Necessità di un finanziamento? In caso di esigenza, 1 italiano su 4 sceglierebbe il credito su stima. E dopo il lockdown dello scorso anno, cosa ha spinto (o avrebbe spinto) gli italiani a chiedere un prestito? La necessità di affrontare spese impreviste (come cure mediche o guasti alla casa); il dover far fronte alla perdita del lavoro o pagare l’affitto o il mutuo di casa, sono queste le tre principali ragioni per cui i nostri connazionali ricorrerebbero o hanno fatto ricorso al credito su stima di recente. Altri hanno scelto o sceglierebbero, invece, questa forma di finanziamento per coprire piccole spese fisse, come le bollette, o per sostenere la propria attività commerciale. È questa, in sintesi, la fotografia scattata da una ricerca BVA Doxa per Affide – leader nel campo del credito su stima in Italia e in Europa – realizzata su un campione di oltre 1.000 maggiorenni subito dopo il lockdown dello scorso anno. “Il credito su stima è una delle più antiche forme di finanziamento che esista. Ci si rivolge a noi per tantissimi motivi, come ha mostrato la ricerca. Ma ci sono tante ragioni per cui si ricorre al credito su stima per ottenere piccole somme di denaro. Dopo mesi di restrizioni e chiusure, tra le persone è tornata la voglia di uscire, viaggiare e consumare. Oltre alle ragioni indicate dalla ricerca, nelle ultime settimane non è mancato chi ha cercato liquidità per una vacanza o per acquistare un articolo di elettronica, come il cellulare o un condizionatore”, spiega Andreas Wedenig, Direttore Generale di Affide. La ricerca BVA Doxa – Affide, inoltre, individua le peculiarità per cui gli italiani si rivolgono al credito su stima, che restano più o meno le stesse di sempre anche dopo questo periodo di crisi: perché è un metodo veloce per ottenere liquidità; perché permette di rientrare in possesso del proprio bene in qualsiasi momento.
LA TOP FIVE DEI MOTIVI PER CUI GLI ITALIANI SCELGONO IL CREDITO SU STIMA
Le ragioni che porterebbero gli italiani a chiedere un credito su stima sono molteplici. Come spiega la ricerca BVA Doxa – Affide, in primo luogo, lo farebbero o lo hanno fatto per affrontare spese impreviste, come quelle mediche o un guasto improvviso alla casa (15% del campione intervistato), ma anche per fronteggiare la perdita del lavoro (8%) o per pagare affitto o mutuo di casa (5%). Infine, gli italiani chiederebbero un prestito su stima per pagare piccole spese fisse, come bollette e spesa alimentare, (5%) o per sostenere la propria attività commerciale (4%).
“Può sempre capitare l’esigenza di avere liquidità, anche piccole somme, in tempi brevi, magari per una spesa dal dentista o per un guasto in casa, ma anche solo per godersi qualche giorno di vacanza dopo mesi di chiusure. Cosa fare in questo caso? Beh, gli italiani hanno dei piccoli tesori in casa, tra gioielli, oggetti di valore o altro, che non usano quasi mai. Che quasi non ricordano di avere. Si stima ci siano oltre 60 gr di oro[1] a persona, in media, lasciati nei nostri cassetti. Ma parliamo anche di piccoli preziosi, di un orologio. Un valore, insomma, che, in caso di esigenza, può permetterci di ottenere un credito senza dover essere venduto, ma solo dandolo a garanzia di un prestito. Il credito su stima è ideale per gli ottimisti, perché chi lo richiede è certo di poter riscattare il suo bene. Non a caso, ogni anno 124.000 persone si rivolgono a questo servizio e, in Italia, si stima che circa il 95% dei beni dati in pegno tornino nelle mani dei proprietari. Ecco spiegato uno dei motivi del successo, ancora dopo secoli, di questo sistema di finanziamento”, spiega Rainer Steger, Condirettore Generale di Affide.
Qual è la formula del successo di questo finanziamento secondo gli italiani? La praticità e la velocità sono tra le principali motivazioni citate dagli intervistati. Il 18%, infatti, lo apprezza perché sa di poter ottenere un prestito rapidamente, in soli 20 minuti. Il 17% lo preferisce perché è certo di poter riscattare il proprio bene in poco tempo. Per tutta la durata del prestito o semplicemente del deposito del bene, infatti, l’oggetto rimane di proprietà del cliente, perciò può essere riscattato in qualsiasi momento. Il 15% degli intervistati ne apprezza la mancanza di alcune pratiche burocratiche che obbligano a fornire una serie di documentazioni (buste paga o dichiarazioni di reddito) come garanzia. Il credito su stima, infatti, è un metodo semplice e diretto, che non richiede complesse procedure: le somme vengono contestualmente erogate e il bene viene concesso in pegno. Il 9%, invece, ha dichiarato che ricorrerebbe al credito su stima per sfruttare i propri preziosi senza doverli vendere, mentre il 7% lo sceglierebbe perché lo si può richiedere pur avendo altri prestiti attivi.
[1] “Gli Italiani, i gioielli e il credito su pegno”, studio condotto dall’Istituto Doxa su un campione nazionale di 1.000 persone, rappresentativo della popolazione italiana adulta (18+) e con un focus specifico di ulteriori 300 interviste distribuite fra Lombardia, Lazio e Sicilia. Le interviste sono state condotte dall’ 27 maggio al 4 giugno 2019.