Presentato questa mattina il Rapporto annuale “Milano Produttiva”, realizzato dal Servizio Studi Statistica e Programmazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, giunto quest’anno alla sua 33esima edizione.
Il Rapporto 2023 è diviso in due parti, nella prima si analizza l’andamento economico dei tre territori nel 2022 da cui emerge come la macro area di Milano, Monza Brianza e Lodi continui a registrare dei risultati positivi, nonostante il clima di incertezze geopolitiche ed economiche legate alle conseguenze della pandemia, lo scoppio del conflitto russo-ucraino e la recente crisi energetica. Nel 2022 l’economia delle tre province lombarde è cresciuta del 4,7%, guidata da Milano (+5% l’incremento del valore aggiunto), seguita da Lodi (+3,8%) e da Monza Brianza (+2,9%). Decisiva al raggiungimento di tali risultati è la spinta data dai comparti delle costruzioni (+9,1%) e dei servizi (+5,4%), che hanno contribuito a far registrare al territorio un surplus di 11 miliardi di euro rispetto alla situazione pre-pandemica.
Resiste alle incertezze anche il tessuto imprenditoriale. Grazie al contributo determinante di Milano (+8.126), il saldo tra nuove iscrizioni (30.630) e cancellazioni (21.618) dell’anno 2022 è di 9.012 imprese in più, corrispondente a una crescita del 1,9%. Un trend, quello registrato sul territorio, migliore di quello nazionale (+0,8%) e di quello lombardo (+1,2%). Tutto questo si traduce in quasi 390mila imprese operanti sui tre territori.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, si rilevano i segnali di crescita evidenziati per l’economia: a Milano, Monza Brianza e Lodi gli occupati sono circa 2 milioni, pari al 45% del totale in Lombardia e all’8,6% dei lavoratori in Italia. Le persone in cerca di occupazione sono invece circa 108mila, il 18,2% in meno rispetto al 2021.
“L’economia dei nostri territori è in buona salute nonostante le tensioni dovute all’aumento dell’inflazione, al rialzo dei tassi e alla guerra in Ucraina. Nel 2022 c’è stata una crescita del 4,7 per cento, in rallentamento rispetto al 6,6 per cento dell’anno precedente, ma tutti i settori hanno registrato performance positive” ha dichiarato Carlo Sangalli, Presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. “Quest’anno è segnato da maggiore incertezza e da un raffreddamento più evidente dell’economia anche se il numero delle nostre imprese continua a crescere. In particolare sono in aumento le start up innovative che si stanno dimostrando molto resistenti alle crisi e alle tensioni degli ultimi anni. Sul fronte del turismo la grande Milano sta producendo numeri che vanno oltre le previsioni e potrebbero segnare nuovi record preparando al meglio la strada verso le Olimpiadi invernali 2026”.
Nella seconda parte, intitolata “Forme dell’attrattività e processi di internazionalizzazione”, il Rapporto si concentra sulla dimensione globale della macro area di Milano, Monza Brianza e Lodi e sui nuovi scenari globali che si stanno delineando.
Nel 2022 le importazioni ed esportazioni non hanno ceduto alle pressioni esercitate dalle incertezze e hanno proseguito il loro trend in crescita. La dimensione globale delle tre province ha fatto sì che l’export fosse proiettato a quasi €75 miliardi (+23,1%) e l’import superasse i €110 miliardi (+20,4%). Tale risultato, tuttavia, può essere in parte attribuito al cospicuo incremento dei prezzi dettato dall’inflazione. I dati relativi ai primi 3 mesi del 2023 ci indicano tuttavia che è in atto un primo rallentamento del commercio mondiale.
Il ruolo da snodo centrale con l’estero di questi territori si riflette anche nella capacità di Milano di attrarre nuovi talenti internazionali: negli ultimi 5 anni è cresciuto a ritmo costante il numero di giovani laureati provenienti da altri Paesi, superando la quota di quanti hanno percorso il tragitto inverso, per un saldo finale di 1.600 laureati in più di quelli espatriati. Questa mobilità iper-qualificata ha portato all’aumento delle start up innovative a guida giovanile e straniera.
“Dall’internalizzazione e dall’attrazione di investimenti stranieri nascono opportunità di sviluppo per le imprese” ha commentato Elena Vasco, Segretario Generale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. “I nostri territori si confermano uno snodo centrale per il commercio con tutto il mondo. Milano in particolare è una vera e propria calamita per le aziende estere che vogliono scommettere sull’Italia, ma anche per i giovani talenti internazionali, che, una volta arrivati in città, decidono di avviare il loro progetto innovativo qua. Camera di commercio, da sempre al fianco dei piccoli e grandi imprenditori delle province di Milano, Monza Brianza e Lodi, lavora ogni giorno per incentivare lo sviluppo del sistema produttivo anche tramite l’internazionalizzazione”.
La pubblicazione è disponibile sul sito della Camera di commercio al link https://ester.milomb.camcom.it/rapporto-mp/milano-produttiva-2023.
