Decreto Casa, critica FenealUil

La FenealUIL Lombardia, la categoria della UIL degli edili entra per la prima volta nel merito
del Decreto Salva Casa voluto dal Ministro Salvini.

Lo fa, partendo dall’aumento di imprese e addetti in Lombardia, che sono cresciuti negli ultimi 3 anni, dando dei giudizi positivi su alcuni aspetti mentre su altri, la maggior parte, è decisamente critico.

In particolare il sindacato degli edili ritiene positive alcune misure che da tempo vengono chieste e che permettono alle classi più deboli e disagiate della popolazione di accedere alle agevolazioni per la riqualificazione degli edifici.

Di tutt’altro tenore, invece, il giudizio su variazioni di destinazioni d’uso e semplificazione amministrativa burocratica, così come il tema dell’emergenza casa che, viene ribadito, al di là della propaganda, non viene affrontato

<<Continua a non esserci nulla per il fondo per il sostegno affitti – evidenzia il Segretario Generale FenealUil Lombardia Riccardo Cutaia – e per il fondo per la morosità incolpevole, azzerati da questo Governo, e nulla sul rilancio dell’edilizia residenziale pubblica. E tutto questo mentre i numeri della Cassa edile a fine 2023 (dati del primo trimestre 2024) confermano che il settore delle costruzioni in Lombardia gode di buona salute: sono infatti
aumentate le imprese iscritte alla cassa edile ora a oltre 20 mila (+ 2,14% rispetto al 2022) e il numero degli addetti stimato in 127.380 con un incremento sul 2022 del 9,19%.>>.

Segno questo che il settore rappresenta ancora uno dei traini del PIL italiano anche alla luce delle nuove direttive europee sulle “case green” che il sindacato giudica positivamente, non solo in previsione dell’applicazione della direttiva comunitaria, ma anche sull’ampliamento degli interventi nelle categorie di edilizia libera, delle tolleranze costruttive ed esecutive che consentono la non costituzione di violazione edilizia, con una
diversificazione a seconda della dimensione dell’immobile, del superamento dell’obbligo alla doppia conformità e del riallineamento tra progetti depositati e reale esecuzione senza interventi che modificano la sagoma esterna”.

<<Davanti a numeri positivi e a soluzioni europee che condividiamo – conclude Cutaia – ci aspettavamo misure per il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica e per un mercato degli affitti a costi sostenibili, ora vera emergenza, ma non le ritroviamo nel decreto. Del resto, dopo grande propaganda del Ministro Salvini, del ‘Piano Casa, già non si parla più di un programma ‘futuro’ di edilizia residenziale pubblica e sociale. Le risorse sono scarse (100 milioni di euro) e saranno disponibili solo nel 2027 e nel 2028. Mi pare che, oltre che da una norma che vuole sanare irregolarità formali in abitazioni private pensando, ‘fornire un riscontro al crescente fabbisogno abitativo, rimuovendo gli ostacoli che determinano lo stallo delle compravendite’, le uniche certezze riguardo un’emergenza casa crescente sono rappresentate dal taglio al fondo affitti per le famiglie in difficoltà economica, dall’assenza di investimenti per l’edilizia pubblica e dalla totale mancanza di confronto con organizzazioni sindacali>>.