Energia, acqua, gas e rifiuti, oggi i premi “Top Utility” e la presentazione dello studio sulle performance con l’analisi delle 100 maggiori aziende.

Le 100 maggiori utility italiane valgono l’8,5% del PIL, oltre 150 miliardi di euro, e sono oggi chiamate a uno sforzo enorme per innovare e rafforzare impianti e reti, alimentando così un boom degli investimenti che nel 2021 sono arrivati a quasi 11 miliardi, con un aumento del 50% rispetto al 2019. Sono alcuni dei dati salienti dello studio “Le performance delle utility italiane. Analisi delle 100 maggiori aziende dell’energia, dell’acqua, del gas e dei rifiuti” presentato stamattina da Alessandro Marangoni, CEO di Althesys e capo del team di ricerca, nel corso del Top Utility, l’evento organizzato in collaborazione con Utilitalia che, come ogni anno, mostra lo stato dell’arte nei settori acqua, energia e rifiuti.
L’appuntamento, oggi in Camera di commercio a Milano nella sede di via Meravigli, è molto atteso dagli operatori anche per i premi alle migliori società. L’azienda top quest’anno è risultata Brianzacque; i premi tematici sono andati ad Acea, Acqualatina, Agsm Aim, CVA, Hera, Savno e Smat.
“Proseguono le grandi trasformazioni nel settore delle utility – dice l’economista Alessandro Marangoni, CEO di Althesys – sulla spinta delle iniziative politiche e tecnologiche che puntano a una crescente circolarità dell’economia e all’elettrificazione dei consumi. Si conferma la tendenza di fondo di miglioramento. Nonostante la grande resilienza e capacità di adattamento mostrati, tuttavia, il quadro rimane incerto e i rischi geopolitici sui business ancora elevati”.
“Tra pandemia, crisi energetica e siccità – spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – negli ultimi tre anni le utility si sono trovate ad affrontare una serie di situazioni emergenziali che hanno rappresentato sfide enormi per il comparto. Continua l’incremento degli investimenti e la spinta sempre più decisa verso l’innovazione, a testimonianza della centralità del comparto nel percorso verso la transizione ecologica del Paese”.
Tutti i vincitori. La migliore utility italiana, secondo l’insieme dei parametri adottati dal team di ricerca Top Utility (economico-finanziari, ambientali, comunicazione, customer care, formazione e ricerca & sviluppo) è Brianzacque, che si aggiudica il premio Top Utility Assoluto. Della cinquina facevano parte anche Cidiu, Contarina, Estra e Hera. Prima per Sostenibilità la torinese Smat (in lizza con A2A, Estra, Gruppo CAP e Gruppo SGR). Per la Comunicazione si è distinta la veneta Agsm Aim (con Acque Veronesi, Aimag, CVA e Gruppo CAP). Per Ricerca e Innovazione RSE ha vinto Acea (in cinquina con Alperia, Enel, Iren e Silea). Nella categoria Consumatori e Territorio il riconoscimento è andato alla veneta Savno (in lizza con Acque SpA, Alia, Brianzacque, Marche Multiservizi). Il riconoscimento per le Performance Operative è andato alla valdostana CVA (con Contarina, Estra, Gruppo SGR, Net). Nella nuova categoria Formazione Fonservizi ha primeggiato Hera (con Brianzacque, Contarina, Estra e Iren). Infine, per la Categoria Diversità e Inclusione ha vinto Acqualatina (in cinquina con Acque Bresciane, Contarina, Hera e Smat). L’edizione Top Utility di quest’anno è stata promossa da Althesys in collaborazione con Fonservizi, RSE, Targa Telematics e Utilitalia.
L’identikit di un settore. Le 100 maggiori utility operanti in Italia nei settori dell’energia elettrica, del gas, del servizio idrico e della gestione dei rifiuti urbani hanno generato nel 2021 un valore della produzione aggregato di circa 152 miliardi di euro, pari all’8,5% del PIL italiano, registrando un +18,6% rispetto ai livelli pre-covid del 2019, quando il rapporto con il PIL era del 7,1%. Le maggiori 100 sono soprattutto monoutility idriche (35%), multiutility (26%) ed aziende di servizi ambientali (23%), con una minoranza attive solo nella distribuzione/vendita di gas (7%) e pochi grandi player energetici nazionali e internazionali. Solo 15 imprese superano il miliardo di euro di ricavi, mentre 56 sono sotto i 100 milioni e una spiccata vocazione territoriale. Le 100 maggiori aziende nel complesso coprono una parte consistente dei relativi mercati: la quasi totalità delle vendite di elettricità, il 63% dei volumi di gas, il 67% dell’acqua e il 43% dei rifiuti urbani raccolti.