Il Consiglio di indirizzo e Vigilanza dell’Inps ha presentato oggi il Rendiconto sociale 2022 dell’Istituto, che contiene importanti informazioni sulle prestazioni erogate dall’Istituto e, di riflesso, anche sulla situazione attuale del Paese.
Emerge, in particolare, una drastica riduzione della Cassa Integrazione Guadagni rispetto all’anno precedente, in termini di spesa (da 6 a 1 miliardo di euro), e di lavoratori coinvolti dalle sospensioni (865 mila rispetto ai 3 milioni dell’anno precedente).
Sono cresciuti di 727.357 i lavoratori assicurati; parallelamente sono cresciuti anche i contributi versati da parte di imprese e lavoratori (+ 8,8%).
La spesa per le pensioni è nominalmente cresciuta del 3,8%, registrando un valore inferiore rispetto alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo nell’anno, pari all’8,1%. Si è determinata, pertanto, una riduzione della spesa per pensioni in termini reali. Le pensioni previdenziali complessivamente liquidate nel 2023 sono state 28.375 in meno rispetto all’anno precedente (-3,1%).
I trattamenti pensionistici di natura assistenziale (pensioni di invalidità civile e assegni di accompagnamento) sono invece cresciuti di 18.000 unità.
La spesa per il Reddito e la Pensione di cittadinanza ha visto tra il 2021 e il 2022 una riduzione del 9,4 %, scendendo da 8,8 milioni a 8 milioni di euro.
Crescono in maniera rilevante le platee e le risorse economiche impegnate per gli interventi a favore delle famiglie, con l’introduzione dell’Assegno Unico che ha coinvolto complessivamente 6 milioni e 228 mila nuclei familiari, rispetto ai circa 2 milioni e mezzo interessati all’Assegno al nucleo familiare nel 2021. In termini economici il fenomeno è altrettanto evidente, passando la spesa per il sostegno alle famiglie, sommando AU e ANF, da 6,6 miliardi di euro del 2021 a 16,3 miliardi di euro nel 2022.
Per quanto concerne i crediti, rispetto all’anno precedente, nel 2022 le iscrizioni a ruolo (al netto di sgravi e sospensioni) passano da 7,1 miliardi di euro a 16,7 miliardi di euro. Crescono anche le riscossioni, ma nel biennio il rapporto tra Riscosso e Affidato si riduce dal 28% al 16%. Complessivamente i crediti contributivi a bilancio dell’Istituto nel 2022 ammontano a 123 miliardi di euro, rispetto ai 117 dell’anno precedente, di cui l’81,2% vengono considerati inesigibili. A parziale copertura di questi crediti, l’Istituto ha costituito un fondo di riserva.
Sul fronte della vigilanza, il totale delle ispezioni nel biennio passa da 12.025 a 10.576 e l’evasione accertata scende dai 746 milioni di euro ai 719 milioni.
Per quanto concerne la qualità dei servizi erogati, è possibile constatare un miglioramento complessivo delle attività dell’Istituto, con alcune eccezioni, a volte significative, che riguardano specifiche prestazioni e territori.
I tempi medi per la gestione della fase sanitaria e amministrativa per l’accertamento dell’Invalidità Civile sono migliorati passando da 164 giorni a 142 giorni, ma con delle differenziazioni notevoli su base territoriale, con medie regionali che oscillano da 48 a 279 giorni. La complessità è determinata dall’esistenza o meno delle convenzioni con le Aziende sanitarie per gli accertamenti sanitari e dal permanere di una carenza di personale medico adibito a questa attività.
Per quanto concerne i tempi di definizione delle pensioni, nella gestione privata l’82% di queste vengono definite entro 30 giorni, rispetto all’85% del 2021. Il 5,4% delle domande vengono definite oltre i 90 giorni, rispetto al 4,3% dell’anno precedente. Anche in questo caso vi sono rilevanti differenziazioni territoriali.
Migliora il dato relativo ai tempi di erogazione della NASpI che vede definite entro 30 giorni l’89,6% delle richieste, dati sostanzialmente allineati a quelli rilevati nel 2021. All’opposto il 2,2% delle richieste vengono definite oltre i 90 giorni, rispetto al 2,7% dell’anno precedente.
