La Top10 dell’Integrated Governance Index 2021, Gruppo Cap tra le prime 3.

Definita la Top10 dell’Integrated Governance Index 2021 (vedi pagina successiva). A guidare la graduatoria sono Hera, in prima posizione (era al sesto posto nel 2020), seguita da Snam ed Enel (entrambe al quarto posto a pari merito lo scorso anno). Hera si conferma anche quest’anno al primo posto nell’area relativa all’integrazione degli Esg nella Finanza dell’azienda, che analizza i legami tra azienda e investitori responsabili. L’area di indagine straordinaria 2021, dedicata alla ESG Identity, ovvero alla capacità dell’azienda di valorizzare la propria identità sostenibile, vede sul podio, nell’ordine, Enel, Hera e Saipem. Ai vertici delle non quotate ci sono BNL Gruppo BNP Paribas, Crédit Agricole Italia e Cap Holding. Mentre Fiera Milano guida il podio delle società quotate extra le prime 100, davanti a Ovs e Sabaf.

“Due anni fa abbiamo approvato il nostro Piano di sostenibilità e con esso integrato i fattori ESG nella nostra strategia aziendale, commenta Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. Essere tra le prime 3 classificate nella top 10 delle aziende non quotate nella Ricerca Integrated Governance Index ci fa capire che abbiamo preso la giusta direzione, adottando un approccio che si proietta in un orizzonte di lungo periodo e che punta sulle principali sfide di industria sostenibile partendo dall’analisi dei cambiamenti sociali, economici e ambientali in atto. Guardiamo con estrema fiducia al futuro dopo la crisi economica e sanitaria vissuta nell’ultimo anno: da oggi al 2033 ci sono 1.330 milioni di euro di investimenti previsti per realizzare il Green New Deal della Città metropolitana di Milano con progetti che puntano a rivoluzionare il territorio, secondo i nostri principi cardine: sensibilità resilienza, innovazione”.

L’Integrated Governance Index, giunto alla sesta edizione, è l’unico modello di analisi quantitativa del grado di integrazione dei fattori ESG nelle strategie aziendali. Sempre più, grazie alla presa di consapevolezza delle società partecipanti, l’indice si profila come un indicatore della ESG Identity dell’azienda. Coinvolge, oltre alle prime 100 società quotate, anche le società che hanno redatto la Dnf nel 2019 (paniere Consob) e le prime 50 società non quotate italiane.

Il questionario è stato sottoposto, eliminando le sovrapposizioni del campione, a un totale di circa 270 aziende (per il modello e il background scientifico, vedi a questa pagina: www.esgbusiness.it/lindex/). Nel complesso, hanno preso parte al questionario circa 340 manager.

Nel 2021, è cresciuto il numero di società analizzate: 80 società hanno compilato il questionario contro le 74 del 2020 e le 61 del 2019. Hanno partecipato 62 società quotate e 18 non quotate (erano 16 lo scorso anno).

 

L’indice copre ormai il 60% delle società del Ftse Mib e il 50% delle prime 100 società quotate italiane.

 

I risultati dell’Index, le classifiche per area di indagine e le classifiche di settore sono presentati in occasione della ESG Business Conference, in programma oggi 16 giugno in via digitale. Presentata anche la quarta edizione della ricerca condotta con Assofondipensione su “I fondi pensione e l’engagement Esg”.

 

Martedì sera, prima della Conference, si erano registrati 750 professionisti della governance, della finanza, della compliance, della sostenibilità e del reporting.

 

La Conference prevede un totale di 35 relatori, la partecipazione, tra gli altri, di Consob, Cndcec, Andaf, Assonime e Assofondipensione. Sono state invitate a esporre il proprio caso aziendale 15 società. In ordine di presenza nella giornata, le aziende: Hera, Fiera Milano, Saipem, Unicredit, Snam, Cap Holding, Poste Italiane, Avio, Acea, Generali, Prysmian, Enel, Banca Generali, A2A e Unipol.