Caro energia, gli artigiani si difendono così.

Tutti alzeranno i prezzi. Uno su cinque rinuncerà al riscaldamento. Un 15% licenzierà il personale e una impresa su 10 invece chiuderà bottega o ridurrà la produzione. E non manca chi ha già eliminato l’illuminazione di vetrine e insegne. Gli artigiani milanesi e brianzoli combattono così la battaglia contro un doppio nemico, temuto forse più del covid: il caro bollette, alleato al caro prezzi delle materie prime. Il rincaro medio delle spesa emergetica per impresa, secondo un indagine a cui hanno partecipato 200 aziende associate a Unione Artigiani,  è superiore al 50%. Le ditte impegnate nella produzione (legno, metalmeccanica) regitrano aumenti con punte che vanno anche oltre il 70%, ma anche parrucchieri ed estetiste iniziano a segnalarci fatture con cifre che tolgono il fiato. “È una scossa devastante per un comparto che è appena uscito dalla crisi. Tra le nostre imprese c’è rabbia e molta rassegnazione perché non sembra esserci via d’uscita”, commenta il Segretario Generale di Unione Artigiani Marco Accornero.
Di fronte alle difficoltà manca una risposta strutturata: solo un’impresa su quattro ha effettuato un check up energetico e prende in considerazione l’idea di utilizzare i bonus edilizi per migliorare la classe energetica di laboratori e negozi dove opera. Appena l’1% utilizza strumenti di monitoraggio in tempo reale dei consumi elettrici. C’è una maggiore sensibilità green ma manca l’ultimo sforzo per metterla in pratica: il 54% è disponibile ad installare (con incentivi) il fotovoltaico, il 55% vorrebbe comprare elettricità da fonti rinnovabili certificate mentre il 63% è pronto a conoscere meglio le offerte dei consorzi per gli acquisti collettivi dell’energia. Pochissimi invece – sono solo l’8% – i titolari d’impresa disposti, nonostante i rincari dei carburanti e gli incentivi, ad acquistare mezzi elettrici.
“La piccola impresa cerca nel mercato energetico risposte chiare, rapide e concrete ma non ha le competenze e la forza contrattuale per scegliere in autonomia – conclude Accornero – di fronte alla corsa agli aumenti è indispensabile non lasciare soli gli imprenditori e offrire come già facciamo come associazione una consulenza personalizzata, indipendente e di alta professionalità. La prima cosa da fare è sicuramente un check up energetico: per iniziare a risparmiare serve un punto di partenza. E poi, dove possibile, incentivare le imprese e i privati ad allearsi mettendo insieme tetti, aree libere, parcheggi per creare impianti fotovoltaici.”