Dalla mancanza di lavoro si è passati alla mancanza di manodopera: a fare il punto della situazione è Silvi Costruzioni Edili (www.silvicostruzioniedili.it), leader dal 1970 nella progettazione, costruzione, ristrutturazione e manutenzione di fabbricati, che tra i committenti, pubblici e privati, annovera importanti fondi immobiliari per i quali ha realizzato “strip out” e ristrutturazioni globali di particolare importanza, come quella del Centro Direzionale AGIP di Roma.
«Ci troviamo a dover fronteggiare la “fuga” di 750 mila addetti, ma a preoccuparci sono anche le materie prime introvabili e l’inflazione» sintetizza Gianni Silvi, CEO di Silvi Costruzioni Edili.
Dalla mancanza di lavoro che caratterizzò gli Anni Novanta a partire da Mani Pulite, si arriva oggi —a 30 anni di distanza— al fenomeno inverso: c’è troppo lavoro e la manodopera è insufficiente.
Secondo l’analisi dell’International Center for Social Research (ICSR) per conto di Silvi Costruzioni Edili, nel decennio 2007-2016 hanno chiuso ben oltre 120 mila imprese edili medio-grandi.
«L’uscita dal mercato delle aziende più grandi e strutturate ha portato alla perdita di competenze tecniche ed esperienze difficilmente recuperabili. Noi abbiamo superato i 50 anni di attività, ma pochi dei big player del settore sono riusciti ad attraversare indenni Tangentopoli e le molte crisi che hanno caratterizzato l’intera economia globale» sottolinea Silvia Silvi, General Manager della Silvi Costruzioni Edili.
Con la crisi finanziaria mondiale del 2007-2008, segnata dalla mancanza di liquidità e dal drastico crollo del credito alle imprese, il tessuto produttivo dell’edilizia ha subito un ulteriore ridimensionamento. In questo lasso temporale, in Italia la quota di mercato delle imprese che si occupano di costruzioni di edifici è scesa al 23%.
E dai 3 addetti per impresa del 2008 si scende oggi ad una media di 2,6 addetti, con moltissimi micro-operatori con solo un addetto. «Il fatto è anche che con il Superbonus 110% molte persone che prima si dedicavano ad altro —anche solo al trasporto o al facchinaggio— hanno aggiunto l’edilizia tra i codici delle loro attività, chiaramente senza avere le adeguate competenze e professionalità» spiega il CEO di Silvi Costruzioni Edili, Gianni Silvi.
Ma a frenare la crescita del settore dell’edilizia sono anche le procedure farraginose: in ambito pubblico il tempo che intercorre tra la richiesta del codice unico di progetto (CUP) e l’avvio della progettazione è mediamente pari a 254 giorni. L’attesa per avere il progetto definitivo è poi di oltre un anno: mediamente 372 giorni.