dei lavoratori già occupati perché la conoscenza e l’apprendimento non terminano con la scuola o con l’università. È questa la strada per colmare l’evidente mismatch tra domanda e offerta di lavoro, un freno alla crescita che le nostre imprese si trovano a dover gestire quotidianamente”.
“I risultati della classifica Top200 evidenziano nel 2021 una quota significativa di imprese lodigiane che, nonostante la pandemia, hanno saputo mantenersi competitive sul mercato” – ha dichiarato Fulvio Pandini, Presidente della sede di Lodi di Assolombarda -. “Il tessuto produttivo di Lodi si dimostra molto consapevole dell’incertezza del momento storico e anche delle leve su cui puntare per superarlo. Infatti, se sul fronte delle criticità attuali e future, le imprese lodigiane rilevano le pressioni sui prezzi, le difficoltà logistiche e l’eventualità di nuove misure restrittive dovute alla recrudescenza della pandemia, sul fronte delle strategie aziendali, invece, pongono il capitale umano e l’organizzazione del lavoro tra le leve primarie di investimento per rafforzare la propria competitività”.
Più nel dettaglio, è emerso che con il progressivo allentamento delle restrizioni, l’economia della provincia di Lodi è ripartita in velocità, dopo aver subito cali importanti ma più contenuti rispetto al dato lombardo. Nel 2020, infatti, i livelli produttivi hanno sì registrato una riduzione, ma sensibilmente inferiore a quella regionale (-3,3% rispetto al -9,8% lombardo). A questo si aggiunge il recupero sostenuto del 2021, con un +4,4% nel terzo trimestre rispetto al quarto trimestre 2019, leggermente inferiore al +5,8% lombardo. Un segnale ancora più favorevole dello stato di salute del sistema lodigiano proviene dai mercati esteri: dopo una caduta nel 2020 più contenuta rispetto alla media regionale (-2,7% rispetto al -10,5% lombardo), il rimbalzo del 2021 è particolarmente energico. Infatti, nei primi nove mesi dell’anno, l’export aumenta del +10,8% rispetto al pre-pandemia, un incremento ben oltre il +4,8% evidenziato dalla regione. In termini assoluti, si tratta di quasi 280 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2019, un risultato positivo che testimonia una elevata competitività delle imprese del territorio. Le imprese operanti nei settori dell’industria e dei servizi della provincia hanno fornito informazioni sui preconsuntivi 2021 e sulle previsioni di fatturato per il prossimo anno, anche con indicazioni riguardo all’orizzonte di recupero del pre-Covid. Per ben il 72% delle imprese lodigiane intervistate, il 2021 è un anno di crescita dei fatturati rispetto al 2020, e in particolare i preconsuntivi evidenziano incrementi superiori al +10% per oltre la metà delle aziende coinvolte nell’analisi. Secondo l’indagine del Centro Studi di Assolombarda condotta su un panel di imprese di Lodi, inoltre, il 74% delle imprese prevede di tornare ai livelli di vendite pre-pandemia. Nel dettaglio la quota è composta da un 23% che supererà i ricavi del 2019, un 20% che si riporterà in linea e un 31% che è già sopra i livelli pre-Covid. La platea restante si divide tra un 22% che colmerà il divario nel 2022 e un 4% di imprese che non prevede di recuperare nel medio termine quanto perso con la pandemia. Meno ottimismo proviene dalle catene di approvvigionamento globali: le tensioni sui prezzi e la difficoltà a reperire alcune materie prime, i ritardi nella logistica delle merci e i rincari energetici rappresentano fattori critici per le realtà del territorio. L’ombra del Covid, quindi, sembra essere più lunga di quanto si sperasse e porta con sé il perdurare di rischi, ma anche lo stimolo per le imprese di analizzare, e nel caso riconsiderare, i propri fattori strategici. Tra le leve su cui investire, il capitale umano si conferma tra gli asset principali per la competitività aziendale, infatti, ben il 44% delle imprese intervistate sta investendo in modo particolare nelle risorse umane e nell’organizzazione del lavoro. Sul podio della classifica si trovano: Zucchetti Group S.p.a. (Lodi), Flextronics