Piazza Affari sprofonda nel dodicesimo giorno di guerra in Ucraina.
L’indice Ftse Mib segna un calo di oltre il 6% a 21.060 punti con quasi l’intero paniere in rosso e ben 13 titoli congelati per eccesso di ribasso e uno solo (Tenaris +7,8% teorico) per eccesso di rialzo.
Tra questi Intesa, Unicredit, Pirelli, Tenaris, Iveco, Stellantis e Generali. Fanno eccezione Leonardo (+2,49%), per il riarmo dell’Ucraina, e Saipem (+0,44%), con le possibili nuove perforazioni per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia.
Le Borse europee scivolano ancora rispetto all’avvio di seduta. Sui mercati pesa l’impennata dei prezzi delle materie prime, in primo luogo petrolio e gas. L’ipotesi di nuove sanzioni alla Russia, tra cui il divieto di importare il greggio di Mosca ha praticamente scatenato gli investitori con un ritiro dai mercati azionari. L’indice d’area stoxx 600 cede il 2,8%. In forte flessione Parigi (-4%), Francoforte (-4,1%), con il Dax che cede il 22% dall’inizio dell’anno, Madrid (-3,8%), Milano (-5,9%), Londra (-1,7%). Affondano le banche (-5,9%) e le auto (-5%). Regge l’energia (+1,8%) mentre soffrono le utility (-3,7%).
Il gas avvia le quotazioni con un balzo che lo porta ai massimi storici, con gli effetti della guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia. Ad Amsterdam in avvio di seduta il prezzo è schizzato a 225 euro al Mmbtu, con un incremento del 17%, per poi ritracciare a 216 euro (+12,2%).
Volano le quotazioni del petrolio sull’ipotesi di uno stop dell’import dalla Russia: il greggio del Texas guadagna l’8,62% a 125,76 dollari al barile; il Brent vola verso i 130 dollari a 129,48 dollari (+9,63%).
La guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia continuano a incidere sui prezzi dell’ oro e delle materie prime. Il lingotto con consegna immediata dopo aver toccato i 2.000 dollari l’oncia segna 1.980 dollari l’oncia con un rialzo dello 0,5%. Il rialzo maggiore è però del Nichel che ha visto un balzo del 16%. In tensione anche l’alluminio (+2%) e il rame (+3%). Corre il palladio che sale del 5,2 percentuali attorno ai 3.137 dollari all’oncia.
Le Borse asiatiche chiudono in profondo rosso la prima seduta della settimana. Sui mercati pesano gli effetti sull’economia della guerra in Ucraina e le sanzioni imposte alla Russia. Nuovo balzo delle materie prime, tra cui petrolio e gas, mentre si discute su nuove sanzioni tra cui il divieto di importare il petrolio da Mosca. Tokyo in calo del 2,94%, con l’indice ai minimi in 16 mesi. Sul mercato valutario lo yen si indebolisce a 114,90 sul dollaro, mentre si apprezza poco sopra a 125 sull’euro. A contrattazioni ancora in corso Hong Kong cede il 3,4%, Shanghai (-2,2%), Shenzhen (-2,9%), Seul (-2,3%) e Mumbai (-2,2%).