Fondi Pensione, iscritti in aumento in tutta Italia

Resistere alle oscillazioni dei mercati finanziari non è facile, eppure c’è qualcuno ce l’ha fatta. Stiamo parlando dei fondi pensione, che nonostante un leggero calo di rendimento è riuscito a tenere e soprattutto ad acquisire nuovi iscritti.

Se le loro performance hanno segnato un segno meno di 12 punti percentuali, i contributi raggiungono invece quota 18 miliardi e 600 milioni, pari a una crescita del +3,6%. Aumentano anche gli iscritti, +5,4%, superando i 9 milioni. Sono tre però, le statistiche su cui lavorare. La prima è quella relativa al “gender gap”, dal momento che a scegliere questa forma di previdenza sono soprattutto gli uomini (61,8%). La seconda è invece quella generazionale, con i giovani che sono ancora poco coinvolti (gli under 35 figurano infatti per appena il 19% del totale). Infine quella della distribuzione geografica, visto che la fetta maggiore degli iscritti è residente nelle regioni del Nord Italia, che da sola si prende il 57%.

Eppure, come sostiene questa fonte, scegliere la strada del fondo pensione è sempre più importante e soprattutto sempre più consigliata visti i ritardi della politica e la difficile situazione economica del nostro paese. Un investimento che è adatto sia ai liberi professionisti che ai dipendenti pubblici e che è fondamentale per mantenere il proprio tenore di vita anche quando non si avrà più lo stipendio mensile garantito dal proprio lavoro. Orientarsi in questo panorama è abbastanza semplice e basta scegliere tra fondi pensioni chiusi, specifici per punto di vista territoriale o aziendale, oppure aperti, istituiti presso banche o compagnie assicurative, e infine PIP, Piani Individuali Pensionistici, stipulati su base singola.

Una strada alternativa che potrebbe essere interessante anche per i lavoratori della nostra regione, dove ad oggi i pensionati sono 682 mila. I numeri, raccolti dall’Osservatorio Inps, parlano di un assegno previdenziale medio per la Toscana perfettamente in linea con la media nazionale (1.341 contro 1.359). Un dato di molto più alto rispetto ai fanalini di coda Calabria e Molise, dove i pensionati in media percepiscono 930 euro al mese, ma comunque inferiore a Lombardia e Lazio, dove si superano i 1.500 euro mensili.

Il tutto mentre il governo è tornato al lavoro, dopo la pausa estiva, mettendo all’ordine del giorno proprio la riforma pensionistica e nuove formule di agevolazione per i giovani. Quelli che rischiano di essere i più colpiti da un sistema previdenziale che non funziona più.