Italy S.p.A. (Somaglia) e Sodalis S.r.l. (Lodi Vecchio). Completano la top ten: in quarta posizione Aperam Stainless Services & Solutions Italy S.r.l. (Massalengo), quinta A.F. Logistics S.p.A. (Lodi), sesta Ibsa Farmaceutici Italia S.r.l. (Lodi), settima MTA S.p.A. (Codogno), ottava Itelyum Regeneration S.p.A. (Pieve Fissiraga), nona Unilever Italia Manufacturing S.r.l. (Casalpusterlengo) e decima Ferrari Giovanni Industria Casearia S.p.A. (Ossago Lodigiano). Di queste prime 10 aziende, ben 8 sono aziende industriali (di cui 3 appartenenti al settore chimico), mentre le restanti 2 rientrano nel settore dei servizi. Le prime 50 imprese, da sole, rappresentano il 76% del fatturato dell’intera classifica e appartengono per buona parte al settore dell’industria, in particolare all’alimentare e al chimico, entrambi settori di forte specializzazione del territorio. “Siamo molto soddisfatti di poter sostenere l’edizione 2021 di Top 200 – commenta Antonio Luca Sallustio, responsabile della Direzione Territoriale Lodi Pavia Liguria (Bpl) – Il ritorno in presenza, pur con le dovute precauzioni, di questo tradizionale e atteso appuntamento costituisce anzitutto un motivo di ottimismo”. “Inoltre – aggiunge Sallustio – lo studio che Assolombarda e Pwc condividono con il pubblico degli attori economici permette di alimentare e aggiornare la nostra conoscenza sulla condizione del tessuto imprenditoriale e produttivo locale. In altri termini, Top 200 offre un contributo essenziale alla comprensione delle tendenze e delle dinamiche espresse dal nostro territorio e rappresenta un importante momento di confronto sul futuro socioeconomico del Lodigiano”. Focalizzandosi su un campione chiuso di 175 realtà presenti in classifica è possibile svolgere qualche confronto tra i risultati 2020 e quelli dell’anno precedente. Nonostante l’impatto della pandemia, nel 2020 il fatturato complessivo mantiene i livelli del 2019 (+0,6%). Sul totale del campione, la quota di aziende che registrano un aumento del proprio fatturato è pari al 42%, mentre il restante 56% ha registrato decrementi e il 2% è rimasto stabile. In termini di redditività si registra un EBIT (Earnings Before Interests and Taxes) mediano in marginale riduzione (dal 3,8% al 3,7% sui ricavi) e un ROE mediano in calo dall’8,1% al 6,7%. Infine, la quota di aziende in utile scende dall’89% nel 2019 all’82% nell’anno della pandemia. Il Centro Studi di Assolombarda ha stilato anche una classifica delle prime 50 aziende ordinate per EBIT, in rapporto al fatturato totale. Questa classifica “ristretta” è composta da società che presentano un EBIT in rapporto al fatturato superiore al 9% (con punte oltre il 40%). Nella top five, si trovano Bipielle Real Estate S.p.A. (con una incidenza dell’EBIT di 45,96%), seguita da Tai Milano S.p.A. (45,60%) e a distanza da PTP Science Park S.c.a r.l. (33,16%), Ecowatt Vidardo S.r.l. (31,99%) e Piccoli Plast S.r.l. (24,01%). “Dalla nostra analisi – ha sottolineato Fabio Chierico, partner PwC Italia – emerge che le imprese del territorio possono continuare a valorizzare quello che già viene fatto da un punto di vista di creazione di valore sociale, in molti casi anche assai rilevante, e farsi trovare pronte alle attese modifiche normative e alle richieste di mercato. Agire in modo sostenibile non solo è importante per ottenere profitti ma spesso ne costituisce una leva fondamentale”. Per quanto riguarda la classifica dei Comuni, sono due i Comuni della provincia di Lodi in cui le imprese sono più presenti: 64 delle 200 imprese che compongono la classifica hanno sede rispettivamente a Lodi (41) e Codogno (23). In termini di fatturato, la concentrazione si accentua nel comune di Lodi (2,4 miliardi di euro, il 31% del fatturato complessivo della TOP200), seguito a distanza dal comune di Somalia (750 milioni, il 10%), Lodi Vecchio (716 milioni, il 9%), Codogno (427 milioni, il 5%) e Pieve Fissiraga (327 milioni, il 4%). Questi 5 comuni rappresentano, così, quasi il 60% dei ricavi: 4,6 miliardi di euro sui 7,8 totali.(MiaNews)