“L’occasione che si presenta con il convegno La Milano del Futuro è importante perché è un’occasione di dibattito per mettere in campo delle riflessioni sulla città in un momento particolarmente complicato. È indubbio che c’è una conclamata patologia, perché laddove interviene la magistratura in maniera così pesante, con le ripercussioni che poi ci sono rispetto alle operatività di tutti i giorni, significa che c’è un dato patologico, anche di natura sociale. Gli esiti vanno lasciati naturalmente ai giudizi perché in questo momento ci sono delle indagini, però da un punto di vista politico è chiaro che ci sia una questione che pone delle importanti riflessioni sul tema dell’urbanistica e della crescita della città e la politica stessa deve dare delle risposte.
Probabilmente la legge regionale n.12 del 2005, che scardinava alcuni principi per poter avere una logica più liberista rispetto alla dimensione iper-regolatrice dell’urbanistica precedente, oggi segna il passo, nel senso che gli investimenti arrivati in maniera massiccia e la crescita di Milano dopo il post Expo han fatto sì che questo impianto normativo creasse una serie di condizioni importanti da un punto di vista di crescita economica ma più problematica da un punto di vista della redistribuzione della ricchezza e della regolazione dei processi. La città non è una tabula rasa di mercato ma è un’entità complessa fatta di tanti fattori su più livelli.
Oggi sarebbe quindi opportuna una riflessione su come tenere i capisaldi delle leggi fondamentali dell’urbanistica, come per esempio la legge del ’42 e la legge del ’68, attualizzandole però con un meccanismo chiaramente più flessibile ma che allo stesso tempo sia in grado di regolare i processi, perché c’è una dimostrazione che questa liberalizzazione non garantisce una regolazione dei processi di crescita della città, portando a dei meccanismi che generano un po’ di sperequazioni da un punto di vista economico e sociale e allo stesso tempo dei contrasti da un punto di vista del consenso.
Se si toglie la voce alle istanze del territorio poi le ripercussioni sono di carattere giuridico. Per questo, quindi, è fondamentale che ci sia una riorganizzazione anche degli uffici comunali perché se è vero che bisogna ricentrare un attimo l’attenzione sull’aspetto della programmazione attuativa, è fondamentale che ci sia un rafforzamento degli uffici in termini di forza lavoro, in termini di formazione costante e anche di riconoscimento, perché poi le responsabilità in campo dei funzionari comunali sono sempre troppe“- dichiara Alessandro Maggioni, Presidente del Consorzio Cooperative Lavoratori e Presidente nazionale Confcooperative Habitat, durante l’evento “La Milano del futuro: un dialogo costruttivo” organizzato da Assimpredil Ance.