Intervista alla Presidente Assimpredil Ance Regina De Albertis

Intervista a cura di Benedetta Cimini

D. Gentile Presidente, negli ultimi mesi si è parlato del “caro affitti”, toccando un nervo scoperto presente in molte città universitarie di cui Milano rappresenta la punta dell’iceberg. Tutto ciò impone di correre al più presto al riparo proponendo soluzioni “sostenibili” per le famiglie.

Qual è la sua opinione a tal proposito?

R. È certamente fondamentale agire in tempi brevi per creare una nuova offerta sostenibile e accessibile. Il problema degli studenti ha ricevuto indubbiamente una grande risonanza mediatica e non va sottovalutato ma il problema del “caro affitti”, non bisogna dimenticarlo, affligge tutto il ceto medio. Ritengo prioritaria l’adozione di una politica fiscale strutturale che tenga conto dell’importanza del bene casa.

D. Qual è e di che entità è il gap fra le amministrazioni e la classe che lei rappresenta? Come si è modificato negli anni?

R. Ciò che serve è una visione di medio e lungo periodo da parte dell’amministrazione e definire le regole del gioco e l’impostazione urbanistica che si vuole dare alla città. Solo con una visione precisa e condivisa con le amministrazioni si può arginare la situazione a cui stiamo assistendo. Come ormai sostengo da tempo, è fondamentale che si crei un patto tra pubblico e privato. Un’alleanza tra amministrazione e classe imprenditoriale è imprescindibile per creare valore per la collettività.

Un altro elemento che ritengo importante è, oltre al patto tra pubblico e privato, la creazione di un partenariato tra pubblico e pubblico, ovverouna collaborazione tra comuni, regioni e governo centrale affinchéconcordino misure ad ampio spettro e con tempistiche sinergiche.

D. Facendo un confronto nelle altre capitali europee come si vive e ci potrebbero essere dei modelli ad esempio?

R. Misurare la qualità della vita nelle città è sempre complesso e- ancor più difficile è compararne la vivibilità.

Milano è una città attrattiva e negli ultimi anni è stata sempre nei primi posti in questo tipo di classifiche seppur, lo sappiamo tutti, presenti alcuni limiti da superare, prima di tutto la dimensione. È una città territorialmente inserita in un contesto continuo eppure ha divari nell’offerta di servizi e nella loro accessibilità che la rendono esclusiva, fruibile da pochi.

D. Stiamo diventando la Londra del domani?

R. Londra è una realtà molto diversa da Milano sotto vari punti di vista e non credo che si rischi un declino immobiliare perché la domanda nella nostra città è ancora molto alta e l’offerta non copre il fabbisogno.

Certamente il rischio che si rompa l’equilibrio tra domanda e offerta è concreto, per questo bisogna agire rapidamente perriuscire a immettere sul mercato abitazioni a prezzi più in linea con le capacità di spesa, in particolare, della fascia di acquirenti composta da giovani famiglie, da talenti e da studenti.

D. Che importanza hanno le infrastrutture e come possono rivoluzionare i prezzi?

Milano è una città piccola eserve una strategia di allargamento del perimetro di riferimento per mantenere la sua capacità attrattiva, a partire dal calmierare i prezzi delle abitazioni. Certo, estendere Milano richiede anche un attento lavoro sulle infrastrutture e sui servizi da garantire a chi decide di spostarsi dal centro. Penso, ad esempio, al potenziamento dei mezzi di trasporto pubblico in logica green, penso ai servizi per il lavoro e il tempo libero, all’istruzione e alla sanità.

La metropoli deve organizzarsi con infrastrutture che possano rendere le periferie integrate eparti vitali del nucleo centrale della città.

Proprio in questi giorni è stata annunciata una ridefinizione del PGT, il mio auspicio è che sia occasione per risolvere vecchie criticità ma anche perascoltare i bisogni e rispondere in modo mirato e concreto, in tempi coerenti alle necessità.

Per farlo è imprescindibile la volontà di confronto, di condivisione- della strategia ma anche degli strumenti per renderla concreto valore per il bene comune.

D.  Oggi è mancato Silvio Berlusconi

Sono molto dispiaciuta per la sua scomparsa, si chiude oggi un’epoca della politica italiana.

Lo ricordo prima di tutto come un grande imprenditore che ha portato innovazione e crescita nel nostro Paese, anche nel settore immobiliare e delle costruzioni, ed è stato protagonista della storia politica e imprenditoriale degli ultimi trent’anni.