Un convegno per lanciare #siamopari, la nuova campagna di UILA Milano sul tema delle pari opportunità, facendo subito una debita precisazione: con “pari opportunità” si indica il principio sancito dalla Costituzione Italiana, che mira a rimuovere ogni sorta di ostacolo discriminatorio dalla partecipazione degli individui alla vita sociale, economica, politica e al mondo del lavoro. La parità di genere si riferisce alla parità tra donne e uomini rispetto ai loro diritti, trattamento, responsabilità, opportunità e risultati economici e sociali.
E stando sul secondo tema ci si interroga come sia messa l’Italia su queste problematiche si rivolgono alle donne. Il Bel paese sta a metà classifica in Europa e da un’analisi si evidenzia che c’è un discreto sistema di congedi obbligatori e facoltativi, oltre che di tutele alla lavoratrice madre.
Occupazione femminile in Lombardia
<<Il Sindacato – evidenzia Serena Marenco, segretaria territoriale UILA Milano – ha concentrato in ques4 anni gli sforzi verso l’occupazione delle donne, il sistema di congedi e assistenza che è stato recentemente riformato cercando di rendere la genitorialità più condivisa tra uomo e donna, tuttavia i dati parlano chiaro. L’occupazione femminile in
Lombardia è cresciuta nel primo trimestre di quest’anno però il tasso di occupazione per gli uomini si a.esta al 76%, mentre per le donne sono al 61%, il gap si conferma ancora significa4tio, intorno al 15% (nel 2022 il gap era 17%)>>.
Quando parliamo di occupazione femminile, si devono anche tenere presente i tipi di contratti applicati.
Sempre più donne vengono impiegate in contratti atipici o a tempo determinato, con poche possibilità di stabilizzazioni. Il 31% delle donne sono impiegate con contratti a termine verso il 28% degli uomini. Inoltre assistiamo ad una femminilizzazione del lavoro part time, e le responsabilità di cura e familiari rappresentano la principale motivazione per il 69% delle donne.
<<In Lombardia – continua Marenco – il 13% delle donne occupate ha dichiarato di aver lavorato da casa almeno la metà del tempo, contro il 10% degli uomini. Lo smart working è uno ottimo strumento di conciliazione di vita lavoro che però generare conseguenze negative per le donne con aumento dei livelli di stress, isolamento, sovrapposizione tra
vita domestica e lavorativa oltre ad una riduzione della visibilità in azienda e delle prospettive di carriera>>.
Anche nei settori dove l’occupazione femminile è in crescita si registrano disparità salariali e di accesso alle opportunità di crescita professionale tra uomini e donne: una fotografia di quello che accade nelle nostre aziende emerge dall’indagine sull’occupazione della Regione Lombardia, nel 2021 il 31.7% delle donne era Dirigente, il 36% delle donne era quadro, il 54% delle donne era impiegato e il 33.7% operaio.
In Lombardia il divario salariale tra uomini e donne nelle imprese con più di 50 dipendenti è del 14.8% (gli uomini hanno una ral di 33.154€, le donne di 28.234€. Il differenziale retributivo cresce fino al 18% nelle imprese sopra i 500 dipendenti
<<Quando si parla di pari opportunità – conclude Serena Marenco – non bisogna mai dimenticare che non si esauriscono solo nel mondo del lavoro e che gli eventi della vita privata influiscono anche su di esso, per tutti, senza fare distinzioni di genere. I giornali li leggiamo tutti e non possiamo non comprendere che le molestie e le violenze fuori
e dentro i luoghi di lavoro vedono come vittime principalmente le donne. Non possiamo non ragionare sul fatto che le donne sono quelle che maggiormente subiscono abusi, spesso impotenti di fronte ad avvenimenti ormai sono quotidiani e talmente radicati nella società che non stupiscono più. Obiettivo della nostra campagna è quello di creare un fronte comune tra aziende, sindacati e istituzioni che rimuovano gli ostacoli per il raggiungimento della parità di genere>>.