Il trend dei settori economici nel 2022
La crescita del comparto dei servizi (+5,4%) e delle costruzioni (+9,1%) ha compensato il contributo limitato dell’industria (+0,6%) e la flessione dell’agricoltura (-5,4%).
Le indagini congiunturali dei settori per il 2022 indicano uno scenario di crescita diffusa su tutti i territori. Il settore manifatturiero ha registrato un incremento significativo della produzione industriale, in particolare a Milano (+6,8%) e Monza Brianza (+7,5%), mentre ha avuto un impatto più limitato a Lodi (+3,9%). Ripresa consistente anche quella rilevata dal settore dell’artigianato nelle province di Milano (+9,7%) e Monza Brianza (+7,1%), con effetti più ridotti nel Lodigiano (+1,9%). Il settore dei servizi ha evidenziato una crescita del fatturato principalmente a Milano (+15,9%) e in Monza Brianza (+16,2%) e, in maniera più contenuta, nella provincia di Lodi (+7,8%). Infine, il commercio al dettaglio ha registrato un incremento di fatturato intenso nell’area metropolitana di Milano (+10,3%) e nella provincia di Monza Brianza (+8,4%), con risultati minori nel Lodigiano (+3,6%). L’incremento del fatturato di entrami i settori risente ovviamente anche in questo caso dei fenomeni inflattivi.
Il trend dei settori economici nel 2023 e 2024
Le previsioni per il 2023 stimano un aumento del valore aggiunto (+1,1%), guidato dai servizi (+1,3%) e le costruzioni (+2,4%), che bilanceranno il calo previsto per l’industria (-0,2%) e l’agricoltura (-1,9%). Nel 2024 le previsioni indicano un rallentamento della crescita del valore aggiunto dei tre territori (+0,8%), che si rifletterà anche sulle singole aree: la città metropolitana di Milano (+0,9%), la provincia di Lodi (+0,8%) e Monza Brianza (+0,3%).
Il sistema imprenditoriale
Complessivamente nel 2022 sono 468.890 le imprese registrate, di cui 389.733 attive, distribuite in 311.739 aziende nella provincia di Milano, 64.021 in quella di Monza Brianza e 13.973 in quella di Lodi. Rispetto al 2021, si è registrato quindi un incremento dell’1,6%, una percentuale che assume ancora più valore se si paragona al dato registrato in Lombardia (-0,2%) e su tutto il territorio nazionale (-0,7%). In questo scenario, Milano si conferma motore trainante con +1,8%, seguita da Monza Brianza (+1%). La provincia di Lodi si è mantenuta su un livello di assoluta parità rispetto al 2021.
Import, export e strategie per resistere alle incertezze
Nel 2022 prosegue il trend positivo delle importazioni (+20,4%) e delle esportazioni (+23,1%) nelle tre province. La performance migliore è quella del Lodigiano che, con una crescita del 39,6% dell’export e del 37,9% dell’import, che in termini percentuali cresce di più rispetto a Milano (import +18,2% ed export +22%) e Monza Brianza (import +24,6% ed export +21,7%). Milano, tuttavia, conferma il suo primato in Italia per il valore sia delle esportazioni (56 miliardi) sia delle importazioni (89 miliardi). Nella città metropolitana, il settore della moda è quello che in termini di esportazioni ha avuto la crescita maggiore (+24,9%), seguito dall’industria farmaceutica (+19,8%), della chimica (+17,2%) e dei macchinari (+8,8%). L’unico comparto ad aver registrato un’inflessione è quello dei mezzi di trasporto (-9,5%). L’export cresce nelle Americhe (+38,3%) – in particolar modo negli Stati Uniti (+44,1%) – a ritmi più sostenuti rispetto a Europa (+17,9%) e Asia (+19%), continente che al contrario traina le importazioni (+36,4%), soprattutto grazie all’aumento degli import dalla Cina (+37%) e dalle quattro Tigri Asiatiche (+38,2%).
In Brianza le esportazioni vengono guidate da farmaceutica (+60,3%) e chimica (+26,6%), mentre le importazioni crescono per i prodotti in metallo (+46%) e farmaceutica (+30,9%). Gli export aumentano a velocità pressoché identiche in Europa (+22,5%), Asia (+19,4%) e America (+23,7%). Il primo mercato della Brianza è la Germania (+22,6%), seguita da Svizzera (+24,1%) e Francia (+19,2%).
Nella provincia di Lodi l’elettronica rappresenta circa la metà del valore delle merci esportate e importate. Questo comparto contribuisce di più alla crescita delle esportazioni, con un incremento dell’80,9%, seguito dall’industria alimentare (+20,6%) e della chimica (+17,1%). I flussi di esportazione riguardano principalmente l’Europa (oltre il 90%), mentre le importazioni si dividono circa a metà tra Europa e Asia. La Spagna è il primo mercato per export (+76,3%) e la Cina per import (+56,2%).
