UIL poste dice no ai piani del governo di privatizzare la maggioranza delle quote azionarie di Poste Italiane. Un’operazione che rischierebbe di compromettere seriamente un asset strategico italiano e di avere importanti ricadute sull’occupazione.
Un’operazione, che a marzo in concomitanza con il nuovo Piano industriale, secondo il ministro dell’economia comporterebbe la vendita di una parte importante del pacchetto azionario di Poste Italiane, attualmente detenuto dal Mef e dalla Cassa Depositi e Prestiti, seguendo la decisione avvenuta nell’ottobre 2015 di collocare una prima tranche del 35% delle azioni. Ora si scenderebbe sotto il 51%.
Poste conta circa 120.000 dipendenti, dei quali 16.000 solo in Lombardia e un ulteriore passaggio al privato potrebbe comportare impatti enormi sui livelli occupazionali, in particolare per quanto i servizi postali.
Non va infatti dimenticato che Poste Italiane fornisce un servizio universale, il cui compenso è diminuito nel tempo, facendo risparmiare molte risorse economiche alle casse statali, così come va evidenziato che l’attività del Gruppo fornisce all’erario consistenti dividendi annuali e la vendita a investitori privati avrebbe senz’altro un impatto negativo sul bilancio pubblico a breve termine.
E a livello strategico Poste Italiane sono un fattore chiave per lo sviluppo nazionale, specialmente nella fase attuale di transizione tecnologica e digitale, grazie alla sua vasta rete capillare e ai suoi oltre 30 milioni di rapporti con cittadini e PMI. Per questo, Poste Italiane necessita di mantenere la sua attuale governance e un assetto proprietario con controllo pubblico.
E questa operazione certamente potrebbe avere un impatto considerevole sui lavoratori. 120.000 dipendenti in Italia, dei quali 16.000 solo in Lombardia che con un ulteriore passaggio al privato potrebbe comportare impatti enormi sui livelli occupazionali, in particolare per quanto i servizi postali.
<< UIL poste è contraria a qualunque ulteriore cessione di quote azionarie sul Mercato, fare – sottolinea il Segretario Generale UIL Poste Lombardia Leonardo Benevento –in quanto sarebbe un’operazione di mera cassa. E soprattutto oltre a intaccare e svilire un asset strategico importantissimo in Italia, potrebbe compromettere i lavoratori che nella sola Lombardia sono circa 16.000. Un numero che potrebbe essere compromesso da nuove drastiche ristrutturazioni, che si aggiungerebbero a quelle già complesse che sono in corso sia nell’ambito dei servizi postali che in quello dei servizi finanziari. Nella prima regione d’Italia per densità abitativa e flussi commerciali potrebbero venir meno un alto numero di Centri di recapito e Uffici Postali che quotidianamente mantengono rapporti con migliaia di utenze, cittadini e piccole imprese creando così molti problemi anche alla popolazione>>
<<I servizi sostenuti da risorse pubbliche e a sostegno della cittadinanza – commenta il Segretario Generale UIL Lombardia Enrico Vizza – sono possibili soprattutto grazie alla maggioranza pubblica di questa azienda, una delle più grandi Società di Stato. Cedere ulteriori quote al Mercato significa perdere ancora una volta il controllo su una delle maggiori infrastrutture del Paese, qual è quella postale. Ancora una volta a farne le spese sono Lavoratori e Cittadini. Chiediamo al Governo, nella persona del Ministro Giancarlo Giorgetti di fare immediata chiarezza, dopo le recenti dichiarazioni, coinvolgendo i rappresentanti della Categoria e ai parlamentari eletti in Lombardia un atto di intervento dando riscontro ai Cittadini e Lavoratori>>.