In uno scenario sociale ed economico-finanziario di “complessità crescente”, l’Ordine degli attuari è “impegnato a evidenziare il ruolo strategico” del professionista, “inteso in via generale come ‘risk manager’ in ambito non solo assicurativo, ma anche finanziario”, visto che “grazie al percorso di studi svolto e alla formazione continua, l’attuario ha maturato l’approccio mentale e gli strumenti quantitativi in grado di identificare, misurare e gestire i rischi secondo un approccio di terzietà, a garanzia della solvibilità d’impresa”. Parola del presidente del Consiglio nazionale della categoria Giampaolo Crenca, intervenuto oggi, a Milano, ad un seminario in cui, recita una nota, ci si è dedicati ad affrontare lo stato dell’arte della professione, per “identificare le future strategie da intraprendere”. L’attuario, è stato specificato, “non è un mero calcolatore, ma un gestore di rischi attraverso un approccio certamente quantitativo, ma integrato da un sistema qualitativo fatto di progettualità, esperienze, managerialità e idee innovative che lo portano a diventare, sempre più, una parte proattiva della ‘governance’ delle imprese di assicurazioni”, si chiude la nota.