Secondo un’indagine Confcommercio in collaborazione con Swg sul “ponte” dell’Immacolata, saranno undici milioni gli italiani tra i 18 e i 74 anni in viaggio, per un giro di affari stimabile in 4,4 miliardi di euro, considerata una spesa media pro-capite di 400 euro tutto compreso, che si indirizzeranno quasi esclusivamente in Italia. Quattro intervistati su dieci dichiarano che non si allontaneranno oltre i confini della propria Regione di residenza e addirittura 6 su 10 limiteranno a meno di 3 giorni il periodo della vacanza. La ricerca dell’atmosfera natalizia è in 3 casi su 10 il driver principale, l’esperienza alla base del progetto di viaggio. Da questo mix risultano premiate Trentino Alto Adige, Lombardia, Toscana, Lazio e Campania. Per quell’11% di connazionali che invece si recheranno all’estero, facendo una vacanza presumibilmente di 5 o più giorni, la prima meta è la Francia, in particolare Parigi, seguita da Austria e Germania e a seguire dalla Spagna.
Commentando i dati dell’indagine Federalberghi, il presidente Bernabò Bocca ha sottolineato che “grazie a un calendario favorevole, con la festività dell’8 dicembre che cade nella giornata di giovedì, molti italiani potranno concedersi una meritata vacanza. Ma il ponte dell’Immacolata è importante per tutta la comunità, perché genera un contributo importante per lo sviluppo del PIL e dell’occupazione”. “Non saremo altrettanto fortunati invece in occasione delle festività natalizie – ha aggiunto Bocca – Sia il 25 dicembre che il 1° gennaio 2023 infatti, coincidono con la domenica. Da questo punto di vista, seppure soddisfatti della performance di questo ponte lungo, siamo prudenti nel cantar vittoria, in attesa di verificare che cosa accadrà in occasione del Natale”. “Gli elementi di maggior effetto che io ritengo siano da sottolineare hanno a che fare con un nuovo atteggiamento dell’italiano che viaggia – ha affermato il presidente di Federalberghi – alla tendenza già consolidata di restare nel proprio paese, si aggiunge la rinnovata curiosità di imparare a conoscere fino in fondo il proprio territorio. Dai parchi, ai borghi, alle tradizioni enogastronomiche, ogni cosa è importante per consolidare la propria conoscenza di luoghi che si sono avuti sempre a portata di mano ma che, con l’esperienza della pandemia, sembrano diventati più interessanti. Si evidenzia inoltre un ritorno all’antico: a giudicare dai dati, gli italiani hanno ricominciato a prenotare con un certo anticipo, strutturandosi in modo molto più solido prima di affrontare una vacanza e dimostrando maggiore determinazione nella realizzazione del viaggio”. “Certo – ha concluso Bocca – ancora una volta abbiamo dovuto guardare in faccia la realtà, e cioè che la stragrande maggioranza delle scelte sono state fortemente condizionate dal proseguire del conflitto in Ucraina e dai conseguenti e drammatici rincari energetici che stiamo tutti vivendo sulla nostra pelle. Si tratta di una criticità che grava enormemente sul sistema turistico ricettivo e richiede soluzioni tempestive per il bene di tutto il Paese”.