Mr Brainwash e Vincent Vee per Rossi di Albizzate, opening il 15 aprile nel Fuorisalone

La storia è fatta di persone, progetti, idee, che insieme sostanziano l’evoluzione e il cambiamento.

Rossi di Albizzate, in questo mosaico umano e industriale, è stata un tassello importante.

Un tassello anticonformista, visionario, innovatore, ma sempre  nel rispetto dell’equilibrio che è la radice stessa del concetto di bellezza.

Nel 1961 Giuseppe Rossi contribuiva a fondare il Salone del Mobile di Milano.

E oggi, nel 2024, a 70 anni di distanza da quella pietra miliare nella storia del design, Rossi di Albizzate torna.

Non solo al Salone.

Torna nel flusso della storia che ha contribuito ampiamente a creare, proprio nell’anno successivo al suo centesimo compleanno: fu nel 1923, infatti, esattamente 101 anni fa, che Giuseppe Rossi iniziò la sua attività.

Milano, 15 aprile 2024- Via Francesco Sforza, 2

 

Il primo concept store del nuovo corso intrapreso dal brand sorge nello stesso luogo di Milano dove tanti anni fa il logo Rossi di Albizzate campeggiava su ben 14 vetrine, fra via Francesco Sforza e Largo Augusto. Qui, nel cuore pulsante di Milano, rimase per circa 38 anni. E oggi, per uno strano “caso”, torna proprio a insediarsi qui.

Anche ora, come allora, il marchio rispecchia  una visione del design fortemente improntata sull’artigianalità e sull’ingegno progettuale.

L’imprinting lo diede il fondatore, architettando per gli spazi ristretti delle abitazioni del 1940 soluzioni trasformabili senza intaccare l’estetica, anzi, valorizzandola.

Dagli esordi, su quel seme di inventiva, la storia di Rossi di Albizzate si è intrecciata con quella dei magnifici progettisti chiamati nel corso del tempo ad allargare la famiglia:

 

Vitelli e Ammanati, Carlo Bartoli, Hans Von Klier, Claudio  Salocchi, AdamTihany, Matteo Thun. Quest’ultimo lancia nel 2000 la linea dalle forme sferiche “Supersassi” esposta nel 2002 a Soft Design alla Biennale di Venezia.

Ed è proprio la “Supersassi” uno degli storici pezzi rieditati, che vedremo nello store milanese.

Al pari, per siglare il continuum spazio tempo che lega presente e passato, la nuova proprietà ci riporterà ad ammirare pezzi storici come il  Modello Sporting di Ammannati & Vitelli,  Kanji di Anna&Carlo Bartoli, la Tube  di Carlo Bartoli, simbolo di quella alchimia tondeggiante che l’azienda ha saputo distillare nella sua storia quasi centenaria.

 

Il marchio rimane italiano

A investire sul marchio, la Creation Italia SrL, dell’AD Gaetano Delmedico, che ha una storia aziendale trascorsa nel settore degli imbottiti di qualità: dapprima come dipendente con mansioni di vertice e successivamente, dal 2015, come titolare di una realtà di successo, che esporta il 99% della propria produzione.

 

Nel 2021 mi si è presentata occasione di poter comprare a un’asta questo marchio,  che ha fatto la storia dell’arredamento e del design –ha dichiarato Gaetano Delmedico– Il mio interesse è stato immediato, mi ha aperto la prospettiva di insediamento nel segmento di alta gamma che nessuna azienda qui al sud aveva mai coperto. Da indagini accurate ho poi evinto che la fame di bellezza è ancora molto viva e che il settore avrebbe recepito con entusiasmo questo ritorno”.

 

Per non creare sovrapposizioni, Rossi di Albizzate è stato dato in gestione alla Luxury SrL, di cui Gaetano Delmedico è rappresentante legale. Insieme al brand, la società ha acquistato l’area museale, che rappresenta un pezzo di storia del design italiano.

 

La nostra mission non è solo riportare il brand al suo splendore, ma altresì sviluppare alcuni pezzi storici, che inizieremo a riproporre nel flagship store di Milano. Siamo certi che il mondo abbia necessità di tornare a quello standard di artigianalità e ricerca che ha sempre contraddistinto il marchio Rossi di Albizzate. Non abbandoneremo questo imprinting, anzi, sarà l’elemento cardine del rilancio”.

 

Rossi di Albizzate intende quindi sviluppare la propria filosofia progettuale in continuità con il un  passato fatto di collaborazioni eccellenti, riconoscimenti di livello internazionale, attenzione alla sartorialità e alla sostenibilità – di processo e prodotto – diventando un punto di riferimento per  i nuovi stili di vita, dove la modularità non inficia stile ed eleganza eterni.