Il 2022 sta terminando, un anno complesso nel quale è stato addirittura coniato un nuovo termine “permacrisi” per indicare lo stato di crisi permanente in cui viviamo da circa quindici anni. Parola complicata anche nell’accettarne l’esistenza, ma con cui dobbiamo fare i conti.
Gli imprenditori dovranno rimboccarsi le maniche in vista di un 2023 nel quale l’economia globale affronterà una recessione a causa dell’inflazione e dell’instabilità geopolitica.
I soldi sono pochi, lo sappiamo, ma la politica industriale è fondamentale. Dalla manovra di Bilancio, ci aspettavamo più coraggio.
È questa la sfida che lanciamo al Governo. Un Paese senza imprese manifatturiere è destinato a “non avere un futuro”.
Apprezziamo gli impegni presi dal Governo, ma avremmo voluto vedere azioni più incisive dedicate alle PMI manifatturiere. Ad esempio? Interventi strutturali sul caro energia e sul taglio del cuneo fiscale, nuovi incentivi, e una spedita attuazione di riforme – come quella fiscale – e del piano PNRR.
Azioni indispensabili per il rilancio della manifattura, ma anche per sostenere i lavoratori, che vedrebbero aumentare il potere di acquisto. È un passaggio fondamentale, il lavoro, il benessere e la possibilità delle persone di progettare il proprio futuro favoriscono la ripresa economica.
L’ufficio Studi di A.P.I., con una breve indagine, ha fotografato il sentiment con cui gli imprenditori associati guardano al 2023.
Nel corso del 2022, le PMI hanno anche dovuto modificare o stravolgere la strategia legata alle esportazioni di beni e alle importazioni di materie prime, per la situazione di instabilità globale e anche per la flessione di alcuni settori – tra cui l’automotive, soprattutto per le imprese meccaniche -. Il 37% ha cambiato fornitori, il 17% ha aumentato i prezzi, il 19% ha dovuto cercare nuovi mercati per l’export, mentre il 27% ha adottato innovazioni e inserimento in nuove filiere.
Fortunatamente, dopo anni di flessione, quest’anno alcune imprese, soprattutto nei settori più tecnologici o in filiere specifiche, hanno chiuso il bilancio con un segno più, ma in generale, alla domanda “2023, i prossimi mesi saranno caratterizzati da?” emerge per il 58% incertezza, contrazione per il 29%, mentre solo per il 13% crescita.
Nell’ultimo bimestre abbiamo registrato un aumento delle richieste di informazioni sull’uso di ammortizzatori sociali. È necessario essere preparati, la situazione è a fisarmonica, si riprende, ci si ferma, gli ordini sono da evadere in pochi giorni o vengono cancellati o rimandati.
I dati parlano chiaro, ma verranno letti e noi ascoltati dalle Istituzioni?
Noi imprenditori lombardi, ce lo chiediamo anche in vista delle elezioni regionali di febbraio. Ci aspettiamo incentivi e interventi mirati per supportare le PMI ad essere pronte sia ad affrontare le sfide che attendono il sistema economico, sia nel cogliere le opportunità: dall’accessibilità dei fondi del PNRR, agli investimenti in infrastrutture – non solo quelle per i trasporti ma anche digitali ed energetiche, importanti per accompagnare la transizione delle imprese – fino alla ricaduta sul tessuto produttivo dell’avvicinarsi dei Giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026.
Intervento di Paolo Galassi, presidente A.P.I., l’Associazione delle Piccole e Medie Industrie di Milano, Monza, Pavia, Lodi e Bergamo.