ATR, l’associazione degli albergatori dell’area metropolitana milanese fa la conta dei danni dell’effetto CoronaVirus. Secondo un sondaggio effettuato tra le 150 strutture ricettive associate che, complessivamente, gestiscono oltre 8000 camere, il tasso di cancellazione per il mese di marzo è alle stelle, anche in seguito al rinvio di diverse fiere ed eventi, e ha raggiunto picchi superiori all’80% nelle strutture ricettive vicine alle zone fieristiche. Più in generale l’occupazione prevista per il mese di marzo è del 50% in città e del 40% fuori Milano in un periodo in cui le strutture ricettive hanno sempre avuto tassi superiori all’80% mentre lo spostamento del Salone del Mobile a giugno può solo peggiorare la situazione di aprile.
“Con questi dati – spiega il presidente di ATR Rocco Salamone – gli albergatori faranno molta fatica a pagare tasse e mutui. Non è stato spostato solo il Salone del Mobile ma diverse altre manifestazioni come Mido e Cosmoprof in cui gli albergatori hanno appreso dalla stampa delle comunicazioni inviate prima agli espositori. Per questo rispediamo al mittente le accuse del sindaco Sala sulla speculazione sui prezzi da parte degli albergatori: i prezzi li fa il mercato e quello che è successo con lo spostamento delle fiere è che molti hanno prenotato nelle nuove date a prezzi fuori mercato impedendo agli albergatori di spostare nelle nuove date le prenotazioni già ricevute. Intanto abbiamo dipendenti, affitti e imposte da pagare ogni mese e rischiamo il collasso: per questo chiediamo invece a Sala di sospendere la riscossione dei tributi locali a partire da tassa di soggiorno, Tari, Tasi e imposta sulle insegne pubblicitarie e concederci un po’ di respiro”.
“Da parte del Comune ci aspettiamo anche un segnale immediato per far ripartire il turismo nelle date lasciate vuote dalle fiere e chiediamo che il sindaco si impegni a far riaprire, almeno, musei e simboli di attrazione turistica come il Duomo, Cenacolo, Brera. – prosegue Salamone – infine auspichiamo che la Regione convochi a un tavolo tutte le realtà produttive del territorio per quantificare i danni subiti e pensare a una campagna comune per cambiare la percezione che stanno avendo all’estero di Milano e della Lombardia intera”.