La FenealUIL Lombardia, la categoria della UIL degli edili commenta il provvedimento della patente a punti voluto dal Governo e non fa sconti alla norma così come è stata scritta come evidenzia il Segretario Generale FenealUil Lombardia Riccardo Cutaia: <<Una patente a punti inutile che non farà chiudere nessuna impresa, anche quando questa contravvenisse gravemente a norme su salute e sicurezza sul lavoro. Un provvedimento che in Lombardia coinvolgerà 12.500 imprese e circa 85.000 dipendenti>>.
La norma prevede che saranno riconosciuti fino a 100 punti alle imprese, aspetto, questo che per la Feneal Uil non porterà alla sospensione della patente, per decurtazione dei crediti, nemmeno in caso grave di strage di lavoratori e lavoratrici.
<<Come per quelle – prosegue Cutaia – per le quali ci si è tanto indignati e addolorati in questi ultimi mesi. Un cordoglio di cui davvero si è stanchi di assistere, perchè non viene mai accompagnato dall’introduzione di misure realmente efficaci e non solo di facciata. Dovendo poi aspettare i tempi di una giustizia lenta – continua Cutaia – peraltro con i rischi che conosciamo rispetto alla prescrizione, la prima decurtazione dei crediti o la prima sospensione della patente la vedremo chissà quando. Peraltro il decreto attuativo mette su binari rigidi anche gli ispettori del lavoro per la sospensione dell’attività in caso di morti, infortuni gravi o misure di sicurezza inesistenti, a tutela esclusiva delle imprese. Verrebbe
proprio da dire che la montagna ha partorito un topolino. Peccato che in questo caso ci sia in gioco la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori e qualcuno sembra non accorgersene. Questo provvedimento, che nasce dopo la strage avvenuta nel cantiere Esselunga di Firenze, non darà giustizia neanche a quelle vittime>>.
Il sindacato ha sempre richiesto un confronto strutturato, con la ministra Calderone proprio sul tema salute e sicurezza. Confronto che non si è mai avviato, nonostante i tanti tavoli promessi.
In parallelo il confronto tecnico su questo decreto attuativo ha dimostrato che la volontà del governo è stata quella di “non disturbare l’azienda”, ma di proteggerla a qualsiasi costo, anche sulla pelle di lavoratrici e lavoratori che continuano a morire, a infortunarsi gravemente, a contrarre malattie professionali.
<< Siamo di fronte -conclude Cutaia – a una ministra e un governo sordi, pochi provvedimenti pasticciati e nessun confronto vero. Noi continuiamo a chiedere che si cambi radicalmente passo e non escludiamo ogni misura in nostro potere per poter far valere gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori che non possono uscire di casa e rischiare di non fare ritorno alla sera>>.