Arte e Beni da Collezione nei Nuovi Orizzonti del Wealth Management

di Daniela Lauria, consulente d’arte
Il mondo dell’arte e della ricchezza si fondono sempre più, secondo l’ultimo Art & Finance Report di Deloitte Private e ArtTactic.
L’ottava edizione dell’Art & Finance Report traccia una panoramica eloquente: nell’universo della gestione patrimoniale, i beni artistici e da collezione stanno assumendo un ruolo sempre più predominante.
Un dato emerge con chiarezza: il 90% dei professionisti interpellati – inclusi gestori di famiglie facoltose e istituzioni bancarie – sono convinti della necessità di integrare l’arte nelle offerte di wealth management.
Ma oltre alla gestione e conservazione, vi è un’apertura crescente verso gli investimenti artistici come i fondi d’arte e gli investimenti a impatto culturale, con particolare interesse da parte dei family office.
Sicuramente, la novità più sorprendente riguarda la percezione del valore dell’arte, considerata un asset dinamico, capace di scavalcare le tradizionali performance di mercato.
Il report mette in rilievo, inoltre, l’importanza dell’arte nella pianificazione successoria. La quota destinata all’arte da individui estremamente facoltosi è notevole e in crescita, eppure solo un quarto dei collezionisti dispone di una strategia definita per la gestione futura di tali beni.
Guardando al futuro, l’analisi indica una necessità urgente per il mercato dell’arte: quella di modernizzarsi. Si richiede maggiore trasparenza, regolamentazione e standardizzazione, elementi fondamentali per affrontare le sfide complesse come il rischio di contraffazione e le questioni di autenticità.
Si prospetta un orizzonte vibrante, dove le scelte strategiche e le nuove prospettive ridefiniranno, non solo ricchezza e investimenti, ma anche il significato stesso dell’arte nella quotidianità delle persone e delle società.