“Il canone concordato di fatto fino ad oggi non ha mai particolarmente funzionato nonostante molti comuni abbiano un accordo in essere. Vogliamo coinvolgere i piccoli proprietari, incentivarne la conoscenza e vedere se fissando delle tariffe si possa aiutare a far da calmiere per prezzi che sono alti oggi e, forse, domani saranno più alti.”
Così l’assessore alla Casa Pierfrancesco Maran che oggi ha partecipato al tavolo istituzionale per contrastare il caro affitti convocato a Palazzo Isimbardi e a cui hanno preso parte 133 comuni della Città Metropolitana, sindacati, proprietari immobiliari e studenti. L’ipotesi è quella di arrivare entro fine giugno a un nuovo accordo sul canone concordato che preveda la razionalizzazione delle fasce di valore delle unità abitative come ora stabilite dall’accordo in essere.
“Al momento le fasce di locazione sono 5, c’è chi dice che siano poche, ma vogliamo fissare una cifra che permetta a tutti di starci dentro senza far alzare i valori immobiliari. Ci saranno due gruppi di lavoro dalla settimana prossima: uno più tecnico, che si occupi di scrivere l’accordo. L’altro di analisi su quali possono essere le fasce e le cifre giuste per non fare in modo che il canone concordato diventi un incentivo ad alzare i prezzi. Abbiamo presentato una bozza, senza cifre per ora, per ragionare su fasce e vantaggi”, ha spiegato Maran. All’incontro sono intervenuti anche i rappresentanti degli studenti. “È bello trovarsi qui, noto l’interesse da parte di alcune istituzioni a lavorare al tema. – ha detto il consigliere nazionale degli studenti universitari Luca Mondini – Il canone concordato è un pezzo del lavoro da fare ma non è tutto. Una delle richieste è quella di un fondo affitti da un miliardo, ma l’interesse della politica è molto poco. Spero che questo incontro sia un primo passaggio e il canone concordato sia solo un primo passo. Questo argomento è da toccare perché mette in difficoltà centinaia di migliaia di persone, non solo studenti ma anche lavoratori e famiglie”. Per il sindacato inquilini del Sunia, che ha partecipato al tavolo, “è necessario, a partire dalla lettura e dall’analisi del territorio, attraverso uno studio dettagliato dei dati sulla locazione che fotografano questo momento storico, arrivare a determinare affitti sostenibili sia alle attuali condizioni dei redditi delle famiglie fermi da tanti anni sia per i lavoratori e gli studenti che vengono a Milano. Ed per far questo bisogna rendere appetibile per i proprietari questo strumento con agevolazioni fiscali che li incentivi. Siamo disponibili a lavorare con tutte le parti coinvolte, nel rispetto del quadro normativo, per dare nuovo impulso e rilanciare il mercato agevolato a canone concordato a Milano ma anche a livello metropolitano al fine di decongestionare la città e calmierare così il mercato immobiliare cittadino. Bene pertanto il coinvolgimento anche degli altri Comuni metropolitani. Questo può essere strumento che può anche permettere di contrastare gli affitti in nero e garantire a studenti e lavoratori una sicurezza e una stabile durata della locazione”.
“Non sappiamo cosa ci sia nella proposta del ministro Santanchè: la nostra preoccupazione è che sia un testo che voglia armonizzare a livello nazionale una offerta standard e non come stanno chiedendo le città cercare di contenere la crescita numerica degli appartamenti affittati con modalità brevi. Porre un limite ai giorni di affitto, 90 o 120, non cambia niente. Deve però essere deciso che se un appartamento è per turisti deve essere affittato a turisti, se è per studenti deve essere affittato a studenti, con tutte le differenze del caso”. Lo ha detto l’assessore alla Casa Pierfrancesco Maran, a margine del tavolo istituzionale per contrastare il caro affitti convocato a Palazzo Isimbardi, in merito al proposta di regolamentazione degli affitti brevi a cui sta lavorando il ministro del Turismo Daniela Santanchè.