Secondo l’Osservatorio Digital B2B del Politecnico di Milano, il 2019 ha avuto un boom di pagamenti elettronici tra le aziende, complice anche l’introduzione della fatturazione elettronica.
Trend che nel 2020 è aumentato.
Il commercio tra imprese o e-commerce B2B, fondato sui pagamenti elettronici, ha toccato nel 2019 gli oltre 400 miliardi di euro che rappresenta il 19% del fatturato totale tra imprese che equivale a circa 2.200 miliardi.
Secondo Riccardo Mangiaracina, responsabile scientifico dell’Osservatorio Digital B2B del Politecnico, durante l’emergenza sanitaria, quindi nel primo semestre del 2020, il digitale si è imposto come mezzo indispensabile per le aziende italiane, soprattutto perché ne ha garantito la continuità operativa.
Nulla di tutto ciò sarebbe avvenuto se non fosse stata introdotta la fattura elettronica: entrata in vigore il 1° gennaio 2019, l’ha adottata circa l’80% delle aziende italiane. In particolare, sono state quasi 4 milioni le imprese a inviare oltre 2 miliardi di fatture elettroniche per mezzo del SdI, ovvero il Sistema di Interscambio. Per inviare le fatture elettroniche sono stati utilizzati per lo più software di fatturazione elettronica, come ad esempio EasyFatt di Danea.
I benefici dell’uso della fatturazione elettronica non sono tardati ad arrivare: secondo l’Agenzia delle Entrate nel 2019 sono stati bloccati 945 milioni di euro di falsi crediti su circa 105 miliardi di euro di versamenti. Una stangata agli evasori fiscali.
Ma non solo benefici in termini di evasione fiscale: secondo l’indagine del Politecnico di Milano le stesse imprese hanno rilevato benefici nell’usare la fatturazione elettronica, sia riguardo al ciclo passivo, risparmiando sulle tempistiche e nei costi delle operazioni e riducendo gli errori, sia riguardo al ciclo attivo, con benefici legati alla minore quantità di tempo per eseguire le varie operazioni, alla qualità delle informazioni inviate e all’efficienza del servizio.
Non sono mancati i contrattempi: il 28% delle aziende ha dichiarato, per esempio, che riguardo al ciclo attivo ha dovuto personalizzare alcune informazioni sulle fatture elettroniche su richiesta dei clienti, mentre il 16% delle imprese si è lamentato della poca fluidità del procedimento di riconciliazione con gli altri fascicoli del ciclo passivo.
I grandi brand del mercato italiano, nel 40% dei casi hanno riscontrato benefici che riguardano il controllo dei crediti insoluti e la gestione generale della contabilità, oltre che miglioramenti nell’analisi del settore fiscale dell’azienda. Non ultimo, hanno riscontrato un netto miglioramento riguardo alle attività legate al procedimento stesso di fatturazione, che si è velocizzato molto.
Il Politecnico di Milano ha eseguito una ricerca parallela dalla quale è emerso che gli strumenti digitali più ricercati dalle imprese italiane, grandi, piccole e medie, sono i software per digitalizzare i procedimenti interni.
Quello di Danea consente di gestire tutti i documenti di vendita: preventivi, ordini dei clienti, fatture elettroniche e le ricevute fiscali. Consente inoltre l’integrazione con sistemi e-commerce, garantendo l’aggiornamento della fatturazione degli ordini.
Ancora, consente di tracciare le anagrafiche dei clienti e dei fornitori, anche se hanno referenti e indirizzi multipli, e permette di inviare newsletter e comunicazioni alle anagrafiche presenti in archivio.
Permette anche di gestire i registratori di cassa telematici e le vendite al banco, l’agenda, i promemoria e gli impegni di lavoro, l’archivio dei prodotti in magazzino e i listini di vendita, e di monitorare il lavoro di agenti e venditori.
Insomma, nel 2020 nessuna azienda può più fare a meno di un software per digitalizzare i processi interni: che sia grande, media o piccola, si deve dotare si software specifici che le siano di supporto.