“Il salario minimo legale è un grande bluff, una proposta velleitaria e dannosa per i lavoratori. L’approvazione per legge di un salario minimo finirebbe per incentivare un riallineamento verso il basso delle retribuzioni senza peraltro risolvere il problema del lavoro sommerso. Come affermato dal Ministro del Lavoro Calderone i Contratti collettivi devono diventare, rispetto al salario, il riferimento per le altre categorie. Lo strumento centrale per difendere il potere d’acquisto dei lavoratori è il Contratto Collettivo Nazionale che in Italia copre oltre il 90% dei lavoratori e definisce aspetti fondamentali come l’organizzazione e l’orario di lavoro, l’avanzamento di carriera, la previdenza e il welfare. Ci opponiamo, pertanto, ad ogni tentativo volto ad indebolire i diritti acquisiti dei lavoratori e auspichiamo un confronto fra Governo e parti sociali al fine di riaprire la stagione della contrattazione e rivedere l’attuale modello di relazioni industriali. Serve un Patto sociale fra lavoro e capitale fondato sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle imprese come prevede l’articolo 46 della Costituzione”.
Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito alla proposta del Ministro Calderone di estendere l’applicazione dei Contratti collettivi nazionali per difendere il potere d’acquisto dei lavoratori.