“La spirale inflazionistica ha provocato una preoccupante erosione del potere d’acquisto dei lavoratori italiani aumentando il divario sociale. In tale contesto, è opportuno riaprire il tavolo della concertazione per rivedere l’attuale modello di relazioni industriali e tutelare i livelli occupazionali. E’ cruciale, dunque, discutere del rinnovo dei contratti collettivi nazionali che in Italia coprono oltre il 90% dei lavoratori e definiscono aspetti fondamentali come la retribuzione, l’organizzazione e l’orario di lavoro, l’avanzamento di carriera, la previdenza e il welfare. Al contempo, occorre rilanciare la contrattazione di secondo livello attraverso incentivi sul piano fiscale come proposto dal giuslavorista Pietro Ichino, attuando i principi della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese che proprio nella contrattazione aziendale realizzano il dettato dell’art.46 della Costituzione italiana.
Come UGL, pertanto, auspichiamo una riforma complessiva delle politiche attive del lavoro, al fine di promuovere programmi di orientamento, formazione e riqualificazione professionale in grado di favorire il ‘matching’ fra domanda e offerta di lavoro e incoraggiare la produttività. In tal senso, è necessario invertire la rotta del passato fondata sui sussidi a pioggia e puntare sul reddito di responsabilità che prevede la responsabilizzazione del percettore e il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati”.
Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito al rinnovo dei contratti collettivi.