Dall’Osservatorio Permanente Pmi la ricetta per rilanciare il Paese.

di Gianmarco Biagi, presidente Aicim

In passato ho illustrato a grandi linee come le PMI potrebbero affrontare il momento attuale e innescare un vero e proprio “rinascimento industriale” – interrotto prima con il periodo pandemico e, dopo, con il conflitto russo-ucraino – ovvero predisponendo piani di organizzazione a 360 gradi, adottando una pianificazione strategica e di sviluppo industriale, costituendo aggregazioni, integrando nuovo management e aprendo a nuovo capitale, secondo un preciso piano di rafforzamento industriale.

Tuttavia, se gli imprenditori possono fare la loro parte, anche le istituzioni devono essere pro-attive e garantire un supporto reale, efficace e veloce per accelerare il processo di rinnovamento del Paese. Vorrei condividere una serie di pensieri in proposito. La priorità risiede nell’attuazione di provvedimenti urgenti con strumenti normativi già esistenti e noti. Successivamente, in un orizzonte di medio – lungo periodo, si potranno implementare ulteriori azioni mirate e dettagliate, coinvolgendo non solo le istituzioni centrali ma anche le amministrazioni regionali e locali.

Caro bollette, il governo aiuti le Pmi con sconti e dilazioni

Partiamo da alcuni elementi attualissimi. Le PMI non hanno la forza ed il peso contrattuale per negoziare con i grandi produttori di energia, quindi occorrerebbe un intervento da parte delle Istituzioni per garantire il loro equilibrio finanziario arrestando il cash-out flow, con dilazione in 48 mesi (senza sconti) delle bollette energetiche per aziende energivore o dove l’impatto di questi costi è rilevante rispetto al conto economico complessivo.

Per le aziende che non hanno ridotto il personale e sono rimaste in continuità durante la pandemia servirebbe una moratoria di almeno altri 12 mesi dell’avvio della restituzione dei debiti contratti nei due anni colpiti dalle restrizioni.

Credito d’imposta sui costi delle imprese

Ma entriamo anche in altri temi. Pensiamo ai benefici per un imprenditore se molti dei costi aziendali potessero godere di un credito di imposta riportato al 50% di ogni anno. Pensiamo, ad es. ai costi di consulenza o di management per lo sviluppo del piano industriale (contratti di almeno 3 anni), ai costi di internazionalizzazione del business o di apertura di filiali commerciali, ai costi per la creazione di progetti di sviluppo, ai costi connessi alla digitalizzazione dei processi, alla formazione e allo sviluppo digitale, alla cyber security, agli investimenti in innovazione di processo (non solo, quindi, di prodotto) e in progetti a sostegno di un’economia circolare e ai bilanci di sostenibilità, ai costi legati alla consulenza e allo sviluppo di progetti per apertura del capitale fin tanto ai costi legati alla quotazione in borsa e alle attività di M&A (fusioni ed acquisizioni).

Pensiamo anche ai vantaggi che si avrebbero attraverso incentivi e premialità aggiuntive per le imprese che attivino il re-shoring di attività precedentemente portate all’estero, o a quelli derivanti dalla semplificazione per l’accesso e la partecipazione a gare pubbliche per le PMI, Italiane ed Europee.

Accesso al credito anche ai rating B, BB e BBB

E ancora: garanzia e copertura dell’azione bancaria a favore delle PMI, con accesso al credito allargato almeno ai rating B, BB, BBB (non solo AAA come è oggi); garanzia a copertura della azione bancaria per anticipare liquidità alle PMI a pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese, con possibilità di cessione del credito tra imprese.

O anche la riduzione del cuneo fiscale, in modo sensibile, partendo dai settori industriali più colpiti e per progetti di aggregazione di imprese; gli sgravi fiscali e i crediti imposta per la grande impresa che si impegna in nuovi ed incrementali accordi di approvvigionamento almeno triennali garantiti, con la filiera di riferimento MADE IN ITALY, con verifica di mantenimento dei pagamenti non oltre i 120gg.

Incentivi a fondo perduto per “imprenditori qualificati”

Le istituzioni potrebbero anche agire sul fronte degli incentivi e aiuti a fondo perduto alle micro-imprese e PMI fondate da Manager e Consulenti di Direzione Certificati (con comprovate esperienze curriculari): incentivi a fondo perduto una tantum per chi apre la sua attività professionale e incentivi a fondo perduto per finanziare la crescita della propria azienda a chi ha aperto l’attività da almeno 5 anni e ha affrontato investimenti a supporto dello sviluppo.

Ma gli interventi potrebbero riguardare anche sgravi fiscali agli investitori finanziari istituzionali e privati che investono nel capitale delle PMI in aumento di capitale (con acquisto quote), con permanenza nel capitale almeno 3 anni, oltre alla garanzia del mantenimento degli attuali.

Riteniamo utile pensare anche a sviluppare e favorire centrali di acquisto in distretti manifatturieri, per l’acquisto di energia e servizi, con facilitazioni finanziarie e crediti imposta raggiunto un determinato numero di PMI.

Osservatorio Permanente Pmi, cos’è e cosa propone

L’ecosistema è vasto. Vediamo davvero numerosi potenziali interventi nel contesto Paese, e questa forse non è la sede per elencarli tutti, ma siamo desiderosi, come OPP, Osservatorio Permanente delle PMI, di porre l’attenzione sulla necessità di un lavoro congiunto tra imprese e istituzioni per poter permettere all’incommensurabile valore del nostro sistema industriale di esprimersi.

Riteniamo che l’azione di rinnovamento industriale del Paese, passando anche dalla crescita delle PMI, deve essere affrontata come un’emergenza reale: occorre snellire i processi, semplificare le procedure, ma vigilando su qualità e risultati, per non perdere l’opportunità unica del rilancio post pandemico, anche con l’aiuto dei fondi del PNRR.

L’Italia è un Grande Paese, supportato da eccellenti imprenditori, e il Made in Italy ne è la riprova, nonostante l’attuale scarsa capacità di fare sistema e di creare le condizioni competitive per favorire – e non scoraggiare – l’imprenditoria.

La cultura di Impresa è un altro “tallone di Achille”, in particolare nelle PMI, e che deve necessariamente essere risolto per innescare principi virtuosi di crescita ed occupazione: l’Osservatorio Permanente (OPP) e le associazioni AICIM-AISOM lavorano fianco a fianco con le aziende e sono disponibili a sedere al tavolo con le istituzioni per sviluppare un piano concreto e dettagliato di azioni volte a implementare il rinascimento del sistema industriale.