Per quanto concerne il contenzioso amministrativo presso i Comitati e le Commissioni speciali, si registra positivamente una riduzione delle giacenze complessive che passano da circa 312 mila a circa 256 mila.
In questi anni l’Istituto ha subito un decremento del personale, che è passato dai 26.276 dipendenti del 2020, ai 24.326 del 2021, ai 23.295 del 2022 che ha determinato problemi, in particolare, nelle strutture territoriali. I recenti concorsi, che hanno consentito l’inserimento di un numero significativo di persone (poco meno di 5.000 nel corso del 2023), hanno comunque lasciato importanti scoperture, soprattutto nelle regioni del Nord del Paese.
Presentando il Rendiconto sociale 2022, il presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Roberto Ghiselli ha spiegato come quest’istantanea confermi “non solo che l’Inps è la più importante infrastruttura sociale del Paese, ma che la sua funzione tende costantemente ad ampliarsi per i servizi nuovi che eroga e per le relazioni sociali e interistituzionali che genera. Competenze che si ampliano e a cui l’Istituto, in generale, risponde migliorando la sua capacità di soddisfare i bisogni dell’utenza, in particolare grazie alle competenze del suo personale, all’utilizzo delle nuove opportunità tecnologiche e al supporto dei Patronati e degli altri Intermediari”.
Guido Lazzarelli, vice-presidente del CIV, ha invece evidenziato i margini di miglioramento nella gestione dei servizi: “è necessario aggiornare il modello organizzativo e di relazione per rispondere sempre meglio ai bisogni dell’utenza e dei territori valorizzando le nuove opportunità tecnologiche, il ruolo dei Comitati e la partecipazione dei soggetti titolari della rappresentanza collettiva, per essere sempre più vicino alle imprese e ai lavoratori”.
Micaela Gelera, commissario straordinario Inps, ha sottolineato come “Un sistema di Governance duale come quello dell’Inps, che prevede la presenza del CIV e quindi delle parti sociali, rappresenta una ricchezza per l’Istituto. Attraverso la delibera 34, il Civ ha fornito gli indirizzi strategici di cui l’Istituto ha fatto già tesoro. Risultati importanti sono stati raggiunti grazie alla sinergia con le altre istituzioni, sono stati ridotti i tempi di risposta ai servizi richiesti dall’utenza e implementate molte tecnologie. Il presidio fisico e la digitalizzazione non si escludono a vicenda: la tecnologia esprime il suo valore per la collettività quando diventa un modo per migliorare le relazioni umane e la qualità del servizio reso. Il valore pubblico è espresso dall’Inps grazie al lavoro di donne e uomini in esso impegnati. Confronto ed interoperabilità col territorio consentono la cura della persona nel suo complesso. Grazie all’incontro di oggi abbiamo apprezzato il lavoro dei comitati provinciali: è sul territorio che si tocca con mano l’efficacia dell’Inps, che non è più un ente che reagisce, ma un’istituzione che proattivamente si pone al servizio del cittadino, delle imprese e della società nella sua interezza”.
Nel ringraziare il personale dell’Istituto, “sempre pronto a rispondere alle esigenze degli italiani”, ha confermato la validità della governance duale Claudio Durigon, sottosegretario del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ha commentato gli aspetti più salienti del rendiconto sociale, in particolare sul bilancio: “l’incremento della platea dei contribuenti conferisce maggiore vitalità al mercato del lavoro e, più in generale, alla ripresa economica del Paese. Questo dato costituisce un punto di riferimento per il futuro”.
Nel corso dell’incontro si è tenuta una tavola rotonda – moderata dal responsabile della segreteria del CIV Alessandro Casile, incentrata sulle esigenze dell’utenza nelle diverse realtà territoriali alla presenza dei rappresentanti dei comitati regionali e provinciali.
Alla presentazione del Rendiconto sociale sono intervenuti, tra gli altri: Walter Rizzetto, Presidente Commissione lavoro e politiche sociali della Camera; Vito Pinto, Ordinario diritto del lavoro, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”; Carlo Mochi Sismondi, Presidente FORUM PA.