Visto il forte coinvolgimento dei tre territori nel commercio internazionale, per resistere agli shock legati alla pandemia e alla guerra in Ucraina, le imprese di Milano, Monza Brianza e Lodi hanno da subito introdotto strategie per rendere la filiera produttiva più resiliente. La misura più popolare attuata nel breve termine riguarda l’aumento dei fornitori di materie prime e l’incremento delle scorte di queste ultime. Una percentuale ridotta di aziende ha anche iniziato ad adottare pratiche di reshoring e friendshoring, sostituendo i fornitori con altri ritenuti più affidabili o situati sul territorio italiano o comunque lontani da zone geopoliticamente distanti. Nonostante la propensione verso queste nuove pratiche, tuttavia non si può parlare ancora di una de-globalizzazione.
Lavoro e occupazione
Nel 2022 nella città metropolitana il tasso di occupazione si attesta al 70,1%, grazie ai circa 34mila posti di lavoro in più, e la disoccupazione diminuisce al 5,4%. Complessivamente, nel territorio meneghino, gli occupati sono 1milione e 486mila, in crescita del +2,3%. Nonostante la crescita registrata nell’ultimo anno, nella provincia di Milano non si è ancora tornati ai livelli pre-pandemici. Sono aumentate le donne occupate, ma permane un divario di genere, poiché il tasso di occupazione femminile è inferiore di 11,6 punti percentuali rispetto a quello maschile. Resta elevato il tasso di disoccupazione giovanile (15-34 anni), che raggiunge quota 9,2%, un valore, comunque, inferiore al dato nazionale (14,4%).
Crescono gli occupati anche nella provincia di Monza Brianza, che, con 11mila unità in più, registra un tasso di occupazione del 69,7% e una disoccupazione del 4,3%, il tasso più basso tra i tre territori. Il totale degli occupati è pari a 394mila, che grazie alla crescita del 3% ha raggiunto livelli pre-Covid. L’aumento dei posti di lavoro ha giovato di più la popolazione maschile che quella femminile, dato che il divario tra i due generi è di oltre 12 punti percentuali. Come per l’area di Milano, anche la Brianza rileva un tasso di disoccupazione giovani del 9,1%, che, seppur elevato, si è notevolmente ridotto rispetto al 15% del 2021.
La provincia di Lodi, invece, è l’unica a rilevare un andamento negativo dell’occupazione (-1%): con 100.648 unità, il tasso di occupazione è pari al 67,7%. Il numero degli occupati nel Lodigiano è, tuttavia, superiore al valore registrato nella provincia nel 2019, prima della pandemia. Allo stesso modo è calato anche il tasso di disoccupazione, che nella provincia si attesta al 5,1%. Più alta è, invece, la disoccupazione giovanile, che si attesta all’8,9%.
A livello generale, in tutte e tre le province sono diminuite le persone in cerca di lavoro: Milano -14,8%, Monza Brianza -33,5% e Lodi -4,8%.
Le imprese a partecipazione estera
La macro area di Milano, Monza Brianza e Lodi è attrattiva anche per le imprese estere. Secondo i dati Reprint, nelle tre province hanno sede operativa 5.313 imprese a partecipazione estera (in tutta la Regione sono 7.031), che occupano 590mila dipendenti e registrano un fatturato aggregato di €305,3 miliardi, pari rispettivamente al 33,5%, al 37% e al 39,1% del totale nazionale. Numeri incoraggianti anche quelli relativi alle imprese a controllo estero, che sul territorio sono 4.990 (comparate alle 6.450 attività in tutte la Lombardia), impiegano 554mila lavoratori e fatturano a livello aggregato €280 miliardi. La sola provincia di Milano ospita oltre il 31% di tutte le imprese a controllo estero censite dalla banca dati e il peso della provincia sale al 37% e al 38,6% del totale nazionale rispettivamente al numero di dipendenti e al fatturato.
L’attrattività di Milano
Negli ultimi dieci anni, Milano ha sperimentato un incremento significativo della propria base demografica, cresciuta del 9%. Lo scoppio della pandemia ha però invertito questa tendenza, e nel biennio caratterizzato dal Covid Milano ha visto aumentare la quota di residenti in uscita verso l’hinterland di prima e seconda cintura, agevolati in questa scelta anche dalla crescente diffusione della possibilità di lavorare da remoto. Una dinamica che, se confermata, potrebbe portare in futuro ad alcuni squilibri all’interno della popolazione urbana.
Milano, tuttavia, continua a risultare attrattiva per il capitale umano qualificato, come dimostra la crescita del numero di giovani laureati provenienti dall’estero che si è mantenuta costante negli ultimi cinque anni. Ciò si riflette sul sistema produttivo, grazie all’aumento delle start up innovative a guida giovanile e straniera e delle start up internazionali che hanno stabilito a Milano una seconda sede.
In termini di attrattività turistica, dalla diffusione della pandemia la città si è riscoperta terminale di un turismo di prossimità e domestico, a favore dell’intera area metropolitana, grazie alle nuove tendenze quali l’holiday working e il turismo sostenibile outdoor. Questo volto turistico di Milano porta alla città 6,7 milioni di persone, solo il 10% in meno dei numeri registrati nel 2019.